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Rubrica di Emanuela Medi
 

Le artigianalità del Molise e la “Pizzata” di Mammola, due eccellenze Italiane!

Siamo in Molise e precisamente a Pesche, provincia di Isernia, uno tra i più antichi Borghi Medievali d’Italia, a pochi km dalla famosa e bellissima Agnone, la città delle Campane, che ad oggi conta poco più di 1600 anime.

Per quale motivo? Per parlavi del forno di Fiorella, chiamato “Antiche Delizie Molisane, ”la cui produzione rigorosamente artigianale ne ha fatto uno dei forni più conosciuti e visitati di Pesche tanto da essere inserito nella” Guida ai sapori e ai piaceri della regione Molise 2017” di La  Repubblica

Profumi e acqualina in bocca, Perché no ! Pane e panini (con impasto alle patate) di tutti i tipi, bianco, ai cereali, alle noci, alle olive, le proverbiali ferratelle croccanti, le ostie ripiene (di frutta secca e miele!),le Castagnole Agnonesi, gli Uccelletti (biscotti al vino ripieni di amarena), pizza coi cicoli, la Pigna (dolce tipico pasquale Molisano).

La caratteristica principale e distintiva del pane di Fiorella è la presenza esclusiva di lievito madre e di una lunga lievitazione naturale di 7 ore.

Inutile precisare che i suddetti prodotti non contengono conservanti, additivi, grassi idrogenati, olio di palma. Dalla tradizione all’innovazione – da pochi giorni Antiche Delizie Molisane ha intrapreso una nuova avventura con l’ecommerce www.quellobuono.com , che ha la mission di diffondere la cultura culinaria molisana nel mondo

Claudio Chiricolo



La “Pizzata” di Mammola

Il Pane di mais, tipico di Mammola e della Calabria

La “Pizzata” è un pane che si ottiene dalla farina di mais o granturco macinato al mulino ad acqua da cui si ricava una farina profumata e pregiata che conserva tutte le caratteristiche organolettiche.

Anticamente, questo pane, era molto diffuso  in tutta la Calabria e l’Italia. Viene chiamato pane “Pizzata” ,“Pizzata” di Mammola o con il nome di altri pochi paesi montani della Calabria che ancora lo  producono  dove la prevalenza del mais caratterizza la diversità dei nomi.

Preparata alla vecchia maniera contadina con lievito naturale, cotta nei forni a legna con alla  base foglie secche di castagno, ha un colore giallo scuro all’esterno, giallo-oro all’interno, mollica un poco compatta ,crosta leggermente croccante, dal peso di 500-600 grammi.   Dal sapore intenso del profumo persistente di mais, è ricco di fibre, molto digeribile, dura per più giorni con un forte legame tradizionale sul territorio della Provincia Reggina.

Il pane “Pizzata”,si mangia con piatti comuni, in particolare con quelli rustici della cucina calabrese; ad esempio con le “frittole” di maiale, con alici o sarde salate sott’olio e peperoncino, con lo “stocco” (stoccafisso) , con fagioli di montagna e  altri piatti di legumi.La tradizione vuole che si mangi il pane “Pizzata” quando si ammazza il maiale nel periodo invernale, quando si macinano le olive al frantoio per assaggiare l’olio e con la quagliata prima di fare il formaggio. In tutte queste occasioni il vino assume un ruolo importante, da accompagnare le pietanze con un buon bicchiere di vino locale   Cirò , vino rosso prodotto da uva fragola, di un gusto e aroma particolare, tipico di montagna.

Appetibili e gustosi sono anche i “viscotta” e le “frise” di granturco, ad alto valore dietetico in quanto gli alimenti con farina di mais sono particolarmente  indicate per i diabetici , per chi è a rischio glicemico e per i ciliaci in quanto la farina di mais non contiene glutine.

Gino Larosa – Dipendente Calabria Verde – Regione Calabria

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