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Rubrica di Emanuela Medi
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Dicembre 2019

Cresce con gli anni e conferma l’importanza e la credibilità del primo progetto di food delivery solidale ideato da Just Eat in collaborazione con 50 ristoranti partner e le Caritas di Milano, Torino, Roma e quest’anno, anche Napoli. In sole 2 settimane dal lancio dell’iniziativa, sono stati oltre 300 i piatti sospesi acquistati dagli utenti tramite l’app per ordinare cibo a domicilio, segno di una generosità in favore di quanti affrontano situazioni di difficoltà. Un aiuto in cui Just Eat crede e per il quale si è impegnata in prima linea, raddoppiando gli ordini sospesi di riso, pasta, pollo, hamburger, panini e tante altre specialità disponibili sulla piattaforma e richiesti a domicilio, per arrivare a consegnare 750 pasti sospesi a domicilio, donati a persone dei centri di accoglienza, mense e comunità individuate da CARITAS, AMBROSIANA, CARITAS DIOCESANA DI TORINO, CARITAS DI ROMA E CARITAS DI NAPOLI, Il totale dei piatti raccolti nelle giornate del 17, 18 e 19 dicembre, a ridosso della Giornata Internazionale della solidarietà Umana (20 dicembre) e donati è stato reso possibile grazie anche alla collaborazione dei ristoranti e dei partner di logistica, Pony U e Food Pony, per le consegne nelle diverse città..

Nella Toscana delle dolci colline e dei borghi fatati i Vinsanti sono tanti e tutti validi. Tra questi se ne annoverano alcuni celebri e preziosi come il Vin Santo di Montepulciano, ed altri piccoli e ricercati come quelli della Rufina, dei Colli Aretini e di Carmignano . Ad ogni modo, quello che rappresenta la tradizione più consolidata è senza dubbio il Vin Santo del Chianti Classico ,il più antico vino naturale del belpaese. D’altro canto, è innegabile che il fascino di questo prodotto caloroso, a tratti casalingo, risieda proprio in quelle imperfezioni che spesso lo caratterizzano e che lo rendono quasi imprevedibile nei suoi sviluppi. Altrettanto certo è che il suo processo di produzione non sia stato influenzato dell’enologia moderna, tant’è che ancora oggi lo si ottiene alla maniera degli “avi“, ovvero lasciando le uve appassire naturalmente su penzoli, fermentando il mosto spontaneamente e imbottigliando a conclusione del lungo invecchiamento senza ricorrere né a chiarifiche, né ad aggiunte di solfiti. Questo approccio non interventista è perfettamente in linea con l’identità tradizional-popolare di questo nettare casereccio, non di rado vinificato in maniera amatoriale con uve acquistate, e del quale molte famiglie Chiantigiane tengono in cantina un caratello o una damigiana da cui spillare

La Cucina Mediterranea fin dalle origini mostra chiara la sua appartenenza, da un lato alle due sponde del mare che, proprio dal suo stare stretto tra le terre che lo circondano è detto “Mediterraneo”, dall’altra all’opera delle donne che quelle sponde hanno abitato. E che queste terre -quella europea e quella afroasiatica- che oggi ci appaiono spesso contrapposte e profondamente diverse, abbiano avuto nella lunga durata una storia comune, è visibile da tanti punti di vista. Oggi ci soffermeremo su una piccola storia dei dolci, che, più di tante cose, testimoniano questa comunanza delle culture. Ciò accade soprattutto in Sicilia. a cominciare dai dolci, perché fu lì che gli arabi importarono lo zucchero di canna, i pistacchi, le arance, senza le cui bucce candite molti dolci non esisterebbero, e le mandorle che nelle mani delle donne, soprattutto delle monache, diventarono quella pasta di mandorle, detta anche, dal nome di un convento «Martorana» componente tra le più ricercate nelle tavole aristocratiche. Infiniti, dunque, i dolci inventati o perfezionati dalle donne, che partiti dalla Sicilia e più tardi anche dalla Spagna o da altri paesi “di mare”si sono diffusi. Anche le tristi diaspore ebraiche provocate dalle varie “espulsioni”, a partire da quella celebre del

Un brindisi all’insegna delle eccellenze italiane, quello che avrà luogo a Palazzo Chigi  come da consuetudine prima delle feste e che riunirà il Presidente Mattarella, i ministri e i sottosegretari. Per l’occasione il panettone scelto da Alessandro Scorsone, cerimoniere e sommellier di Palazzo Chigi sarà il Panettone Classico della Pasticceria Muzzi di Foligno proposto con la guida realizzata dalle sommellier dell’Associazione le Donne del Vino e che propone gli abbinamenti tra i vini regionali italiani e i lievitati da ricorrenza.   “Il Panettone e l’Arte del Vino”, è una guida scritta in italiano e inglese che nasce dal desiderio della Pasticceria Muzzi di trasformare l’assaggio dei dolci da ricorrenza in un’esperienza anche culturale al fine di far conoscere il ricco patrimonio enologico italiano.  La guida, curata dalle Donne del Vino Cinzia Mattioli, Camilla Guiggi e Antonietta Mazzeo, propone un’ampia gamma di vini da dessert di ogni regione d’Italia, spumantizzati, ma anche fermi e passiti ottenuti in prevalenza dalla grande varietà di vitigni autoctoni presenti su tutto il territorio nazionale.  Sono ben 72 gli abbinamenti contenuti nel prezioso libretto “Il panettone e l’arte del vino” che vanno dal Fiori d’Arancio Colli Euganei Spumante, ottimo con il pandoro classico, al Gewurztraminer Passito Doc perfetto con il

Poteva Hans Terzer, il mago dei vini bianchi, non produrre un vino dolce per la sua linea Sant Valentin? “A me piacciono i dolci - mi confessa Terzer al termine di una bellissima visita per vedere le sue uve di Gewuzstraminer collocate sotto il Castello di Sanct Valentin - specialmente quelli al sapore di albicocca e mele, in particolare adoro le mele fritte, il mio piatto preferito”. Nasce così, Comtess dal forte sentore di albicocca ma anche di frutta surmatura, cedro candito, miele, note speziate con una leggera traccia di fumè. Un profilo olfattivo ricchissimo cui si accompagna un colore giallo dorato quasi ambra. Ma è la mineralità, assente nei passiti, che costituisce il grande segreto di questo fresco e suadente vino dolce dalla lunga persistenza e dall’ancora più lungo invecchiamento e diciamolo pure dal corpo cremoso e morbido. Un dono di Natale perchè è proprio sotto Natale che si raccolgono queste uve lasciate a seccare all’aria e al sole sulla pianta, fino alla fine dell’anno. Emanuela Medi, giornalista

30 mila infortuni sulla neve di cui 25 mila con ricorso al Pronto Soccorso, 1100 ricoveri ospedalieri: è quanto o rivela un’indagine effettuata dall’Istituto Superiore di Sanità relativa al 2018.Praticare attività sportiva tutto l’anno è molto utile per migliorare il benessere psicofisico, ma è proprio durante i mesi invernali che aumenta il rischio di infortuni a causa di una mancata preparazione atletica e inesperienza sul campo. Un trend negativo che ha coinvolto sia atleti professionisti sia personaggi famosi: da Arnold Schwarzenegger, che si ruppe il femore sugli sci, ad Angela Merkel che si fratturò il bacino, fino ad arrivare alla campionessa norvegese Ragnhild Mowinckel, costretta a saltare l’intera stagione a causa di un infortunio al ginocchio, e alla campionessa statunitense Lindsay Vohn, appena ritiratasi dalle competizioni anche a causa dei ripetuti infortuni. Ma quali sono le raccomandazioni per evitare tali infortuni e curarli al meglio? La prevenzione inizia a casa con un regime alimentare corretto, un periodo di allenamento e l’acquisto di attrezzature sportive sicure. Una volta scesi in pista è fondamentale osservare le condizioni meteo, fare stretching e rimanere idratati. Infine, in caso di infortuni, per ridurre i tempi di recupero gli esperti raccomandano l’utilizzo della laserterapia. Ma quali sono

Pasta al forno, risotto e tortellini in brodo. Ma anche cappone, pesce e crostacei: sono 5 milioni gli italiani che  pranzeranno negli oltre 85 mila ristoranti  aperti il giorno di Natale, all’insegna dell’ anti spreco visto che 9 locali su 10 dispongono della Doggy Bags per invitare i commensali a portare a casa i resti , diciamolo, del sontuoso pranzo. A riverlarlo è una indagine della FIPE(  Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi.) che ha stimato in 270 milioni il giro di affari, 30 in più rispetto il Natale 2018 per contro rallentano le cene aziendali. Rispetto allo scorso anno si tratta di oltre 200mila persone in più pronte a trascorrere il pranzo del 25 dicembre fuori casa e sostenere una spesa media di 56 euro a persona,. “I migliori ristoranti sono quelli in cui il cliente trova confermati due valori fondamentali – cordiale ospitalità e qualità del cibo – dichiara Lino Enrico Stoppani, Presidente Fipe – Il fatto poi che sempre più famiglie decidano di passare la più importante festa dell'anno al ristorante è la dimostrazione che quella italiana è un'offerta ristorativa eccellente. Tra l'altro, il mondo della ristorazione rappresenta un osservatorio privilegiato sulle trasformazioni della società, che interessano modelli di consumo e stili di vita, nonostante la

Il borgo toscano di Pitigliano sito a 313 metri sul livello del mare sorge su un promontorio tufaceo circondato da verdi vallate di estrema bellezza; secondo una leggenda, la fondazione della città sarebbe dovuta a due romani: Petilio e Celiano; dalla fusione dei loro nomi sarebbe derivato Pitigliano. Entrando in città si oltrepassano gli archi dell’Acquedotto Mediceo, imponente costruzione edificata dai Medici per l’approvvigionamento idrico degli abitanti. Il borgo ha più di sessanta vicoli tra cui le Vie sacre scavate nel tufo dagli etruschi per ricavare sbocchi di comunicazione e luoghi di culto. Le abitazioni conservano ancora i caratteristici stemmi gentilizi e le cornici di travertino alle finestre. Nel sottosuolo del paese si aprono gallerie con pareti alte anche venti metri e lunghe circa un chilometro, rifugio per la comunità ebraica fino al ‘400; Pitigliano viene definita infatti la “Piccola Gerusalemme”, oggi permangono cantine e macellerie Kasher; visitabili il museo ebraico e la Sinagoga. Non lontano da qui Domenico Pichini, pitiglianese di nascita nei primi anni ’90 apre il suo ristorante il “Tufo Allegro”, dove all’interno sono visibili le caratteristiche pareti in roccia. Con grande attenzione alla provenienza e la stagionalità delle materie prime lo chef ripropone ricette tipiche maremmane con delle