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Rubrica di Emanuela Medi
 

Montepulciano d’Abruzzo, 10 anni dopo

In occasione della manifestazione “Cala Lenta”, una degustazione alla scoperta del principe dei vitigni abruzzesi.
Una splendida cornice, quella del cinquecentesco palazzo Corvo di Ortona, oggi sede del Consorzio vini d’Abruzzo.
Una batteria di 7 Montepulciano d’Abruzzo da differenti zone e differenti produttori, tutti figli di un millesimo, il 2007, il quale, pur non essendo tra i più blasonati, si è distinto per aver conferito ai vari vini spessore e qualità sufficienti per affrontare un lungo percorso evolutivo.

“La Valentina”
Azienda ubicata nel Pescarese, in un’area collinare intermedia tra il Gran Sasso e la costa Pescarese. In degustazione, il rosso “base”, che da sempre si distingue per l’ottimo rapporto qualità-prezzo. Colore rubino particolarmente vivace. Naso che propone sentori di grafite, humus, inchiostro, rabarbaro, cacao e fungo. Sorso snello, scandito da tannini vellutati e da una graffiante mineralità ferrosa, che si accosta a ritorni fruttati in un finale molto preciso.

“Buccicatino – Don Giovanni”
Dalla zona di Vacri, nella parte dell’entroterra chietino che dalla Maiella digrada verso la costa. Colore sempre molto integro. Naso più marcatamente maturo, che propone sensazioni animali seguite da salsedine, eucalipto, marasche in confettura, fichi secchi e cioccolato. Gusto rotondamente fruttato, smorzato da una sapiditá ben nitida e da ritorni mentolati. Finale abbondantemente caldo e persistente negli echi fruttati.

“Brune Rosse – Torre Zambra”
Dall’areale della piccola Doc Villamagna, che si colloca a pochi chilometri dalla costa teatina. Propone sensazioni confettura di visciole, liquore ai mirtilli, cacao, terra bagnata, caffé e spezie dolci. Sorso molto masticabile, nel quale un frutto prorompente è bilanciato da tannini insistenti. Un lieve ritorno amarognolo ne penalizza purtroppo il finale.

“La Quercia – Colline Teramane “Mastrobono”
Colline Teramane è sinonimo di qualità. Da questa zona, a metà tra Gran Sasso e costa teramana, derivano, difatti, le più complesse e strutturate espressioni di questo vitigno. Questo vino sembra esserne la riprova. Colore appena più granato. Naso sfaccettato, con note di ruggine e grafite, poi erbe amare, humus, soffi floreali, cenni di mirtillo rosso e di tamarindo. Bocca sorprendentemente giovanile, segnata da freschezza decisa, sapiditá e tannini prorompenti a testimoniare che il meglio deve ancora venire. Finale chinato di lunga persistenza.

“Agriverde – Solarea”
L’azienda è ubicata nella campagna ortonese, vicino al mare ma a ridosso del cammino che conduce verso la Majella. Si tratta, peraltro, di uno dei primi vini su scala nazionale ad aver ottenuto una certificazione biologica. Timbro olfattivo incentrato su sensazioni di marasche sciroppate e cioccolato, seguite da idee di fungo porcino, tabacco e vaniglia, e ancora da tocchi animali e cenni mentolati . Espansivo il sorso, che contrappone morbidezza fruttata con intensi ritorni salini. Finale marcato dall’ alcol ma persistente.

“Masciarelli – Villa Gemma”
Questo vino, eredità del grande Gianni Masciarelli, è indubbiamente tra i più celebri e rappresentativi di questa regione. Se ne può parlare come di un grande “vino di montagna”, essendo prodotto in quel di San Martino sulla Marruccia, alle pendici della Majella.
Colore cupo e compatto. Splendido olfatto che verte su note di china quasi da vermouth, e a seguire su sensazioni di genziana, rabarbaro, menta ed incenso, ed ancora su di una misurata componente fruttata che si combina a note dolci di tostatura. Al sorso è sfaccettato, polposo, fresco, molto persistente nei coerenti ritorni retro-olfattivi.

“Pasetti – Harimann”
Altro grande vino di montagna, proveniente ad oltre 500 metri di altitudine. Splendida concentrazione del colore. Intensa la mineralità ferrosa, cui fanno da corredo salsedine, spezie scure, note terrestri e animali molto intriganti, mentre il frutto, seppur presente, è in secondo piano. Il sorso è austero, fresco e finemente tannico, bilanciato da un frutto generoso ma mai ostentato, e rimane terragno e balsamico nel lungo finale.

Raffaele Mosca

 

 

Scritto da

Emanuela Medi giornalista professionista, ha svolto la sua attività professionale in RAI presso le testate radiofoniche GR3 e GR1. Vice-Caporedattore della redazione tematica del GR1 “Le Scienze”- Direttore Livio Zanetti- ha curato la rubrica ”La Medicina”. Ha avuto numerosi incarichi come il coordinamento della prima Campagna Europea per la lotta ai tumori, affidatole dalla Commissione della Comunità Europea. Per il suo impegno nella divulgazione scientifica ha ottenuto numerosi riconoscimenti: Premio ASMI, Premio Ippocrate UNAMSI, premio prevenzione degli handicap della Presidenza della Repubblica. Nel 2014 ha scritto ”Vivere frizzante” edito Diabasis. Un saggio sul rapporto vino e salute. Nello steso anno ha creato il sito ”VINOSANO” con particolare attenzione agli aspetti scientifici e salutistici del vino. Nel 2016 ha conseguito il diploma di Sommelier presso la Fondazione Italiana Sommelier di Roma.. Attualmente segue il corso di Bibenda Executive Wine Master (BEM) della durata di due anni.