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Rubrica di Emanuela Medi
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Vinosano parla di voi

La Doc Asprinio d’Aversa insiste su 22 comuni ricadenti nelle province di Napoli e Caserta: da queste zone sembrano risalire le origini al Regno di Napoli del XIII secolo. La Corte Angioina, amante dello Champagne, interpellò Louis Pierrefeu, cantiniere della Casa Reale, per la creazione di un vino spumante con il vitigno Asprinio. Il territorio vulcanico dell’agro aversano, ricco di tufo cenere e potassio e le caratteristiche grotte, scavate a 10 metri dal suolo, proprio sotto le vecchie case nei centri urbani, consentirono una perfetta maturazione dell’uva, grazie al quale si ottenne uno dei vini spumantizzati, fra i più antichi in Italia. L’Asprinio fu iscritto al Registro Nazionale delle Varietà di Vite nel 1970 ed il nome è legato proprio alla sensazione  “agrumata” prodotta dal gusto del vino; le vigne non lontane dal mare godono anche di quella brezza che stabilizza il vino di ottima sapidità. Evidente è il legame con il territorio di questo – “grande piccolo vino eroico , molto amato da Soldati e  Veronelli, la cui coltivazione in altri territori non  porterebbe allo stesso risultato. L’Asprinio sembra derivare dal Greco di Tufo : si presenta con grappoli piccoli di forma conico-piramidale e muniti di un’ala. Gli acini giallo-verdastri sono molto delicati spesso ricoperti

Un’azienda gestita fin dalle origini a livello familiare, giunta alla terza generazione. E’ l’identikit delle Cantine Colosi, che al Merano Wine Festival si sono aggiudicate il premio “Famiglia”, uno dei cinque riconoscimenti speciali assegnati ai produttori per la prima volta in questa 32ma edizione della Kermesse ideata nel 1992 da Helmut Kocher. Piero e Pietro sono padre e figlio, il primo erede del capostipite, l’altro enologo – omonimo del nonno - che si è formato alla prestigiosa scuola di San Michele all’Adige. Completa il quadro familiare della generazione più giovane Marianna, sorella di Pietro, che insieme a sua mamma Lidia si occupa della parte amministrativa dell’azienda. Siamo a Salina, la piccola isola delle Eolie dove Pietro Colosi senior negli anni settanta compra i primi appezzamenti di vigneto e decide di iniziare a coltivare la specie più rappresentativa del territorio, la Malvasia delle Lipari, conosciuta e qualificata fin dall’antichità come il nettare degli dèi. Negli anni a seguire, con il passaggio generazionale, Piero Colosi decide di valorizzare ancora di più la propria azienda acquistando altri terreni, ristrutturandoli ed adeguandoli alla moderna viticoltura nel rispetto della più tipica tradizione eoliana.Nasce così a Capo Faro, in una zona di origine vulcanica con un terreno ricco

Forte di una popolarità crescente tra gli anconetani e non solo, invidiabile per la sua posizione tra mare e terra, ricco di biodiversità, il Parco del Conero ha ormai tracciato un percorso in salita che per tutela ambientale, sostenibilità delle aziende, eventi culturali rientra a pieno titolo tra i parchi italiani di maggiore interesse.

Africano è il nome esatto per questo caldo che molti di noi ricorderanno come tra i più estenuanti e lo ricorderanno i viticoltori preoccupati, chi più chi meno, della possibile sofferenza delle viti. “Un mese delicato questo- dice Hans Terzer winemaker tra i più famosi e non solo in Italia, perché sono giorni di maturazione delle uve che si presentano sane e belle.Non siamo eccessivamente preoccupati dallo stress idrico perché abbiamo avuto piogge abbondanti quindi riserve di acqua piovana in quantità più che sufficiente. L’unica cosa che stiamo attuando è una leggera sfogliatura non troppo forte per permettere agli acini di maturare senza che si secchino e soprattutto per evitare possibili malattie fungine come la peronospora e lo oidio.Il vero problema sono le improvvise grandinate dovute alle forti escursioni termiche come in questi giorni che però dalle nostre parti non hanno toccato particolarmente l’Alto Adige come Appiano Monte mentre danni si hanno avuti in Oltradige -Bassa Atesina. Siamo leggermente in ritardo per la vendemmia rispetto lo scorso anno, prevediamo la raccolta a metà settembre per il Sauvignon e il Pinot Grigio cui segue il Pinot Nero. Ed è quanto mai indicato parlare di cambiamenti climatici visto che è uno degli effetti più

Impossibile elencare, descrivere tutte le manifestazioni, eperienze, luoghi magici del. patrimonio enogastronomico italiano di questa estate 2023. Ha catturato la nostra attenzione il vivace calendario delle sette Tenute del Gruppo Zonin che per chi avrà la pazienza di leggere non potrà non essere incuriosito da quel qualcosa che vale l’esperienza di provare.

Turismo sostenibile, valorizzazione del territorio e protezione delle risorse naturali e del mare sono una priorità per Tasca D’Almerita riconosciuta a livello internazionale. Nel 2020 infatti, Relais & Chateaux, la nota affiliazione che riunisce 580 tra le più prestigiose e virtuose proprietà e hotel del mondo, ha consegnato a Capofaro Locanda & Malvasia il Trofeo Sostenibilità 2020, riconoscendo il grande impegno in favore dell’ambiente e delle comunità locali.