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Rubrica di Emanuela Medi
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In una canzone sicuramente esecrata dai produttori di acque minerali, giudicata senza dubbio diseducativa dagli astemi e perniciosa dalle varie associazioni antialcooliste, Fred Buscaglione dichiarava: Sono Fred dal whisky facile, aggiungendo che Se c’è una cosa che mi fa tanto male è l’acqua minerale; miracolosa sarà ma per piacere io non la posso bere (Whisky facile, 1958). https://www.youtube.com/watch?v=394kcPXRXwE Fred Buscaglione morì l’anno successivo, nel 1959,  giovane (non aveva ancora trentanove anni), mentre era sulla cresta dell’onda, in un incidente stradale forse provocato proprio dall’assunzione di una dose eccessiva di whisky.  In quegli stessi anni Cinquanta Renato Carosone nella sua famosa e divertente canzone Tu vuo’ fa’ l’americano del 1956 faceva a sua volta riferimento al whisky, che, con la venuta degli alleati e le simpatie per i liberatori e le loro usanze (basta ricordare il Nando Moriconi di Un americano a Roma, film del 1954, con protagonista l’Albertone nazionale), insidiava la grappa, la sambuca, il maraschino e altre bevande nostrane, non senza mettere bonariamente in guardia il giovane esterofilo dai pericoli del superalcolico d’Oltreoceano a cui lo stomaco italico non era abituato: Tu vuoi vivere alla moda, ma se bevi whisky e soda poi te sienti disturbà.  Renato Carosone Siamo nel pieno della ricostruzione postbellica

La prova scientifica è stata annunciata dagli scienziati dell’Università di Stato dell’Oregon la cui ricerca  pubblicata sulla rivista scientifica “Foods”, si è svolta  con il contributo del Whisky Terroir Project, un’iniziativa comune del Ministero dell’Agricoltura irlandese, della Waterford Distillery (Irlanda), del Teagasc Food Research Centre, di Minch Malt e dell'Università dell’Oregon. Risultato: la zona di produzione caratterizza non solo l’orzo, ma anche - e in misura significativa - il whisky single malt che ne viene distillato. La ricerca ha individuato le diversità nello spirito distillato da due varietà di orzo, Olympus e Laureate, prodotte   in due aziende agricole, nel 2017 e 2018. Ogni campione di spirito e stato distillato in laboratorio, e sono stati prodotti 32 campioni di whisky analizzati con tecnologia GC/MS-O mai stata precedentemente dimostrata”.  Mark Reynier, fondatore e direttore della Waterford Distillery, principale sostenitore della ricerca: “E’ l’orzo - sottolinea - che fa del single malt whisky lo spirito più aromatico del mondo. Questo studio dimostra che gli aromi dell’orzo sono influenzati dal luogo in cui viene coltivato, e questo vuol dire che il gusto del whisky, come quello del vino o del Cognac, deriva dal territorio”. “Chi ci contraddiceva - conclude Reynier - sosteneva che

“È tempo di relax, è tempo di Santory”: i fan del film ‘Lost in translation’ di Sofia Coppola ricorderanno bene la battuta-tormentone che accompagna il personaggio di Bill Murray durante la pellicola. L’attore in declino, interpretato da Murray, si trova a Tokyo per pubblicizzare il whisky giapponese Santory, situazione che nel 2003 (anno di uscita del film) appariva surreale, tanto sembrava impensabile associare questo genere di distillato al Giappone.