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Rubrica di Emanuela Medi
 

Demain Laroche-CHABLIS- Les Chanoines 2015 : l’espressione della Cote de Beaune

Il nome, monaco è evocativo dell’importanza dei monaci soprattutto in Borgogna. Benedettini e Cistercensi avevano ettari di vigneti che hanno preservato e coltivato  e a loro si devono i primi clos, ovvero recinzioni, con le  prime classificazione dei vigneti. Sono i monaci a capire l’importanza delle parcelle e quindi dei primi cru che ancora oggi esistono come clos St Danis, clos de Beges, clos de la Roche, vigneti di uve a bacca rossa, così Monrachè, il miglior vino bianco del mondo, il cui nome viene dalla testa rapata di un monaco. In Europa tutti hanno seguito la legislazione francese tranne l’Italia e la Spagna con le doc.

Al naso: Paglierino oro verde brillante tipico di uno chablis giovane 2015, penultima annata in commercio. Mineralità: la caratteristica dei bianchi di Borgogna quindi spinta minerale importante presente soprattutto negli Chardonnay fermi, alcuni dei quali,  provenendo dalle zone più fredde hanno in comune  con gli chablis  la nota salina.  Da notare la comunanza di affilatura con i Reasling, (negli champagne la bollicina è data dalla mineralità)

All’assaggio: c’è spezia ma anche agrume un poco candito, frutta esotica con lieve sfumatura di ananas, papaia, kiwi con toni di frutta secca , mandorla e lieve tono burroso. Nel riesling la mineralità non concede null’altro e si differenzia dal sauvignon blanc dalle fortissime note agrumate. Nello chabils ma soprattutto nello chardonnay de la cote de Beaune la sapidità tende ad essere più aggressiva anche se in sottotono rispetto la mineralità. c’è sempre morbidezza meno prorompente rispetto ad altri chardonnay Un vino non molto complesso ma per essere di base ha una persistenza che lascia la bocca pulita con una leggera nota di mandorla dolce e sapida.

Questo vino fa legno grande e come tale tende ad esaltare  i sentori  che non si sovrappongono a differenza della barrique che tende a coprire  la parte minerale per esaltare la morbidezza  e la nota tostata.

La differenza tra lo Chablis  da premiere CRU e uno Chablis giovane è la sapidità ma soprattutto il potenziale evolutivo. Uno Chablis giovane è caratterizzato dalla freschezza, dalla acidità, dai profumi che invecchiando  assumono note caramellate e intense. Questo è uno Chablis giovane pronto , da bersi  nei prossimi 5 anni mentre i grandi cru degli chablis tendono ad affinare bene per 20-30 anni. Tutto ciò è in gran parte dovuto dai  norasoprenoidi che sono molecole che si esprimono con l’invecchiamento e hanno una soglia di percezione altissima rispetto alle molecole che si esprimono in giovinezza. Questo vino ha già raggiunto una sua completezza e armonia.

Raffaele Mosca, sommelier

 

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