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Rubrica di Emanuela Medi
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Per quanto riguarda i cibi, se i più ricchi, fino a ben oltre il basso medioevo, godevano di pietanze via via più raffinate, ma sempre a base soprattutto di carni rare e pesci prelibati, e naturalmente pure andare a caccia o allevare i colombi fu per molto tempo un privilegio ambito, gli schiavi, sia ai tempi più antichi quando ancora erano chiamati “servi”, sia successivamente quando furono designati “schiavi”, dovevano generalmente contentarsi del pane più scadente, delle ulive cadute dagli alberi e di un vino imbevibile.

La conoscono in pochi ed è tutta da scoprire senza pregiudizi una nuova filiera che parla di rispetto e di natura e che porta in tavola proteine nobili, sane, gustose e prive di grassi. Questo è CIBO SELVAGGIO, l'evento esclusivamente dedicato alla cacciagione e alle sue filiere, in programma il 12, 13 e 14 maggio a Umbria fiere di Bastia Umbra (PG) all’interno di Caccia Village e che sarà ubicato nella nuova area tematica “PARK VILLAGE”, situata tra l’ingresso in fiera ed i padiglioni espositivi. Una scelta logistica coerente con la mission di Cibo Selvaggio, che vuole portare consapevolezza sul mondo delle filiere della carne selvatica, parlandone con un linguaggio senza preconcetti moderno per rendere contemporanea la cacciagione, troppo spesso relegata a cucina arcaica del passato, bisognosa di lunghe cotture, di marinature e che invece oggi, grazie ad una nuova generazione di chef c può entrare facilmente nella dieta alimentare di tutti, apportando benefici nutrizionali di altissima importanza.  Dice  Chiara Comparozzi  curatrice di Cibo Selvaggio” la carne di questi animali proprio perché vivono nella natura è altamente raccomandabile perché sana, ricca di proteine, priva di grassi adatta a tutti bambini compresi. Divulgarne le qualità non solo arricchisce la nostra dieta  e la

Sono in pochi a storcere il naso ma i piatti pronti sono sempre più richiesti perché buoni, salutari, ben equilibrati al passo con i ritmi della vita moderna. Ma non sono solo loro i protagonisti dei nuovi trend come proposti a Tuttofood (Milano 8/11), evento internazionale con oltre 2.000 brand da 45 Paesi del mondo (e con 700 buyer e migliaia di operatori professionali).

Il mondo dell’agroalimentare è a Cibus, il salone internazionale dell’alimentazione di scena a Parma dal 3 al 6 maggio con ben 3.00 aziende che incontrano buyer venuti da tutto il mondo per conoscere oltre 1000 nuovi prodotti presenti. Un comparto vitale certamente ma con molte preoccupazioni. E le ha delineati su dati Istat la Coldiretti che sottolinea come” Più di 1 azienda agricola su 10 potrebbe cessate l’attività, il 30% del totale nazionale si trova a lavorare in condizione di reddito negativo causa l’aumento dei costi di produzione.” E qui l’elenco è lungo e scoraggiante con aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi a +129% del gasolio con un impatto economico che supera per le aziende agricole i 9 miliardi di euro. Poi c’è l’altro elenco debilitante è il caso di dirlo degli imballaggi, del tetrapack, della plastica , dei cartone, barattoli con una variazione della domanda presso che giornaliera e come ancora sottolinea Coldiretti ci sono” I rincari dell’energia che hanno un effetto devastante sulla filiera dal campo alla tavola, perché è un comparto che richiede ingenti quantità di consumo per i processi di prodizione, trasformazione e conservazione dei prodotti. Giustamente sottolinea Ettore Prandini”

Ciò che è importante in una sana alimentazione è adeguare, dal punto di vista qualitativo e quantitativo, l'assunzione di cibo alle esigenze del corpo nelle diverse fasce di età: giovani e anziani presentano infatti differenti fabbisogni nutrizionali, che vanno assecondati per avere ricadute positive sullo stato e sul rendimento dell'organismo. “ Un corpo giovane è differente da un corpo anziano”, dice Marika Dello Russo, nutrizionista dell'Istituto di scienze dell'alimentazione (Isa) del Cnr.  “Con l'avanzare dell'età si spendono meno energie, diminuisce la massa magra e, quindi, il fabbisogno calorico: un anziano ha bisogno di circa 500 kilocalorie (kcal) al giorno in meno rispetto a un giovane - pressappoco l'equivalente di un pasto completo. Esistono poi differenze a livello interindividuale: il dispendio energetico giornaliero potrebbe infatti mantenersi alto in un anziano con un buon livello di attività fisica ed essere invece basso in un giovane sedentario”.  Oltre all'apporto energetico, nelle diverse età mutano anche le necessità a livello qualitativo, legate al fabbisogno in nutrienti. “Il fabbisogno di proteine, ad esempio, alto nella fase di crescita, si riduce in età adulta, per poi aumentare nuovamente nell'anziano, che ne ha necessità per sostenere e preservare il più possibile la massa muscolare in declino. Se nel