Un gruppo di ricerca della Sapienza ha individuato nell’olio extravergine di oliva il componente responsabile della riduzione dei livelli di glucosio nel sangue post-prandiale. Lo studio è stato pubblicato su British Journal Clinical Pharmacology.
La ricerca condotta dal Prof Francesco Viola, Dipartimento Medicina interna e specialità mediche riveste una grande importanza nella lotta alla malattia diabetica “ Noi sappiamo- dice il Prof Violi- che i picchi di insulina sono molto dannosi per il diabetico, l’aver dimostrato che è possibile ottenere un livello di insulina post-prandiale più basso di quello che normalmente ha il paziente diabetico riveste una grande importanza. La prevenzione del diabete e dei suoi danni si svolge soprattutto durante i pasti, in quanto l’aumento della glicemia post-prandiale stimola la produzione di insulina, cosa che a lungo andare facilita l’insorgenza della malattia nel soggetto predisposto “
Ma andiamo per gradi: un precedente studio del gruppo guidato da Francesco Violi aveva dimostrato che l’assunzione di 10 g. di olio extravergine di oliva durante i pasti era in grado di ridurre di 20 mg la glicemia post-prandiale. Dalla ricerca era emerso che l’extravergine di oliva si comporta come un antidiabetico con un meccanismo simile ai farmaci di nuova generazione, cioè le incretine (ormoni naturali prodotti a livello gastrointestinale che riducono il livello della glicemia nel sangue). L’assunzione di olio extravergine di oliva si associa, infatti, a un aumento nel sangue delle incretine e a una riduzione della insulina .
Non era stata ancora individuata la componente dell’olio responsabile di questo benefico effetto.
la nuova ricerca effettuata dallo stesso team , ha individuato nell’oleuropeina il componente specifico dell’olio di oliva capace di ridurre la glicemia post-prandiale. “Il diabete – spiega ancora Francesco Violi – è una delle principali cause di infarto del miocardio ed ictus. Nel 2016 i casi dichiarati di diabete in Italia hanno superato 3.000.000 e questo numero crescerà nei prossimi anni considerando la progressiva tendenza all’aumento della malattia nella nostra popolazione. Ottenere una risposta più bassa di insulina significa proteggere molti organi, e aumentare la qualità e la durata della vita”
Lo studio è stato effettuato su un campione di soggetti sani randomizzati, ai quali sono stati somministrati 20 mg di oleuropeina o placebo durante un pasto tipico della cucina italiana. La ricerca ha dimostrato una riduzione significativa della glicemia, a due ore dal pasto, solo quando i pazienti assumevano 20 mg di oleuropeina. Interessante era il fatto che, a due ore dal pasto, i pazienti presentavano gli stessi livelli glicemici che avevano prima di assumere il cibo.
Questa ricerca apre nuove prospettive per combattere il diabete anche con sostanze naturali come l’oleuropeina, che è presente non solo nell’olio ma anche nelle foglie dell’ulivo.
“Inoltre i dati sulle oscillazioni di glucosio e colesterolo – conclude Violi – permettono di comprendere come l’assunzione di olio di oliva nella dieta possa prevenire complicanze cardiovascolari e arteriosclerosi. Numerosi studi infatti, hanno dimostrato che i picchi post-prandiali di glucosio e colesterolo sono potenzialmente dannosi nei pazienti a rischio di complicanze aterosclerotiche; ridurne, pertanto, l’entità potrebbe apportare benefici nella cura dell’arteriosclerosi e delle sue complicanze come infarto e ictus”
Emanuela Medi, giornalista