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Rubrica di Emanuela Medi
 

Hans Terzer “Il mago del vino bianco“

La mia filosofia? Saper vivere con buonumore, entusiasta della vita, senza eccessi e inutili rinunce. E’ come una pianta di vite che non ha bisogno di essere troppo carica di uve, ne di soffrire d siccità, di stress idrico, ma deve crescere in modo equilibrato ”.

Saggio certamente lo è, deciso pure e con idee ben chiare, parlare con Hans Terzer, uno dei dieci enologi più famosi del mondo , è un privilegio ma soprattutto è il modo più diretto per capire i grandi vini dell’Alto Adige, unici, indiscutibili nella qualità e soprattutto.. i suoi, pluripremiati.

Dove si è formato?

“Sono figlio di piccoli contadini e già a 10 anni lavoravo nella cantina del paese in cui sono nato. Dalla formazione in cantina e poi in vigna, alla presentazione dei vini e loro commercializzazione. Dopo la scuola agraria, posso dire che a 18 anni il mio percorso era già tracciato ,ho avuto l’incarico di dirigere la cantina di sperimentazione agraria di Limburg. Una grande possibilità di crescita. Con il servizio miliare a 21 anni sono stato chiamato a dirigere la cantina di Appiano. Una sfida che è iniziata con un cambiamento radicale. Io sono uno che osserva molto ma senza dimenticare quello che avevano fatto i miei predecessori i quali non avevano capito una cosa importante: il mercato era cambiato: esigeva vini di qualità e non di pronta beva. Quando sono arrivato c’era un 10-12% di vino bianco soprattutto Pinot bianco. Era giunto il momento di invertire la rotta: dovevamo differenziarci ed essere competitivi con la qualità. Ho espiantato vitigni a frutto rosso e li ho sostituiti con quelli a frutto bianco. Con i miei ragazzi abbiamo fatto molte prove, dopo aver convinto i soci più innovatori a sperimentare il Sauvignon, Pinot Grigio, Chardonnay e Gewurztraminer. E’ andata bene.”

Altitudine, formazione dei suoli, tutti parametri importanti?

“Guardi io ho seguito la mia testa e soprattutto la pancia. Si, i terreni sono importanti, l’altitudine anche ma bisogna capire due cose: la prima che si possono impiantare vigneti su terreni che pur non essendo l’ideale possono dare vini di una certa qualità, la seconda il mercato che esprime esigenze diverse anche in rapporto al portafoglio. Per questo abbiamo creato tre linee: Classica, Cru, Sanct Valentin. Sono tre linee che rispettano i criteri del mercato ma dove la qualità è sempre alta. Io sono uno dei pochi direttori di cantine- la nostra di St Michael Eppan, conta 350 soci, all’inizio erano 41 contadini ,che impone ai propri soci regole severissime come la zonazione: al lago di Caldaro posso impiantare un Gewurztraminer in grado di darmi una ottima maturazione ma senza quei profumi che sono la sua caratteristica, così un Sauvignon deve essere impiantato ad altitudini più elevate perché io lo possa riconoscerlo facilmente. Quindi prima abbiamo fatto un lavoro di zonazione puntando sulla qualità poi sono venute le tre famose linee, ognuna delle quali è frutto di attente selezioni. Per il Sanct Valentin, linea nata nel 1986, abbiamo iniziato con la selezione di tre vini, dopo 15 anni di sperimentazioni e solo recentemente abbiamo la linea completa di altissima qualità.”

La cantina ha 350 produttori: un gioco di squadra?

“C’è voluto molto tempo ma sono stato fortunato perché si partiva da zero che è molto più facile. Oggi sarebbe molto difficile invertire la rotta. Poi il contadino per fortuna è per mentalità molto legato alla sua terra, per cui sono stati pochi quelli che negli anni più difficili hanno estirpato i vigneti e messo la coltivazione delle mele. I più mi hanno seguito, accettando i miei consigli.”

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Emanuela Medi giornalista professionista, ha svolto la sua attività professionale in RAI presso le testate radiofoniche GR3 e GR1. Vice-Caporedattore della redazione tematica del GR1 “Le Scienze”- Direttore Livio Zanetti- ha curato la rubrica ”La Medicina”. Ha avuto numerosi incarichi come il coordinamento della prima Campagna Europea per la lotta ai tumori, affidatole dalla Commissione della Comunità Europea. Per il suo impegno nella divulgazione scientifica ha ottenuto numerosi riconoscimenti: Premio ASMI, Premio Ippocrate UNAMSI, premio prevenzione degli handicap della Presidenza della Repubblica. Nel 2014 ha scritto ”Vivere frizzante” edito Diabasis. Un saggio sul rapporto vino e salute. Nello steso anno ha creato il sito ”VINOSANO” con particolare attenzione agli aspetti scientifici e salutistici del vino. Nel 2016 ha conseguito il diploma di Sommelier presso la Fondazione Italiana Sommelier di Roma.. Attualmente segue il corso di Bibenda Executive Wine Master (BEM) della durata di due anni.