Aperto a Zurigo il primo ristorante Ornellaia
Nell'Aprile scorso ha aperto il “Ristorante Ornellaia” a Zurigo, vicino alla Bahnhofstrasse, una delle vie più lussuose ed esclusive del mondo, precisamente in SanktAnnagasse 2.
Nell'Aprile scorso ha aperto il “Ristorante Ornellaia” a Zurigo, vicino alla Bahnhofstrasse, una delle vie più lussuose ed esclusive del mondo, precisamente in SanktAnnagasse 2.
Se volessi fare lo splendido potrei raccontarvi di avventure tra le belle colline del Basso Monferrato, di paesaggi fantastici, di vigne che si alternano a boschi, di architetture che ci raccontano di un passato ricco e travagliato, di dialetti particolari e di grandi bevute.
E’ salute, economia, indispensabile per la vita, emergenza ambientale, sempre disponibile: l’acqua è un bene tanto prezioso quanto sciupato e infatti pochi pochissimi italiani ne conoscono il valore e lo tutelano. Lo fa fatto la Società Italiana di Medicina Ambientale SIMA con un progetto triennale ( 2018-2020) “Safe Water” iniziato con la diffusione di un Decalogo ”Family Water” , e l’istituzione di un ” Water Day” che diventi occasione per un approfondimento scientifico e divulgativo sul tema acqua.
Le Valli del Vino e del Racconto di Mariagiovanna Basile, sono stati un percorso che si è sviluppato attraverso la descrizione di tre valli (Alto Vicentino, la Strada del Recioto e dei vini di Gambellara, la Strada del vino Lessini-Durello) ognuna con le sue caratteristiche territoriali, paesaggistiche e artistiche. Ma soprattutto ci ha condotto alla scoperta di luoghi inediti, non contaminati dal turismo di massa, affascinanti e per questo da scoprire..con rispetto.
Ci voleva la V edizione del Festival Internazionale di cultura e cucina vegetariana tenutosi recentemente a Milano per capire che è possibile realizzare grandi piatti con ingredienti di cucine diverse.
Produrre birra migliore, in metà tempo e con metà energia: oggi si può, con la tecnologia CAVIBEER brevettata da CNR. Si tratta del primo apparato al mondo che sostituisce le tecnologie esistenti, immutate da secoli, relativamente alla fase di “cottura” del mosto di birra grazie, all'integrazione di processi di cavitazione idrodinamica controllata.
Certo il modo migliore per smaltire l’alcool prima di mettersi a guidare è non bere affatto! Ma molti sono i fai da te: bere grandi quantità di caffè , fidarsi del tempo trascorso dall'ultimo drink, assumere molta acqua, mangiare in abbondanza dopo i bicchieri di troppo, pensare che la donna è più a rischio.. Niente di tutto questo: intanto va sfatato il pregiudizio che genere, peso e altezza influiscano sui tempi sia di assimilazione del’alcool che di smaltimento dello stesso.
“Famoso lo stocco di Mammola: nel 700 arriva dalla Norvegia, passando per il porto di Napoli, a Pizzo, e da qui veniva distribuito in tutta la Calabria.” E’ quanto riporta il volume della Cucina Nazionale Italiana dedicato alla Calabria e Basilicata, pubblicato recentemente dalla casa editrice Mondadori Tanto famoso da essere incluso dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali nell’Elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali. Notizie certe sulle prime importazioni e lavorazioni dello “Stocco” a Mammola, importante centro della provincia di Reggio Calabria, si hanno intorno al primo decennio dell’anno 1600. Altri storici affermano pure che il prodotto era noto già agli inizi del 1500. Successivamente si accertò che il trattamento con l’acqua di Mammola e la tipica lavorazione, dava degli ottimi risultati in termini di qualità del prodotto commerciale che diveniva sempre più richiesto. Si presume che proprio per questo, si coniò lo slogan, “Mammola: paese dello stocco” ancora oggi noto in tutta la Calabria quando si parla di Mammola e di Stocco. La lavorazione è esclusivamente artigianale e suddivisa in varie fasi. Inizialmente si tranciano le pinne esterne e quindi il merluzzo essiccato viene immerso in acqua corrente nella prima di vasche comunicanti successive. Il giorno successivo viene aperto con la
Perdersi in quel di Poggiobello di Farneta (Cortona) per incontrare e visitare l’azienda di Stefano Amerighi, è facilissimo. Non esiste cartello, freccia, nome , solo stradine tortuose, sterrate e una bellissima natura caratterizzata da un sistema collinare chiamato il CHIUSO – il più qualificato per la viticoltura cortonese - disseminato di vigneti e campi agricoli dove sovrana è la cura, l’ordine a testimoniare lo stretto legame tra uomo e territorio.
L’itinerario si snoda lungo la bassa Valle del Chiampo, ai confini tra il territorio vicentino e quello veronese, dove terminano i Monti Lessini. Le colline scoscese disegnano un paesaggio straordinario, tappezzato da terreni friabili e fertili, formati da basalti e tufi terrosi di origine vulcanica, che regalano alla vite un patrimonio intenso di aromi e sapori.