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Rubrica di Emanuela Medi
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Degustazioni

Un mito da sfatare: dessert e vino secco come lo spumante. Il criterio di abbinamento che permette a un cibo dolce di esaltare il sapore e le qualità di un vino (e viceversa) avviene per concordanza come ci ha trasmesso il grande Veronelli citando i migliori “Matrimoni d’Amore vino  e cibo  Questi si combinano fra loro per creare armonia, senza prevalere l’uno sull’altro, ma per assecondare il gusto con le stesse caratteristiche.” Per Natale allora proponiamo un prodotto immancabile sulle nostre tavole: il Panettone. “…L’inventore del Panettone, sarebbe un tale Toni, aiutante nella cucina di Ludovico il Moro durante il Medioevo. La storia narra che alla vigilia di un Natale, il capocuoco degli Sforza bruciò il dolce preparato per il banchetto ducale; allora Toni, sacrificando il suo lievito madre, lavorò l’impasto con farina, uova, zucchero, uvetta e canditi per un risultato così soffice che Ludovico il Moro intitolò questo omaggio “Pan de Toni” in onore del creatore. Fino ai primi del Novecento veniva infornato senza alcuno stampo, la forma attuale del Panettone fu definita negli anni ‘20 da Angelo Motta, ispirato aldolce pasquale “kulic” della tradizione ortodossa, quindi aggiunse del burro e lo avvolse nella carta paglia…” L’abbinamento ideale con il Panettone è lo Spumante Moscato Giallo

Di Giampietro Comolli Presidente Ovse-Ceves 18 vini bianchi e rossi consigliati per qualità sensoriale e organolettica, espressione di ricettori nitidi e identitari dell’etichetta , ideali per un consumatore attento al misurato consumo. Esempi anche non trascurabile di un ottimo rapporto valore/identità e prezzo. Ognuno abbinabile a ricetta regionale e tipica di un territorio. Plotzner Weissburgunder Pinot Bianco Doc Alto Adige St. Pauls vendemmia 2019. Ottenuto con il 100x100 delle uve di Pinot Bianco di quella stessa vigna da sempre. Ha una geometrica cromaticità giallo paglierino.  Al naso richiama fiori di robinia frisia, e tanta mela verde golden, netti decifrabili. In bocca è molto complesso, ricco e fine, attraente armoniosa acidità minerale, intenso ed elegante con toni piacevoli di pera e albicocca, finale salino morbido di cedro e pesca noce.  #amemipiace : peperoni friarielli vedi gratinati con ripieno di trito di carne di cavallo e formaggio grana Piacentino. Cantina Produttori di San Paolo, via Schloss Warth 21, 39057 San Paolo (BZ) , +3904711807700, www.stpauls.wine , info@stpauls.wine       ------------------------------------------------------------------------------- Friulano Sant’Helena Collio Doc vendemmia 2020. Ottenuto solo con uve del vitigno friulano ( ex Tocai) in purezza. Vestito giallo paglierino medio chiaro. Profumo diretto e preciso di fiori bianchi di limone e di cetriolo e di uva. In

Non è un caso che nell’autunno 2022, per la prima volta in Italia si tiene il Global Wine Tourism Forum, sesta edizione cui interverranno esperti da tutto il mondo per studiare il fenomeno dell’enoturismo legato ai tre territori più conosciuti Langhe, Roero e Monferrato non per niente siglati paesaggi Unesco. Ma è  tutto  il Piemonte cui è dedicato il mensile di novembre 2021 del Gambero Rosso a sottolineare una regione che  ha saputo riposizionarsi in forza della sostenibilità ambientale, del buon cibo e ancor di più del buon vino E proprio per sottolineare questa capacità di reinventarsi e di resistere che riproponiamo  un servizio  di Raffaele Mosca Master Sommelier  focalizzato su aree minori ma non per questo meno  innovative e interessanti. . A quel tempo, negli anni 30’, oltre 1.000 ettari vitati circondavano il santuario che si erge su questo piccolo borgo della Val Sesia, regalando un colpo d’occhio simile a quello delle Langhe. .Di quella fitta distesa di ceppi e filari, immagine della prosperità perduta di una delle prime denominazioni d’Italia, rimane oggi solo il ricordo . Al momento, poco più di trenta ettari insistono ancora sul territorio della DOC Boca, che, ridotta ad un’ennesima frazione di ciò che era un tempo,

E’ stato l’evento più gettonato, applaudito per qualità  e novità dei prodotti la degustazione organizzata dal Consorzio Tutela della Denominazione Vini Frascati nell’ambito  di“Vendemmia di Roma ,la grande manifestazione capitolina che da molti anni unisce moda e vini nel quadrilatero che ospita  tra le  vetrine  più famose in tutto il mondo. Glamour, fascino celebrità non sono mancate complice il Festival del Cinema   in contemporanea  nelle Capitale. Per l’occasione il Consorzio di Tutela della Denominazione Vini Frascati ha presentato i vini di 30 aziende associate all’interno dell’affascinante Palazzo Ferrajoli. “Non potevamo mancare a questo evento -dice Felice Gasperini- presidente del Consorzio –specialmente dopo il successo dello scorso anno. La pandemia ci ha segnato con perdite del fatturato, ma il 2021  ha visto una ripresa già dai primi mesi, regalandoci una vendemmia di qualità”. Storia  Il Consorzio è fra i più antichi d’Italia e nasce nel 1949 su iniziativa di 18 produttori, mentre la Doc Frascati istituita nel 1966 è fra tra le prime quattro d’Italia e ottenne il riconoscimento a Docg per il Frascati Superiore e il Cannellino nel 2011. Questa realtà si presenta ancora oggi molto frammentata, tessuta da piccoli produttori, cantine sociali e aziende private, da cui emerge una forte necessità di fare

Elegante, raffinato, difficile da gestire  ma sensibile al terroir da cui proviene, il Pinot Nero si presta a molte interpretazioni  con una diversificazione gusto- olfattiva molto interessante. In alcuni si può percepire la mora e la prugna come note floreali di rosa e violetta. Durante l’affinamento molto cambia  in un vino la cui sede di elezione è la Borgogna, per concedersi e concedere sentori di frutta matura, liquerizia, cuoio e anche vaniglia. Vinificato in bianco è la base per superbi  spumanti metodo classico dalla Franciacorta, all’Oltrepò Pavese, al Trento DOC. E non è un caso che TORREVILLA l’Associazione di viticoltori che riunisce 200 soci nel cuore dell’Oltrepò Pavese, torna alla seconda edizione di “50 Sfumature di Pinot Noir”,  a segnare e a far sognare con il Pinot Nero. L’evento  organizzato da Movimento Turismo del Vino Lombardia, da venerdì 8 a domenica 10 ottobre, animerà le vie e il centro storico di Voghera con degustazioni ed eventi dedicati a questo vino che vede proprio nell’Oltrepò Pavese il suo primo produttore in Italia. Un intero weekend durante il quale i visitatori potranno muoversi all’interno di un vero e proprio percorso sensoriale, con ben 50 punti di degustazione, collocati nelle principali attività del

15 barrique e un tonneau di Barolo Gustava Docg 2020. andranno all’incanto il 30 ottobre al Castello di Grinzane Cavour. Asta benefica promossa dal Consorzio di tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani , dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, in collaborazione con la  Fondazione CRC Donare, per un brivido con il re dei vini italiani: un assaggio in anteprima delle “prove di botte”. Ezio Raviola, presidente della Fondazione CRC e Matteo Ascheri, presidente del Consorzio di tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani © Murialdo Un caso unico, quindi assistere a un’asta di Barolo suddivisa in lotti di barrique ( L’evento è programmato per il 30 ottobre a Barolo en primeur al Castello di Grinzane Cavour (Cuneo), dove  appunto 15 barrique e un tonneau saranno battuti all’asta in collaborazione con Christie’s e in contemporanea con New York..L’iniziativa è  benefica perché a ogni lotto, o insieme di lotti, sarà associato un progetto di utilità sociale .. Ma di che vino si tratta:  Il Barolo proviene dalla vendemmia 2020 del vigneto Cascina Gustava , che si trova accanto al Castello di Grinzane.«Abbiamo acquisito la vigna nel 2017», spiega Davide Merlini di Fondazione CRC Donare, «mantenendo il comodato d’uso della Scuola enologica di Alba. Poi è nato il progetto Barolo en primeur insieme al Consorzio». «È l’inizio di un percorso per la nostra denominazione», dice Matteo Ascheri,

I vini di Villa Bogdano 1880 provengono dalla Tenuta Planitia sita nell’area vinicola di Lison di Portogruaro, vicino Venezia. La proprietà, dopo tre generazioni nelle mani di una famiglia lombarda con il nome Tenuta Agricola di Lison, dal 2016 è guidata da Domenico Veronese e dall’enologo Lucio Tessari. Questo territorio, distribuito fra le Alpi e il litorale Adriatico, comprende vigneti risalenti a fine ’800 e un bosco planiziale del 1200, parte integrante della tenuta. Fu eletto dalla Comunità Europea sito di Tutela delle “Biodiversità Natura 2000” per le numerose varietà di flora e fauna protette. In quest’area la produzione del Lison Classico Docg è circoscritta ad un territorio che beneficia di un clima mite dovuto alle brezze del mar Adriatico poco distante. Il vitigno principe qui è il tai, ovvero il friulano o vecchio tocai, così rinominato, dopo una controversia con l’Ungheria. Nel 2008, infatti, la Corte di Giustizia Europea ha stabilito che il termine Tokaji si può utilizzare solo per indicare il vino proveniente dall’omonima regione ungherese e prodotto con uve furmint, hàrzevelu e muscat lunelu. Il friulano è un vitigno dalla produzione buona e costante che predilige le esposizioni ben ventilate e il clima fresco. Il vino Lison Classico Docg ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione

Bucci Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc Classico Superiore 2018 – Cantina Villa Bucci La viticoltura marchigiana è sempre stata una produzione molto autoctona, legata al consumo famigliare e locale. Oggi sono 18.000 ettari per il 70% Docg-Doc-Igt con una biodiversità di 100 vitigni, dal Sangiovese al Montepulciano, dal Trebbiano al Verdicchio, ma anche Chardonnay, Merlot, Cabernet Sauvignon, per ottenere il Rosso Piceno, il Conero, il Lacrima di Morro, il Serrapetrona, l’Offida, due Verdicchio di Jesi e Matelica. La Cantina di Ampelio Bucci,  Villa Bucci, è situata a Ostra Vetere, a pochi chilometri da Senigallia, 30 ettari di terra di vigne ben esposte, coltivate e allevate con la pratica dell’agricoltura biologica certificata. Storica azienda che ha contribuito allo sviluppo di tutta la viticoltura di Jesi negli ultimi 40 anni, dal Sangiovese al Montepulciano, ma  soprattutto del Verdicchio. Il Verdicchio Castelli di Jesi Doc Classico Superiore 2018 Biologico è ottenuto dalle sole uve di Verdicchio, viti di 40-45 anni nella vigna di Montecarotto, a media collina sul mare, esposto verso levante, su terreno argilloso, ricco di calcare grossolano, con una struttura non pesante e friabile. Uve pressate leggere, fermentazione lenta e controllata sulla bucce, vinificazione completa compreso il lungo affinamento svolta solo

Finigeto Il Ribaldo Barbera Doc Oltrepo’ Pavese – azienda Finigeto di Aldo Dallavalle  E’ l’Oltrepò Pavese, anche solo Oltrepò, terra vocata al paesaggio ambientale e al vino, senza alcuna aggiunta perché è da sempre così, ma con il vezzo dell’articolo sempre, alla lombarda! Siamo appena sotto il mitico 45° parallelo, quello citato in tutti i libri di viticoltura che indicavano la fascia prediletta alla coltivazione della vigna. L’incontro fra galassie terracquee ha creato i crinali, le valli, i pendii spesso irti e ripidi, scoscesi e difficili da coltivare, ancor meno condurre un trattore. Valle Versa, valle Scorzoletta, valle Scuropasso segnano la parte occidentale vitata della Doc Oltrepò Pavese, Igt provincia di Pavia. Prima di arrivare Montalto Pavese, a inizio paese sulla strada di crinale in località Cella,  c’è la azienda vitivinicola Finigeto  governata dal giovane Aldo Dallavalle. Produce il Nirò Pinot Nero riserva, di struttura e raffinato; il Baldo Bonarda dell’OP doc in purezza;  il 2005 brut millesimato metodo tradizionale Oltrepò Pavese Docg Pinot Nero, fresco e complesso. Ecco un Oltrepò Pavese che sfida, e vince, le furbate locali.  Aldo Dallavalle coltiva 32 ettari di vigna posti fra 250-350 mslm, su terreni difficili, non fertili ma profondi, su grandi placche di

Ci è piaciuta questa iniziativa che spesso si svolge tra addetti ai lavori, ovviamente, ma averla voluta far conoscere a un pubblico più vasto,  è l’attenzione   che il Consorzio Colline Monferrato  ha voluto dare alla comunicazione via web  e per questo abbiamo chiesto maggiori notizie su un vino che  merita più attenzione nel grande panorama enoico italiano. Logo del Consorzio Dice la nota stampa del Consorzio “ Nell'ambito delle attività di Promozione e Valorizzazione in capo al Consorzio di tutela vini Colline del Monferrato Casalese, lo scorso fine ottobre è stata organizzata, al Ristorante La Torre di Casale Monferrato, una degustazione alla cieca di Grignolino, per un confronto su oltre trenta produzioni di vignaioli monferrini afferenti al Consorzio. Sul tavolo della degustazione, sono state proposte annate diverse, per un qualificato viaggio sensoriale tra produzioni passate nel solo acciaio e altre affinate nel legno. Esaminatori di identità e differenze sono stati vignaioli del Consorzio, sommelier (Ais Casale Monferrato), Erika Mantovan (Guide Espresso) e Fabrizio Gallino (Slow Wine), tutti chiamati a votare, in forma anonima, i campioni posti in degustazione. "E' stato un momento di confronto istituzionale e autorevole che suggella un importante punto di partenza per il territorio del Monferrato casalese" ha detto il