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Rubrica di Emanuela Medi
 

Bindella, l’eleganza del Nobile di Montepulciano e la Dolce Sinfonia

Eleganza è la parola chiave quando si parla di Nobile di Montepulciano, poiché Nobile questo vino lo è sia di nome che di fatto. Potrà alle volte risultare meno potente e meno profondo dei cugini Brunello e Chianti Classico, ma non pecca mai in termini di grazia ed equilibrio

Il suo segreto risiede nei terreni prospicienti l’incantevole borgo rinascimentale, dove ai tipici suoli argillosi si alternano spessi strati sabbiosi. Chi ha calpestato vigne importanti, come ad esempio il Cru Cannubi di Barolo, capirà facilmente che questa caratteristica, comune a tanti territori eletti della viticoltura mondiale, s i traduce nel calice in eleganza e flessuosità.

Ed è proprio tra argilla e sabbia che Bindella gioca la sua partita. I terreni sabbiosi conferiscono ai vini aziendali snellezza e ricchezza di frutto, mentre quelli argillosi danno vita a sapori più robusti e profondi. Da un’accurata selezione di uve dagli uni e dagli altri nascono vini nobili fragranti e dinamici, capaci di garantire una particolare bevibilità senza discostarsi troppo dalla tradizione.

Bindella è nata nel 1984 dalla volontà di Rudi Bindella – imprenditore italo-svizzero a capo di un impero nel settore della ristorazione – di riallacciare i legami con la natia Toscana tramite l’acquisizione di una tenuta di 130 ettari in località “Vallocaia“.

Vallocaia sorge tra Argiano, Cervognano e Sanguineto, tre zone d’essenziale importanza per la produzione di Nobile dove, tutte le cantine di spicco della denominazione hanno i loro migliori vigneti. 41 gli ettari della tenuta destinati alla produzione viticola, dai quali si ricavano circa 150.000 bottiglie all’anno. La produzione è ovviamente incentratasul Nobile, proposto in versione classica “Bindella”, mono vigneto “I Quadri” e Riserva “Vallocaia“. Completano il fronte dei vini secchi gli alloctoni Sauvignon Blanc, Syrah, Merlot e Cabernet Sauvignon. Capitolo a parte è, invece, quello dedicato alla “Dolce Sinfonia“, ovvero al Vin Santo prodotto sia in versione bianca, che Occhio di Pernice, vino figlio di una tradizione ultracentenaria, tanto complesso e oneroso da realizzare, quanto generoso e seducente al gusto.

 

Raffaele Mosca. Sommelier

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