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Rubrica di Emanuela Medi
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Giugno 2020

Il borgo toscano di Pitigliano sito a 313 metri sul livello del mare sorge su un promontorio tufaceo circondato da verdi vallate di estrema bellezza; secondo una leggenda, la fondazione della città sarebbe dovuta a due romani: Petilio e Celiano; dalla fusione dei loro nomi sarebbe derivato Pitigliano. Entrando in città si oltrepassano gli archi dell’Acquedotto Mediceo, imponente costruzione edificata dai Medici per l’approvvigionamento idrico degli abitanti. Il borgo ha più di sessanta vicoli tra cui le Vie sacre scavate nel tufo dagli etruschi per ricavare sbocchi di comunicazione e luoghi di culto. Le abitazioni conservano ancora i caratteristici stemmi gentilizi e le cornici di travertino alle finestre. Nel sottosuolo del paese si aprono gallerie con pareti alte anche venti metri e lunghe circa un chilometro, rifugio per la comunità ebraica fino al ‘400; Pitigliano viene definita infatti la “Piccola Gerusalemme”, oggi permangono cantine e macellerie Kasher; visitabili il museo ebraico e la Sinagoga. Non lontano da qui Domenico Pichini, pitiglianese di nascita nei primi anni ’90 apre il suo ristorante il “Tufo Allegro”, dove all’interno sono visibili le caratteristiche pareti in roccia. Con grande attenzione alla provenienza e la stagionalità delle materie prime lo chef ripropone ricette tipiche maremmane con delle

Siamo da poco entrati nella stagione dell’estate dove le giornate si fanno più calde, i preparativi per le vacanze sono agli “sgoccioli” e per qualcuno è già tempo di mettere in moto la macchina e partire per quelle destinazioni che, si spera, saranno capaci di regalare momenti di riposo e di serenità. Almeno questo è quello che si aspettano le persone che hanno deciso di trascorrere l’estate altrove o possono concedersi un periodo di vacanza fuori dalla città e dalla routine quotidiana. E per quelli che restano e resistono alla calicola urbana?

IL LUNGO LAVORO DEI RICERCATORI DI FONDAZIONE EDMUND MACH, IN TRENTINO, È GIUNTO A COMPIMENTO E non poteva  essere che il Trentino a regalarci  quattro nuove varietà di PIWI  ITALIANI le viti che maggiormente giocano in difesa di peronospora e oidio, patologie fungine che devastano i vigneti . L’importante risultato si deve alla selezione effettuata dalla Fondazione Edmund Mach. È di questi giorni, infatti, la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale di “F22P9”, “F22P10”, “F23P65”, “F26P92”, nate dai genitori Vitis vinifera e varietà portatrici di geni di resistenza naturali. “Il materiale – spiegano i ricercatori – frutto di 12 anni di paziente e costante attività incrocio nell’ambito del programma di miglioramento genetico della vite, sarà presto messo a disposizione degli operatori dal Consorzio Innovazione Vite, che gestirà il brevetto delle varietà. Ed ora questi incroci, identificati con semplici sigle, sono in attesa di ricevere un nome”.Accanto a queste 4 varietà il Consorzio Civit ha ottenuto l’iscrizione di un’altra variet, il Pinot Regina, dall’Istituto di Pècs in Ungheria. Inserito anche il portinnesto Georgikon 28 che mostra una buona tolleranza alla siccità e al calcare. LE CARATTERISTICHE DEI NUOVI PIWI Le varietà a bacca rossa F22P9 (Incrocio Teroldego x Merzling) e F22P10 (Incrocio Teroldego x Merzling) presentano caratteristiche di buona tolleranza nei confronti dei funghi peronospora e

L’accordo c’è, dopo l’estate l’avvio del   Consorzio  che raggrupperà il Consorzio Tutela del Lambrusco i Modena, quello dei Vini Dop Reggiano e Colli di Scandiano e Canossa  quello dei vini del Reno Doc. Un primo passo per un unico soggetto che sia in grado di tutelare  il variegato mondo del Lambruschi, uno dei vini simbolo dell’Italia, che si contraddistingue per  diversità di vitigni, territori tipicità in modo da valorizzare le ricchezze delle singole denominazioni.  Comunicazione, strategie aziendali e promozione internazionale, gli obiettivi  che potranno realizzarsi in varie fasi, la prima delle quali l’opinione dei consociati  convocati in una assemblea  che voterà l’intero nuovo iter  Il futuro nuovo consorzio rappresenterà circa 1,3 milioni di quintali di uva in prevalenza Lambrusco

Un evento unico nella storia del Lago di Garda. La mattina del 27 giugno, 1.216 bottiglie di quello che diventerà il Brezza Riva Riserva Blanc de Blancs (TrentoDOC Spumante Metodo Classico) sono state collocate a 38 metri di profondità, dove riposeranno nel fondale del lago per dodici mesi.  “A queste profondità, con una temperatura costante che oscilla in modo lento tra i 9 e i 13 gradi, in assenza di luce e rumori, le 1.216 bottiglie di Spumante Brezza Riva Riserva troveranno le migliori condizioni per una lenta e incessante maturazione”, spiega Furio Battelini, enologo di Cantina Riva del Garda. Un processo di vinificazione iniziato con la pressatura soffice delle uve e solo il primo 55% della Cuvée utilizzata, proseguito un mese fa con il tiraggio e ora con la maturazione nelle profondità del Lago di Garda, a trentotto metri di profondità e sessanta dal porto San Nicolò.  La spettacolare  operazione è stata  effettuata dal Gruppo Sommozzatori di Riva del Garda, coadiuvati dai Vigili del Fuoco Volontari di Riva del Garda,  ed  è quindi iniziata la fase di maturazione delle bottiglie che rappresenteranno la punta di diamante della produzione di Cantina Riva del Garda. Si tratta di uve Chardonnay che crescono in un prezioso vigneto collocato nell’Alto Tennese e condotto interamente in modo biologico, per una resa che non supera i 40 hl per ettaro. Quindi, ci si aspetta uno spumante con perlage fine e persistente che tra dodici mesi emergerà dal profondo del lago e consumerà la sua ultima fase di maturazione per ulteriori due anni, fino alla commercializzazione come Pas Doè .  Quello che rende unico questo eccezionale esperimento è il fatto che per la prima parte

Certo mangiare un salmone selvaggio che viene dall’Alaska non è da tutti i giorni, ma visto che la comunicazione on-line non ha limiti e che visto che alla griglia, cotti al forno, serviti in tartare, sono uno dei prodotti ittici più richiesti , ci ha interessato l’idea meglio la proposta di www.avionblu.com , un e-commerce che fin da quando è nato, nel 2011 ha avuto successo Il fondatore dell’attività è Andrea Manfredini, chef di grande esperienza, con una naturale inclinazione per prodotti spesso introvabili e, proprio per questo, ha voluto creare "Un sito, racconta lo chef, che vuole essere una specie di diario di bordo di esperienze, ricerche, tentativi e scoperte. Il racconto di un viaggio tra tante e diverse destinazioni di gusto tra le quali ho scelto il Salmone Selvaggio dell’Alaska”. E, infatti, questo straordinario gioiello ittico del Pacifico, che nasce, cresce e si riproduce nelle freschissime e incontaminate acque dell’Oceano più grande del mondo, è il must della gamma di questa azienda a portata di click. La sua “chicca” è il filetto, una parte del pesce che ben si presta a ricette di tutti i tipi, anche alle più sofisticate ma che è buonissimo anche

Il 2019 ha rappresentato un anno positivo per il settore alimentare, che registra performance di crescita pari al 3,1%, contro un PIL italiano cresciuto dello 0,3%.  I dati di Food Industry Monitor , osservatorio di riferimento  sul settore Food, realizzato dall’Università di Scienze Economiche di Pollenzo in collaborazione con Ceresio Invesrors  ha  evidenziato come. nel 2020, anche il food risentirà dell’impatto del Coronavirus, con un calo nella crescita del 5% circa: un dato però contenuto in relazione alle previsioni del PIL (-9,5%). Il 2021 sarà l’anno della ripresa, con un tasso del 7,7% per il comparto. Nonostante la situazione economica, le esportazioni del settore food cresceranno mediamente dell’11% nel biennio 2020-2021. Meglio degli altri comparti, faranno nell’export distillati, farine, food equipment, dolci, acqua, caffè e latte. I comparti del vino, del packaging, della birra e dei salumi esporteranno con valori vicini alla media del settore. I comparti delle conserve e della pasta registreranno la progressione più limitata nella crescita dell’export.

Se a Re Artù è inequivocabilmente legato il ricordo della Tavola Rotonda, Tavola che tuttavia, con o senza il leggendario Graal, non era, per il Re e i suoi famosi cavalieri, una semplice tavola da pranzo, al ben più moderno Cardinale Mazzarino (1602-1661) è invece legata “l’invenzione” della tavola rotonda o ovale, che doveva specificamente servire proprio per il pranzo. Per quanto diverse le due tavole, per quanto appartenenti a due paesi differenti la Britannia e la Francia, esse avevano di certo in comune, fosse per questioni di gloria o di cibo, il grande privilegio di scavalcare il problema che per secoli ha ossessionato tutte le società: la gerarchia sociale. E se il Re Artù, secondo una recente rilettura sarebbe da identificarsi con un sovrano “romano”, anche il cardinale Mazzarino, nato presso L’Aquila e di padre siciliano, era di certo italiano prima che le vicende della sua vita lo portassero in Francia. Dunque, che fosse o no un sacro ordinamento (ἱερός«sacro» e ἄρχω«essere a capo») quello della  gerarchia sembra toccare, anche solo per questo dettaglio, un immaginario che va bene al di là di un singolo paese o di un solo secolo. Persino ai nostri giorni la questione di chi debba “sedersi a capotavola” emerge puntualmente, sebbene ormai in maniera del tutto scherzosa,

Lo avevamo scritto in un precedente articolo che solo a guardare le foto viene voglia di fare le valigie e partire in barba a tutte le restrizioni.. ora queste non ci sono più e Borgo Scopeto una delle migliori realtà enoturistiche italiane ha aperto, compiaciuta del suo fascino dove- come scrivemmo- il bello si sposa al buono. Si, perché in questo borgo trecentesco immerso in un paesaggio da sogno caratterizzato dal profumo sensuale di natura e vigneti, Elisabetta Gnudi Angelini lo ha trasformato in un resort a quattro stelle dotato di ogni confort dove vengono vinificate le uve provenienti da ben 70 ettari per sua maestà..il Sangiovese .Borgo Scopeto, importante tenuta toscana di origini trecentesche è a soli dieci chilometri da Siena, sessanta da Firenze e poco più di ottanta da Arezzo, quindi nel cuore del Chianti Classico. I toni rustici dei mattoni a vista si armonizzano con la verdeggiante campagna circostante, e sulla linea dell’orizzonte si scorgono suggestivamente la Torre del Mangia ed il Campanile del Duomo di Siena, distante pochi minuti. La Tenuta si estende per 482 ettari, di cui 400 ettari di bosco, 70 ettari a vigneto (con una produzione di circa 350.000 bottiglie l’anno) e 6.500 piante di

Ce l’aveva fatta a febbraio quando i dazi Usa al 25% non avevano colpito il vino italiano, ora  gli stessi timori sono confermati: nella seconda lista di prodotti che potrebbero essere colpiti dalle tariffe aggiuntive ,il vino italiano ci sta e  con esso la partita a scacchi di chi gioca e perde. Ma andiamo per gradi sul sito di Ustr (Rappresentanza Usa per il commercio) sarà attiva dal 26 giugno la consultazione pubblica, meglio le scadenze da rispettare per partecipare fissata al 26 luglio, mentre la decisione finale sarà presa entro metà agosto (la scadenza dovrebbe essere quella del 12 agosto). Inoltre pesa sempre la sentenza Wto contro gli aiuti di stato Usa a Boeing, attesa sempre per il mese di agosto, dopo il rinvio primaverile dovuto al Covid: se fosse favorevole all’Europa questa potrebbe rispondere con contro-dazi o comunque usare la sentenza per avere voce in capitolo nel contenzioso. Intanto come rileva in un articolo comparso sul Gambero Rosso, il Covid potrebbe rivelarsi un prezioso alleato in quanto anche la ristorazione statunitense se la passa male : colpire il vino sarebbe un boomerang anche per loro “La possibilità di una nuova guerra commerciale con l’imposizione di ulteriori dazi da