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Rubrica di Emanuela Medi
 

 L’Aglianico  del Cilento

Ha  ben pochi  rivali  per grinta, complessità aromatica , espressione territoriale: l’Aglianico  a torto definito il barolo del sud, ha molto da dire di suo, tanto che i suoi biotipi a differenza del nebbiolo, non si possono mescolare . Lui sta solo, interprete delle differenze tra territori di appartenenza  come l’Irpinia, il  Sannio,il Cilento, il Vulture. Differenze , meglio sfumature che  ho colto  tra i banchi di assaggio di un recente evento svoltosi a Roma organizzato da Riserva Grande di Marco Cum.

La  mia scelta è stata su alcune aziende del Cilento: un Aglianico  meno speziato e possente del cugino Irpino, con qualche spigolosità meno decisa della terra del Sannio   e con note floreali e sensazioni olfattive fumè meno evidenti del Vulture.

De Conciliis. Azienda Agricola fondata nel 1996 con sede a Prignano nel Cilento  Proprietari tre fratelli Bruno,Luigi  e Paola  che gestiscono 12 ettari  con una produzione di circa 200mila bottiglie l’anno. Vini di di punta: Fiano e  Aglianico. Il primo assaggio è per Paestum Aglianico IGT”Zero Supercampano” 2008- D’Orta-De Conciliis nato dalla collaborazione tra Winny D’Orta e Bruno De Conciliis.

Aglianico in purezza dal colore granato scarico. Naso scuro con sentori di humus, terra bagnata, grafite, foglie secche e poi mora, mirtillo, frutta scura. Terroso dai tannini leggermente rugosi ma scorrevoli .  Non dimostra i 15° ma rispecchia la versione cilentina dell’Aglianico: zona  calda , quindi un vino più scuro, profondo  rispetto al Vulture e al Taurasi che essendo vini di montagna  tengono ad avere un bouquet più balsamico e floreale.  Finale persistente e certamente senza note amare.

La  versione del 2005  esce dopo 12 anni, quindi un vino che fa sei anni di legno e sei di bottiglia.  Bello, maturo, c’è questa marasca sciroppata e fico secco, frutta surmatura che si accosta ad una nota minerale, salmastra quasi iodata. Tabacco pellame , rabarbaro, cuoio, spezie da complessità terziaria  Bocca raffinata nonostante i 16° che non disturbano affatto . Sapido, profondo, persistente dal finale lungo . Ricorda molto il barolo

Azienda Agricola  San Salvatore

Ancora una volta lo stretto legame che unisce un’azienda al  territorio di appartenenza: il Cilento. Come pochi Giuseppe Pagano, cilentino entusiasta e coinvolgente propone una batteria di gran classe con pochi riscontri in Campania e con prezzi che più onesti non si può

Ceraso 2016 dal dialetto ciliegio. Colore consolidato  rubino prezioso Un Aglianico giovane, fresco, croccante dal leggero passaggio in barrique .Sentori di ginepro e sottobosco Acidità presente ma gioviale di fiore, elegante, rotondo studiato per essere bevuto a tutto pasto.

CORLETO IGP Paestum senza solfiti– 2013. Nota scura più sottile, minerale,  terroso, dal fruttato di ciliegia. Bel tannino  setoso,  con nota mentolata e di grafite da cemento e legno grande.  Dinamico è molto elegante , complesso e strutturato,  ideato per essere pronto. Prende la bocca per l’avvolgenza e la persistenza.

E non poteva mancare la bottiglia “ Omaggio a Gillo Dorfles” cavallo di battaglia del’azienda. Un matrimonio d’amore tra arte e vino, meglio tra  l’Aglianico e il grande artista( compie 108 anni l’8 di Aprile)  che ha creato per Don Peppino 12  bozzetti uno per ogni annata futura a partire dal 2012, tutti ispirati ai paesaggi del Cilento.

Affinamento 24 mesi in botti di rovere francese e 24 mesi in bottiglia.   Prevale la nota balsamica ,setosa, con tannini eleganti e sapidità intraprendente ma non invadente. Ha la grinta dell’Aglianico ma anche una morbidezza cioccolatosa che chiude con un bel finale lungo e persistente. Un mondo diverso, ma si sa l’Aglianico è questo!

Azienda MILA VUOLO Cilento- Montevetrano.

L’azienda è sulle colline pre-appenniniche della frazione di Giovi  che fanno da corona al golfo di Salerno. Da qui si respira l’aria salmastra, la brezza marina e i venti freddi del Terminio.  A Mila l’onore e l’onere di aver lanciato questa bella azienda in collaborazione con l’enologo padovano Guido Busatto, ereditata dal padre Luca, medico salernitano. Viticultura biologica con suoli argilloso-calcarei e residui vulcanici provenienti dalla vicina Irpinia.

Una piacevole scoperta di Aglianico  che ci è stata offerta in 4 annate: 2013-20122011-2009 .  Partiamo con il 2013:  aglianico  in tutte le sue sfumature : humus, anche qui foglie secche, terra bagnata, frutto scuro, tannini ancora giovani il  2012   risulta essere più morbido e complesso. Figlio di una annata molto calda è più fruttato del precedente con tannino leggermente più grintoso.  Finale morbido con sfumature di cioccolato ma anche salato. Punteggio 87. E arriviamo al 2011 annata, la migliore delle quattro in degustazione. Morbido, elegante, balsamico con evidente presenza di frutta nera, cioccolato, caffè, liquirizia ben integrati. Un vino di struttura che gli conferiscono un insieme armonico di tannicità e sapidità. Profumo: molto frutto nero, liquerizia,  caffe, cioccolato . 2009 radice corteccia, sapido che non stona, terroso bella complessità. Un giudizio che accomuna nei caratteri il 2009 e il 2011, una maggiore dolcezza per l’annata 2009  , l’altra la 2011 la  più elegante.

Emanuela Medi giornalista, sommelier

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