Il ghiaccio contro le gelate
Sembra un controsenso combattere il freddo con il freddo , il medesimo principio base dell’omeopatia” similia similibus curantur”, eppure è quanto ottengono i cosiddetti impianti antibrina. Ma come è nostro costume andiamo per gradi: le gelate primaverili rappresentano un costante pericolo per le colture, in particolare per i frutteti. Le tecniche per contrastare gli effetti del gelo sulle piante in fiore sono numerose e in continua evoluzione. Già in antico, soprattutto nell'arco alpino e nel Nord Europa, era diffusa la pratica di accendere fuochi lungo i filari di viti e di alberi da frutto durante le notti serene; pratica evoluta fino a oggi con l'uso di grandi candele di paraffina e di bracieri a tubo pieni di pellet, disposti sotto i teloni antigrandine, per creare un effetto serra a protezione delle piante. Negli ultimi anni si è diffuso l'utilizzo dei cosiddetti impianti antibrina, che sfruttano i sistemi di irrigazione a pioggia, creando uno strato di ghiaccio attorno alle piante e ai fiori. Gli effetti di questa pratica hanno anche un impatto estetico, trasformando i campi in suggestive e scintillanti sculture di ghiaccio. Claudio Cantini, ricercatore dell'Istituto per la bioeconomia (Ibe) del Cnr e responsabile dell'Azienda sperimentale di Follonica (Gr), fornisce una serie di dati e valutazioni a proposito di questa tecnica: “Quando in primavera