a

I Tag di Vinosano
Rubrica di Emanuela Medi
HomeArticoli taggati"Brunello di Montalcino"

Brunello di Montalcino Tag

Ma perché questo motto che hanno voluto Antonio Michel Zaccheo e Caterina Sacchet attuali proprietari di Carpineto?Spiega Antonio Zaccheo “Perché chiunque si ferma nella nostra enoteca anche una sola volta, ristoratori, sommelier, giornalisti, curiosi trova il mondo dei vini della Toscana e può mettere nello scaffale  vini di qualità, in particolare delle nostre 5 tenute”. Giovani, bravi non c’è che dire, felici e convinti del proprio lavoro li ho incontrati in occasione di Benvenuto  Brunello  in un mondo unico per  bellezza naturale,  per qualità, innovazione  e produzione dei loro celebri  pluripremiati rossi, che è Carpineto.  Attorno a un tavolo dalla tovaglia rigorosamente a scacchi con un panorama mozzafiato, ho degustato il meglio della loro produzione e tra un immancabile pane bianco, pecorino e salame è iniziata l’intervista con Antonio Michel Zaccheo e  Caterina Sacchet. “L’azienda dice Antonio- nasce 50 anni fa, era il 1967 quando le famiglie Sacchet e Zaccheo fondarono la Carpineto col proposito di produrre il migliore Chianti Classico che il “terroir” potesse offrire.Iniziarono con 12 ettari  a Greve in Chianti. a produrre un Chianti Classico e poi una riserva. Ma già allora il loro era un vino nettamente migliore di quello che c’era sul mercato perché il Chianti era

“È come piace a me, forte, con grande corpo ma nello stesso tempo elegante su cui punto molto perché in questo deve distinguersi. A me non piacciono i vini concentrati. Il mio Brunello è un vino di seta, meglio di velluto dove il frutto è intatto e si deve sentire. Lavoriamo in questa direzione senza concentrazioni, manomissioni perché deve venire fuori quello che sono riuscita a fare lavorando in vigna”.

Sarà il 2021 un anno favoloso per il Brunello che conferma , come se ce ne fosse bisogno, la sua altissima qualità.  Favoloso perché si presenta sul mercato con due annate la 2015 e la 2016 riconosciute ai vertici da tutta la critica internazionale, “favoloso perché spettacolare- come sottolinea Fabrizio Bindocci presidente del Consorzio- è stata la vendemmia 2020 che  porta in cantina  uve sane e di alta qualità anche se con minore quantità, ma che si presta a un periodo di lungo affinamento e a una rilevante longevità”.  Il Brunello,  che vive un periodo d’oro, ha solo conferme sia sui mercati esteri , dove è venduto circa l’80% della produzione, sia sul mercato interno che la chiusura dell’Horeca non ha scalfito  visto- come sottolinea Bindocci- “il Brunello si beve anche a casa”. E  sul Brunello piovono i punteggi dopo il primo appuntamento con la stampa di Benvenuto Brunello Off, evento organizzato da Consorzio per presentare il Brunello Montalcino 2016,  Brunello Riserva 2015, Rosso Montalcino 2019, Moscadello e Sant’Antimo di 140 cantine. Tutti i Brunello 2016- come rilevato dalla stampa- ( annata “ 5 Stelle)  si sono caratterizzati per un ottimo equilibrio tra le varie componenti, tannini eleganti, corpo ,struttura

Più 35% per il Brunello di Montalcino per l’annata 2015, numeri decisamente più alti se di mezzo non ci fosse stata la pandemia. A dirlo, lo stesso Consorzio del Vino Brunello di Montalcino. Consorzio del Vino Brunello di Montalcino “Sono circa 9 milioni i contrassegni Docg consegnati nel 2020 dal Consorzio per altrettante bottiglie di Brunello di Montalcino pronte alla vendita. Il dato registrato da Valoritalia è superiore (+12,2%) rispetto alle bottiglie immesse sul mercato nel 2019 e alla media degli ultimi 5 anni (+4,3%)”. Quindi Brunello superstar “Alla sua prima stagione di vendita (da quest’anno è in commercio la riserva) – continua la nota – l’annata 2015 ha già fatto meglio dei due millesimi precedenti rispettivamente del +53% del +32%“. E se l’annata 2016 si conferma altrettanto importante, dicono dal Consorzio  “anche per questa vi saranno numeri interessanti – per cui tra novembre e dicembre scorsi sono stati richiesti 2,7 milioni di contrassegni Docg per altrettante bottiglie pronte ad essere distribuite nel mondo “.  Un risultato positivo quindi che avrebbe avuto in condizioni normali ,una crescita maggiore almeno doppia  se non fosse stata rallentata dal Covid che ha segnato un calo di vendite nei mesi tra Maggio e dicembre mentre sono state nel 2020(-1% a oltre 1 milione

Sull’annata 2015 del Brunello di Montalcino si è detto tutto e il contrario di tutto. Ci sono critici che, già dopo la prima sessione di assaggio nello scorso autunno, hanno cominciato a inondare la rete di proclami trionfanti, dispensando punteggi da capogiro a destra e manca, e ce ne sono altri che, invece, hanno espresso da subito una certa perplessità riguardo all’effettiva “grandiosità” di questo millesimo torrido, evidenziando che in certi casi ha dato vini “over the top” (ovvero sopra le righe). Purtroppo motivazioni lavorative prima, e il dilagare del coronavirus dopo, non ci hanno permesso di recarci in loco per approfondire la questione. E allora, per farci un’idea perlomeno vaga di quali siano le caratteristiche dell’annata, abbiamo deciso di stappare per Pasqua due etichette stilisticamente opposte di due aziende simbolo della denominazione.Il primo è il Brunello di Montalcino 2015 di Col d’Orcia, Azienda fondata dalla famiglia Franceschini alla fine dell’ 800’ e acquistata dai conti Marone Cinzano, pioneri del Vermouth e dell’Asti Spumante, nel 1973. Al netto delle circa 200.000 bottiglie prodotte annualmente, questa etichetta rappresenta il volto “pop” della denominazione e funge spesso da barometro per “pesare” l’annata. Da qualche tempo tutte le uve impiegate vengono da vigneti coltivati

Partire da un territorio bellissimo ma che non si conosce, tradurlo in una nuova realtà produttiva importante, valorizzare le caratteristiche ambientali, la biodiversità per creare un fenomeno anche commerciale unico al mondo, attraverso un vino di grande qualità. Diciamolo francamente ci vuole coraggio, intuizione, imprenditorialità e uomini che credono in un progetto.