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Rubrica di Emanuela Medi

Vinitaly: I vitigni autoctoni della Puglia

Degustazione guidata da Rosa D’agostino, Master Sommelier Alma-Ais


Vini complessi, eleganti, dalle note balsamiche ricche di erbe aromatiche: salvia, rosmarino… i sentori del Salento.
Vini dal colore giallo paglierino brillante sia in versione Spumante Metodo Classico Brut ( JORCHE ) che in versione fermo ( CRE’ ). Vini che non possono che affascinare per la mineralità ( altro  elemento tipico del Salento ).  La crosta di pane e di burro fresco tipico del metodo classico dello JORCHE affascinano come i sentori di pesca, meglio pesca bianca.

In MINUTOLO, vitigno autoctono raro il cui DNA è assolutamente puro, che solo la tenacia di Francesca Bruni poteva rivalutare, si evidenzia nel suo CRE’ Salento Bianco IGP. Vino complesso, quasi un mazzo di fiori primaverili.
Vini banchi brillanti che nulla hanno da invidiare a quelli del Nord Italia.  Un vino che si sposa alla grande con i latticini, con le burrate accompagnate dal pomodoro.
Ma li vedete i colori dei rosati?
La natura e l’abilità del vignaiolo ha superato qualsiasi colore anche i più raffinati dei grandi artisti del colore. Parliamo di ESTROSA, IL MELOGRANO, ROSE’ e dei rispettivi vitigni PRIMITIVO; NERO DI TROIA; NEGROAMARO.
Il PRIMITO ( ESTROSA  ) è quasi di un colore cerasuolo ma dai riflessi rosati; ciliegia, marasca, melograno, fragolina di bosco: i frutti della Murgia in provincia di Bari, terra rossa  in grado di dare grande personalità al vino.

All’assaggio: ritorna tutto con grande coerenza al naso. E’ sensuale, elegante, sapido, equilibrato nell’acidità pronto all’attacco anche di un capocollo!
Altro vitigno autoctono ”NERO DI TROIA”, dal forte carattere, dal tannino ruvido tanto che molti  produttori lo ritenevano indomabile. E invece c’è stato chi  ne ha fatto un capolavoro.. in purezza. E’ IL MELOGRANO della cantina La Marchesa. Dal colore, appunto del  melograno. La tecnica usata per questo vino è la vendemmia particellare. Come i francesi, particelle vinificate, raccolte a  mano, con grandissima attenzione. C’è un accorgimento per rendere questo vino naturale al massimo: una sorta di laccetto messo a capo di ogni filare in grado di attrarre  tutti i batteri nocivi. Qui c’è il vino pugliese che non è solo sole..
All’assaggio: nota alcolica decisa con grande spalla acida; ha bisogno di essere trattenuto nel bicchiere, poi si concede. Questo vino si può sposare con una mozzarella e pomodoro, con un carpaccio di tonno o tartare di mare.
Azienda Mottura, una tenuta in stile Barocco.  Ancora Salento, ancora un colore seducente quasi rosa antico con riflessi luminosi ramati per questo ROSE’. E’ elegantissimo con sentori di narciso, fiordaliso, tiglio. Fruttato, erbe aromatiche, basilico, rosmarino. In bocca è coerente, non delude. Negroamaro nasce scuro, dalla forte personalità ma qui racconta di una azienda che sa lavorare.
Andiamo ai ROSSI!
MEDOS malvasia nera di Castello Monaci, azienda il cui nome deriva dalla presenza di un castello barocco molto interessante del XVI sec. Strato di argilla e calcarea friabile con forte irrigazione caratteristica ancora del Salento. Il vino ha materia, personalità; al naso sentiamo una confettura di amarena, cioccolato, liquerizia, tabacco, sentore che proviene da una terra in cui per generazioni ci sono state coltivazioni di tabacco. Avvolgente con precisa glicerina, morbido e equilibrato, in perfetta sintonia con il territorio. Poteva essere seduto, invece è molto fresco e sensuale. In abbinamento con i salumi, carni grigliate.
SALENTO ROSSO. Qui Negroamaro è primitivo tutto biologico al 100%, cantina e bottiglia. Bello, dalla forte personalità, impenetrabile, dai sentori che non esplodono subito ma che hanno bisogno – come tutti i vini biologici – di tempo per schiudersi. Bella nota mentolata di erbe di campo e poi amarena e frutti rossi croccanti. Vellutato in bocca, avvolge il cavo orale, dal tannino bello rugoso che non dispiace. Perfetto  con il polpo. Provatelo con la carne brasata, certo non rimpiangerete il migliore dei Baroli!

Impresa storica terreno calcareo argilloso, Susumaniello. L’ELFO è un vino complesso con archetti pronunciati, rosa rossa, ciliegia, nota balsamica ma leggerissima. In bocca si racconta con tannino scalpitante che ha bisogno di essere domato, meno frutti, tannino che diventa più elegante nella versione rosé.. Raccontatelo dopo averlo tenuto in cantina per qualche anno.
PRIMITIVO 17: dolce naturale, 17 gradi, da uve surmature. Azienza Soloperto. Siamo in Manduria un primitivo che sa di amarone tanto le uve sono un concentrato di zucchero. Vino da meditazione da gustare con il libro preferito. Non ha bisogno di barrique;  questo vino affinato in acciaio  si racconta da sé perché ha tutto già di suo: glicerina, presenza di ferro,  grande struttura con note di ciliegia, amarena sotto spirito, cacao, tabacco, liquerizia, il tannino è ruvido ma elegante…Questi produttori sono spregiudicati perché sanno di avere un vitigno unico, che si racconta nella sua autenticità. Perfetto con i dolci, sublime con il cioccolato!
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Emanuela Medi giornalista professionista, ha svolto la sua attività professionale in RAI presso le testate radiofoniche GR3 e GR1. Vice-Caporedattore della redazione tematica del GR1 “Le Scienze”- Direttore Livio Zanetti- ha curato la rubrica ”La Medicina”. Ha avuto numerosi incarichi come il coordinamento della prima Campagna Europea per la lotta ai tumori, affidatole dalla Commissione della Comunità Europea. Per il suo impegno nella divulgazione scientifica ha ottenuto numerosi riconoscimenti: Premio ASMI, Premio Ippocrate UNAMSI, premio prevenzione degli handicap della Presidenza della Repubblica. Nel 2014 ha scritto ”Vivere frizzante” edito Diabasis. Un saggio sul rapporto vino e salute. Nello steso anno ha creato il sito ”VINOSANO” con particolare attenzione agli aspetti scientifici e salutistici del vino. Nel 2016 ha conseguito il diploma di Sommelier presso la Fondazione Italiana Sommelier di Roma.. Attualmente segue il corso di Bibenda Executive Wine Master (BEM) della durata di due anni.