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Rubrica di Emanuela Medi

Ricerca: Donna e alcool: E’ solo questione di vulnerabilità biologica o anche di età?

E’ giusto ogni tanto ricordare alcune evidenze in tema di salute pubblica e quella della dipendenza da alcool è una epidemia globale che investe tutto il pianeta e costituisce una emergenza sanitaria e sociale ma anche politica perché richiede sforzi comuni a molti paesi, per essere affrontata. Anche se noi abbiamo sempre parlato di consumo moderato identificando modalità e consumi, non possiamo non ricordare che esiste una differenza di genere ben documentata sugli effetti dell’abuso  e dipendenza di alcol tra uomini e donne. Differenza di genere non più così marcata per il cambiamento di usi e costumi del bere: primo tra tutti l’abbassamento di età del primo bicchiere e una sostanziale equivalenza tra ragazzi e ragazze nella fascia di età tra i 12-17 anni. Due studi epidemiologici effettuati negli anni 80 e 90 hanno dimostrato un incremento sorprendente nella popolazione femminile con una prevalenza raddoppiata di disturbi, in dieci anni. Gli studi di genere non sono molto numerosi ma rimandano al quesito principale” la donna è fisiologicamente e biologicamente più vulnerabile dell’uomo agli effetti del’alcool?”. La risposta sembra essere si. Le donne rispetto gli uomini vanno incontro a intossicazioni più gravi, come danni ai processi cognitivi e nelle prestazioni psicomotorie e in tempi più brevi. Rispetto gli uomini sviluppano cirrosi e epatiti dopo un periodo più breve di eccesso al bere e con quantità giornaliere minori di alcol. Dimostrato un rapporto alcol-tumori soprattutto per il cancro alla mammella e con un tasso di mortalità maggiore per tutti i tumori alcol-correlati. Tutte le evidenze cliniche dimostrano che nelle donne l’abuso di alcol ha un effetto più pesante sulla salute in particolare per le donne giovani che fanno uso dei contraccettivi… Colpa di una minore capacità di assorbimento dell’alcol circolante nel sangue, della quantità di alcool ingerito, della  quantità e tipo di cibo presente nello stomaco, dalla modalità di assunzione e dalla struttura corporea della donna.  Studi recenti hanno dimostrato che oltre il sesso è importante l’età:  confrontando uomini e donne per fasce di età, la capacità di metabolizzare l’alcol nella fascia 20-40 anni è massima per gli uomini e minima nelle donne, nella fascia 41-60 il rapporto si inverte, nella fascia 61-80 l’attività diminuisce per entrambi e le differenze si appiattiscono Tante variabili che portano a consigliare il consumo moderato e quotidiano del bere. Bere si ma di qualità, l’alcol fa male quando non lo si conosce e non lo si sa gestire, soprattutto quando parliamo di vino…

Fonti: Istituto Superiore di Sanità
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Emanuela Medi giornalista professionista, ha svolto la sua attività professionale in RAI presso le testate radiofoniche GR3 e GR1. Vice-Caporedattore della redazione tematica del GR1 “Le Scienze”- Direttore Livio Zanetti- ha curato la rubrica ”La Medicina”. Ha avuto numerosi incarichi come il coordinamento della prima Campagna Europea per la lotta ai tumori, affidatole dalla Commissione della Comunità Europea. Per il suo impegno nella divulgazione scientifica ha ottenuto numerosi riconoscimenti: Premio ASMI, Premio Ippocrate UNAMSI, premio prevenzione degli handicap della Presidenza della Repubblica. Nel 2014 ha scritto ”Vivere frizzante” edito Diabasis. Un saggio sul rapporto vino e salute. Nello steso anno ha creato il sito ”VINOSANO” con particolare attenzione agli aspetti scientifici e salutistici del vino. Nel 2016 ha conseguito il diploma di Sommelier presso la Fondazione Italiana Sommelier di Roma.. Attualmente segue il corso di Bibenda Executive Wine Master (BEM) della durata di due anni.