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Rubrica di Emanuela Medi
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Da gennaio 2023 sarà disponibile sui mercati di tutto il mondo, ma il Brunello 2018 si potrà degustare in assoluta anteprima durante Benvenuto Brunello, evento di presentazione dei nuovi vini del Consorzio del Brunello in programma dall’11 al 21 novembre a Montalcino e, il 17 novembre, in contemporanea a Londra, New York, Los Angeles e Toronto. “La 2018 torna ad essere un’annata classica. Il clima ha riproposto temperature miti, non troppo calde rispetto agli ultimi anni – spiega il vicepresidente del Consorzio, Riccardo Talenti – le maturazioni sono state un po’ più lunghe, senza picchi di calore. La 2018 presenta acidità, eleganze, tannini ben costruiti e persistenti, con un frutto di base molto fresco”. Nei calici, a Benvenuto Brunello, anche il Brunello Riserva 2017, il Rosso di Montalcino 2021, il Moscadello e il Sant’Antimo di 136 cantine del territorio. Il programma prevede anche convegni, talk-show e molto altro ancora.

“Siamo riusciti a chiudere molto bene il 2020, ma il vero exploit lo stiamo registrando ora” dice Fabrizio Bindocci presidente del Consorzio del vino Brunello di Montalcino, in apertura di Benvenuto Brunello alle Anteprima di Toscana svoltasi lunedì 17 maggio. Fabrizio Bindocci E come dargli torto visto che le annate 2015 e 2016 hanno raggiunto il record assoluto nella storia della Docg di fascette consegnate per le bottiglie collocate sul mercato. Dice ancora Bindocci” Nei primi 4 mesi di quest’anno l’incremento sullo stesso periodo dello scorso anno è  addirittura del 38% ma quello che balza all’occhio è anche un +43% di sigilli di Stato richiesti nel quadrimestre rispetto alla media del triennio 2018-2020. Non ci fermiamo qui-ha concluso- siamo pronti ad accelerare sui mercati, Est asiatico, Usa e Nord Europa con la metà del Brunello certificato o in attesa di certificazione” Interessanti i numeri: 5,5 milioni di fascette per il Brunello 2016 consegnate alle 250 imprese di Montalcino; la riserva 2015 ha avuto un incremento del 583% rispetto lo stesso periodo dello scorso anno, il rosso di Montalcino circa il 7% con un buon recupero rispetto lo scorso anno.  Anche il prodotto sfuso regge bene con giacenze dell’imbottigliato calate del 40% dal

Sarà il 2021 un anno favoloso per il Brunello che conferma , come se ce ne fosse bisogno, la sua altissima qualità.  Favoloso perché si presenta sul mercato con due annate la 2015 e la 2016 riconosciute ai vertici da tutta la critica internazionale, “favoloso perché spettacolare- come sottolinea Fabrizio Bindocci presidente del Consorzio- è stata la vendemmia 2020 che  porta in cantina  uve sane e di alta qualità anche se con minore quantità, ma che si presta a un periodo di lungo affinamento e a una rilevante longevità”.  Il Brunello,  che vive un periodo d’oro, ha solo conferme sia sui mercati esteri , dove è venduto circa l’80% della produzione, sia sul mercato interno che la chiusura dell’Horeca non ha scalfito  visto- come sottolinea Bindocci- “il Brunello si beve anche a casa”. E  sul Brunello piovono i punteggi dopo il primo appuntamento con la stampa di Benvenuto Brunello Off, evento organizzato da Consorzio per presentare il Brunello Montalcino 2016,  Brunello Riserva 2015, Rosso Montalcino 2019, Moscadello e Sant’Antimo di 140 cantine. Tutti i Brunello 2016- come rilevato dalla stampa- ( annata “ 5 Stelle)  si sono caratterizzati per un ottimo equilibrio tra le varie componenti, tannini eleganti, corpo ,struttura

 “Il Brunello non tradisce mai- dice Elisabetta Gnudi Angelini produttrice  tra le più affermate d’Italia- Se non fosse un vino di grande qualità, affermato nel mondo,  rimarrebbe in cantina e invece noi lavoriamo come sempre.” Con l’annata 2015 Altesino, tra le aziende storiche di Montalcino che hanno contribuito a creare il mito del Brunello, celebra un importante compleanno: il quarantesimo del proprio Brunello di Montalcino Montosoli. In tutte le carte di Montalcino, sin dalle più antiche, la collina Montosoli è rinomata come luogo di particolare pregio per le vigne ed è sempre stata estremamente ambìta dai produttori?  Dal 2002 Altesino è di proprietà della famiglia Gnudi Angelini che prosegue in quella ricerca dell’eccellenza iniziata appunto nel 1975 con l’introduzione del concetto di “cru” e la prima vendemmia del Montosoli.  “Il 2015- dice ancora la produttrice- sarà un ‘annata da ricordare per il Brunello( dopo il 2010  dichiarata eccezionale) grazie alle condizioni climatiche favorevoli e alla capacità di tutti noi che lavoriamo il Brunello per aver saputo valorizzare una vendemmia particolarmente felice. Celebrare la quarantesima vendemmia del nostro Montosoli, è per me motivo di grande orgoglio a dimostrare la qualità del nostro territorio in grado di produrre vini fortemente riconoscibili, longevi, equilibrati,

Certo le voci di un possibile acquisto da parte di Lvmh, il colosso del mondo del vino  del Castello Banfi a Montalcino, azienda tra le più belle e rinomate a livello internazionale , se da una parte conferma l’appeal di Montalcino, potrebbe preoccupare  per la presenza marcata francese dopo l’acquisto da parte del gruppo Epi della famiglia Descours della tenuta Greppo di Biondi Santi. Voci e trattative a parte Ilaria Martinelli Master Sommelier ha tracciato una fotografia dell’azienda Banfi che molto ha contribuito allo sviluppo del territorio  donando prestigio al Brunello.  1978- John e Harry Mariani AZIENDA All’epoca le aziende produttrici erano una ventina e le bottiglie non superavano le 150.000. Oggi gli ettari iscritti all'albo sono 2.000 con oltre 200 aziende per 7 milioni di bottiglie. La proprietà Banfi dispone di 2.830 ettari di cui 850 sono vigneti coltivati da autoctoni Sangiovese e Moscadello a cui si aggiungono gli “internazionali” Pinot Grigio, Chardonnay, Sauvignon Blanc, Cabernet Sauvignon, Syrah e Merlot. Attualmente James Mariani, figlio di Harry è subentrato nell'area commerciale e marketing e Cristina Mariani-May figlia di Jhon, coordina le attività di Banfi tra Italia ed USA. La cantina si avvale di avanzate tecnologie e nel 2006 ha conseguito la SA 8000

Dall’anno di fondazione 1902, l’azienda Tommasi è cresciuta nel corso dei decenni. Con l’ingresso della quarta generazione, dal 1997, la famiglia ha dato inizio al progetto Tommasi Family Estates con investimenti nelle zone vinicole più vocate: Pavese Valpolicella Classica e Zone Doc di Verona, Oltrepò in Lombardia, Montalcino, Maremma Toscana, Manduria in Puglia e Paternoster in Basilicata.

Un’amica una volta mi ha chiesto “Cos’è per te il Brunello?” … cerco di risponderle con questo mio scritto “Bevo Brunello per ricordare, non per dimenticare”, usando le parole dell’enologo, o come si dice oggi, wine-maker Roberto Cipresso, che con i suoi famosi “viaggi” nel vino è alla ricerca della “quadratura del cerchio”, della perfetta armonia.

Eleganza è la parola chiave quando si parla di Nobile di Montepulciano, poiché Nobile questo vino lo è sia di nome che di fatto. Potrà alle volte risultare meno potente e meno profondo dei cugini Brunello e Chianti Classico, ma non pecca mai in termini di grazia ed equilibrio Il suo segreto risiede nei terreni prospicienti l'incantevole borgo rinascimentale, dove ai tipici suoli argillosi si alternano spessi strati sabbiosi. Chi ha calpestato vigne importanti, come ad esempio il Cru Cannubi di Barolo, capirà facilmente che questa caratteristica, comune a tanti territori eletti della viticoltura mondiale, s i traduce nel calice in eleganza e flessuosità. Ed è proprio tra argilla e sabbia che Bindella gioca la sua partita. I terreni sabbiosi conferiscono ai vini aziendali snellezza e ricchezza di frutto, mentre quelli argillosi danno vita a sapori più robusti e profondi. Da un'accurata selezione di uve dagli uni e dagli altri nascono vini nobili fragranti e dinamici, capaci di garantire una particolare bevibilità senza discostarsi troppo dalla tradizione. Bindella è nata nel 1984 dalla volontà di Rudi Bindella - imprenditore italo-svizzero a capo di un impero nel settore della ristorazione - di riallacciare i legami con la natia Toscana tramite l'acquisizione di una tenuta di