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Rubrica di Emanuela Medi
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Febbraio 2020

In pubblicazione  sul Journal of Medical Virology, uno studio condotto sul genoma  di SARS-Cov-2 che,attraverso una stima dell’origine e della dinamica delle fasi iniziali dell’epidemia, suggerisce  nuove ipotesi sulla trasmissibilità e l’evoluzione del virus. I risultati dello studio, firmato da Università degli Studi di Milano sono già stati inviati dalla rivista alla Organizzazione Mondiale della Sanità. E’ stato appena accettato per la pubblicazione sul Journal of Medical Virology, ed è già disponibile in versione pre-print su Medrxiv un lavoro dell’equipe di  Gianguglielmo Zehender, Alessia Lai e Massimo Galli del Dipartimento di Scienze Biomediche e Cliniche (DIBIC) Luigi Sacco dell’Università di Milano e CRC EPISOMI (epidemiologia e sorveglianza molecolare delle infezioni).  Lo studio è stato condotto nel laboratorio della Clinica delle Malattie Infettive del DIBIC, presso l’Ospedale Sacco di Milano (ASST Fatebenefratelli Sacco di Milano) e si tratta di un’indagine   epidemiologico molecolare, svolta cioè sulle variazioni del genoma virale e quindi sulla filogenesi del virus stesso e non sul numero dei casi osservati.  Il nuovo studio si è basato sull’analisi di 52 genomi virali completi di SARS-Cov-2 depositati in banche dati al 30 gennaio 2020 ed ha consentito la datazione dell’origine e la ricostruzione della diffusione dell’infezione nei primi mesi dell’epidemia in Cina, attraverso

Fino a non molto tempo fa, al Sud, il parto si faceva con l’olio. Spesso e non solo nelle regioni vinicole. A questa unzione con l’olio, faceva seguito un bagno nel vino affinchè il neonato fosse impregnato, fortificato, in modo da fargli prendere un bel colore rosso.. Il  bagno al vino di antica memoria è oggi una delle più piacevoli proposte dei centri benessere per le indubbie capacità tonificanti, depuratrici della pelle, , rilassante e decisamente predisponente a incontri piacevoli.. e poiché parliamo di incontri ritorniamo a quanto scrive Restif de La Bretohne nel suo  Le Delizie dell’Amore. Non senza spregiudicatezza il settecentesco scrittore ci ricorda he ci si lavava molto prima e dopo il coito.” Ciò che conta- scrive- è predisporre l’oggetto tale che diventi simile a un piccolo miracolo, una corona di fiori.. Si immerge tutto..ma proprio tutto nel vino, poi acqua fredda e ancora calda, acqua di rose.. fino a nuove e ripetute prodezze” Lascio a voi immaginare la vivacità e l’esplosività del rapporto quando al vino veniva usato lo champagne!.. Roba per pochi eccentrici? Niente affatto. La storia accertata e riportata da Sante Lanceri il bottigliere di Papa Paolo III, ci dice cha anche Sua Santità era

Un’annata eccezionale: è questa la valutazione sulla 2016 dopo il giudizio delle Commissioni interna ed esterna (quest’anno composta da Daniele Cernilli e Matteo Zappile, figure di primissimo piano nel mondo del vino italiano) e degli operatori.  5 stelle e un punteggio di 95/100 per un’annata dalle potenzialità splendide, con vini ricchi di materiale colorante, ottima struttura e componente acida molto interessante, tutti presupposti per vini eleganti, setosi e destinati ad un lungo invecchiamento. Un bilancio decisamente importante a chiusura dell’evento promosso dal Consorzio Tutela Vini Montefalco, che si aggiunge ai dati positivi sulle denominazioni del territorio, Montefalco Sagrantino Docg, Montefalco Doc e Spoleto Doc, con circa sei milioni di bottiglie prodotte per un incremento di circa il 10%. All’andamento quantitativo generale si aggiunge la crescita del Montefalco Sagrantino: nei 25 anni di Docg la superficie di vigneto iscritta a Docg ha visto un incremento dal 1992 (66 ettari) al 2018 (760 ettari), mentre dal 2000 ad oggi la produzione del Sagrantino è quasi triplicata: da 660 mila a circa 1.5 milioni di bottiglie. I viticoltori della Doc Montefalco e Docg Montefalco Sagrantino sono oggi 164, i produttori imbottigliatori dei vini di Montefalco sono 75. Nel 2019 la produzione di Montefalco Sagrantino Passito

Tappo di plastica, di alluminio, di sughero: tra i tanti contendenti a nostro parere vince la ricerca  citiamo lo studio commissionato da Amorim Cork Italia( Amorim Cork è la prima azienda al mondo nella produzione dei tappi da sughero in gradi di coprire il 40% del mercato mondiale di questo comparto), alla Ernst & Young e PWC in cui ogni singolo tappo in sughero ha un’impronta di carbonio negativa (detta carboon footprint) in grado di trattenere tra i 309 e i 562 g di CO2. Ciò significa che, per un effetto di compensazione, l'uso di un tappo in sughero attenua l'impatto ambientale delle filiere in cui è coinvolto: ad esempio, nell'enologia, l'impronta di carbonio delle bottiglie di vetro, che rilasciano in media tra 300 e 500 g di CO2 durante la produzione a seconda del loro peso, può essere addirittura annullata se per la chiusura si sceglie il sughero. Le analisi delle diverse fasi del ciclo di vita hanno coinvolto l'intera filiera, quindi l'attività di gestione forestale, quella di trattamento del sughero, compreso il trasporto dalla foresta, la produzione di tappi in sughero naturale, la finitura e il confezionamento degli stessi. È stata inclusa anche la distribuzione del prodotto e

Oggi è il sessantaduesimo giorno consecutivo senza precipitazioni nel basso Piemonte, in vaste aree della Sicilia, della Puglia, del Molise e dell’Emilia Romagna. Un dato senza precedenti dal 1878. Le Alpi sono quasi senza neve e si aggrappano a quella caduta in novembre, che sembrava preannunciare un inverno importante e che oggi invece è la debole àncora di salvezza per l’agricoltura di valle. Dall’inizio dell’anno è caduto mediamente il 75% in meno di acqua rispetto al 2019.Le Alpi sono quasi senza neve e si aggrappano a quella caduta in novembre, che sembrava preannunciare un inverno importante e che oggi invece è la debole àncora di salvezza per l’agricoltura di valle. Dall’inizio dell’anno è caduto mediamente il 75% in meno di acqua rispetto al 2019. Il Po sta facendo registrare allarmanti picchi negativi di portata, e l’anticiclone che staziona sopra il nostro paese non sembra intenzionato ad andarsene troppo presto.

Il Consiglio dei Ministri ha approvato la riforma, proposta dai Ministri Teresa Bellanova, delle Politiche Agricole, e Alfonso Bonafede, alla Giustizia, per combattere illeciti agroalimentari, frodi, contraffazioni e agropiraterie. “Il falso made in Italy - ricorda la Ministra Bellanova - costa al nostro Paese 100 miliardi di euro l’anno, contro i circa 42 miliardi di export dei prodotti autentici. Un vero e proprio furto di identità che danneggia i nostri produttori, mina la salute dei consumatori, ingannandoli, rischia di incrinare la reputazione del Paese. Oggi, con questo testo che prende le mosse da una proposta della Commissione Caselli, si garantisce l’effettiva tutela dei prodotti alimentari, si rielabora il sistema delle sanzioni, si amplia la sfera delle tutele. Non a caso fin dal mio insediamento al Ministero - continua la Ministra - ho sostenuto la necessità di rafforzare ulteriormente il sistema di controlli che già oggi ci pone fra i migliori al mondo per poter tutelare di più e meglio le nostre indicazioni geografiche e i nostri marchi, e sconfiggere la concorrenza sleale che avvelena le filiere e produce distorsioni inaccettabili di mercato. ”.  Non poteva non essere soddisfatta la Coldiretti, che dell’Osservatorio Agromafie è promotore e che in un comunicato ha cosi’

I modernisti del Barolo sono stati discussi, criticati, caricaturati al punto che in molti - incluso il sottoscritto quando era alle prime armi - se li figurano o se li sono figurati come dei cowboy Made in Langa che lavorano la vigna con i cingolati, parlano l’americano anziché il piemontese e producono in cantine robotizzate vini aromatizzati alla vanillina.  Per fortuna, questo stereotipo oggigiorno è abbastanza lontano dalla realtà, e se da un lato non si può negare che c’è ancora qualche individuo stravagante che col legno ci va pesante, dall’altro lato è impossibile non constatare l’esistenza di una schiera di produttori che, pur rimanendo fedeli a  un approccio diverso da quello tradizionale, riescono a tirar fuori Baroli tutt’altro che snaturati. Tra questi, i più sobri in assoluto sono Marco Marengo e sua moglie Eugenia, titolari dell’azienda Mario Marengo, che nella loro semplice ma graziosa cantina-cascina in località Serradenari di La Morra producono vini sì moderni, sì leggiadri e precocemente fruibili, ma privi di qualunque esuberanza legnosa/tostata/fruttata. “Modernisti moderati” li definisce qualcuno, ma io personalmente eviterei ulteriori categorizzazioni. Piuttosto, ci tengo a evidenziare - e non me ne vogliano i puristi - l’attualità delle loro interpretazioni molto “sexy” dei Cru Brunate e

Vanno a visitarla e a studiarne le caratteristiche la piu antica cantina del mondo nata 8000 anni fa in Georgia una delle culle della viticultura e della enologia del mondo. Ma proprio per i suoi non pochi nobili anni, anche lei ha bisogno di formazione  e tecnologia: una necessità che verrà colmata dalla Fondazione Edmund Mach di San Michele Appiano chiamata per un supporto tecnico scientifico per rilanciare le attività didattiche e il trasferimento tecnologico nel settore vini.

Quando sentiamo parlare di Blockchain pensiamo subito alle criptovalute, ad esempio i Bitcoin; in realtà essa rappresenta un nuovo strumento per tracciare delle azioni, potenzialmente di qualsiasi natura, come una transazione economica, appunto, ma che può avere una applicazione diretta anche nell’ambito dell’agricoltura. Utilizzando la blockchain, infatti, gli agricoltori, e successivamente tutte le entità che prendono parte alla filiera, possono registrare informazioni fondamentali, come l’origine della materia prima, le modalità di lavorazione della stessa, il trasposto, il packaging ecc. affinché siano consultabili in seguito, in questo caso dagli utilizzatori finali, ovvero chi acquista il prodotto al supermercato o al ristorante. La potenzialità di blockchain nel settore dell’agricoltura e del food in generale è altissima, permetterebbe di fatto di rendere obsolete le tradizionali etichette cartacee. Il consumatore può infatti consultare tutte le informazioni registrate, semplicemente inquadrando un codice stampato, direttamente dal proprio smartphone. In occasione di Momevi Mostra Agricoltura Faenza, venerdì 20 marzo alle ore 14, ROMAGNACHAIN in collaborazione con VISIONARI.ORG, COOPERATIVA LUPPOLI ITALIANI, CENTRO DI INTEROPERABILITA' COOPERATIVO BASATO SU BLOCKCHAIN organizza un incontro sul tema 'Il valore del protocollo blockchain per la filiera agroalimentare'  con un focus dedicato al Luppolo 4.0 come modello di tracciabilità della materia prima su blockchain con importanti relatori