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Rubrica di Emanuela Medi
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Luglio 2020

La notizia è di quella da non perdere LA NOTTE IN ROSA festa  il 28 di Luglio con presentazione  presso le Tavole Accademiche di Pollenzo della guida I migliori 100 vini rosa d’Italia.  Ai territori di selezione Slow Wine ha dedicato un ampio reportage che riportiamo, indicando non solo le quattro zone che per storia e tradizione sono le più famose (zona del Bardolino ,la Vatenesi, l’Abruzzo,e il Salento), ma anche la qualità produttiva del Cirò Rosato in Puglia in particolare nella zona di Castel Del Monte, sulle pendici dell’Etna, in Trentino Alto Adige con il Kretzer.. Chiaretto di Bardolino In epoca romana l’area attorno al lago di Garda apparteneva alla Gallia Cisalpina: in quel territorio lo sviluppo della viticoltura fu favorito dall’uso del torchio, che non prevedeva la macerazione delle bucce, per cui il vino che se ne otteneva era rosa e non rosso. La stessa modalità di vinificazione venne introdotta dai Romani anche nella Gallia Transalpina, l’attuale Provenza: pertanto si può affermare che l’origine storica del Chiaretto sia identica a quella dei vini rosé della Provenza. Il primo documento storico che riporta il termine Chiaretto con specifico riferimento al territorio veronese è l’edizione del 1806 dl Vocabolario degli Accademici della Crusca Tuttavia

Non poteva esserci titolo più appropriato per indicare la grande crisi che ha costretto tanti produttori a mettere all’asta i propri vigneti: ben 1,141 i lotti nel 2019, di questi il 40% in Toscana “ Solo poche terre sono state escluse. E’ il caso delle terre del Barolo, così come quasi tutte le etichette piemontesi-dichiara Mirko Ruggero  fondatore e Vicepresidente Esecutivo di NPLs RE_ Solutions che  grazie al sistema Auction System  ha realizzato o studio.  I lotti rappresentano oltre 250 milioni di euro di valore di base d'asta e comprendono vere e proprie eccellenze italiane. Oltre il 40% delle pregiate uve all'asta si concentra in Toscana, dove il prezzo dei vigneti finiti in esecuzione è di oltre 100 milioni di euro, ma il cui valore è almeno il doppio. Si trova a Montalcino uno dei vigneti più pregiati finiti in asta e il lotto comprende 5 ettari e mezzo nella zona del Brunello di Montalcino DOCG, un ettaro e mezzo circa nella zona del Rosso di Montalcino DOC e un’altra parte nel podere Sant'Antimo Rosso DOC. Si tratta di un intero compendio che è stato valutato € 5.253.000, partecipabile con un’offerta minima di € 3.939.750. In asta vi sono poi anche oltre 15 ettari nel Chianti e nella zona del

Sifilide, malaria, tifo, avvelenamento: a 500 anni dalla scomparsa del genio del Rinascimento Raffaello Sanzio, avvenuta dopo giorni di malattia il 6 aprile 1520, quando il pittore aveva solamente 37 anni, la causa precisa della sua morte la si vuole  ancora circondata da un alone di mistero. Ora una ricerca dell'Università di Milano-Bicocca, basandosi su testimonianze dirette e indirette dell'epoca, ha fatto luce tra queste ipotesi, indicando la polmonite come la più plausibile. E inquadrando il trattamento terapeutico allora adottato – il salasso – all'interno di un dibattito medico-sanitario vivace e non così omologato come a volte si è portati a pensare. Michele Augusto Riva Lo studio, dal titolo “La morte di Raffaello. Una riflessione sul salasso nel Rinascimento” (The death of Raphael: a reflection on bloodletting in the Renaissance,  https://doi.org/10.1007/s11739-020-02435-8) è appena stato pubblicato da “Internal and Emergency Medicine”, la rivista ufficiale della Simi – Società italiana di medicina interna, a cura di Michele Augusto Riva, ricercatore di Storia della medicina dell'Università di Milano-Bicocca, Michael Belingheri, ricercatore presso lo stesso ateneo e dai medici Maria Emilia Paladino e Marco Motta. «Ci siamo basati su alcune fonti dirette e indirette dell'epoca – spiega Riva – che mi hanno permesso di approfondire le circostanze della morte di Raffaello. Oltre a “Le vite” del Vasari, fonte irrinunciabile ma

La ripartenza del mondo del vino non può prescindere da quella del mondo della ristorazione e della somministrazione, e viceversa e la riscossa non potrà che partire da Milano, città che, specie negli ultimi dieci anni, è stata capitale indiscussa dell’enogastronomia anche a livello internazionale. L’occasione sarà offerta dalla prossima edizione della Milano Wine Week (3-11 ottobre 2020). Tra i protagonisti della “settimana del vino” ci saranno anche alcuni dei più importanti chef italiani come Moreno Cedroni, Davide Oldani, Alessandro Negrini, Andrea Berton ed Eugenio Roncoroni, che hanno partecipato al webinar dal titolo “#StrongerThanEver – Il vino e la ristorazione insieme per ripartire alla Milano Wine Week” insieme all’organizzatore della manifestazione, Federico Gordini, e al presidente della FIPE, Lino Enrico Stoppani, con l’obiettivo di fare il punto della situazione (secondo il centro studi FIPE ha riaperto il 97% delle attività di somministrazione con un fatturato, nei casi migliori, pari al 60% dei livelli pre-Covid) e ribadire l’importanza di fare sistema per superare al meglio la crisi

L’Italia ritorna ad essere una piazza importante per il business del vino-lo dimostrano le grandi acquisizioni  da parte di importanti gruppi enoici internazionali : il nostro paese piace per uno stile di vita unico, per i paesaggi, l’arte, la gastronomia ma soprattutto per la grande biodiversità dei nostri vitigni. L’Italia piace per investimenti che consentono di allargare gli orizzonti commerciali di altri paesi ,non ultima , la famiglia Helfrich e il Gruppo Les Grands Chais de France, primo distributore di vino in Francia che, riprendono le attività nel nostro paese  non solo sul canale Ho.Re.Ca., ma  anche sull’online. Grazie alla partnership con Deluxe Wine, alla fine di febbraio, è stato avviato un centro logistico presso la dogana di Torino, un investimento significativo che sottolinea la volontà di crescita del gruppo d’oltralpe nel mercato italiano. Deluxe Wine, distributore “mono-etichetta” Grands Chais de France, conta ad oggi 130 referenze in catalogo, e a settembre 2020 con la presentazione del catalogo Deluxe, verrà offerta una selezione ancor più ampia di etichette di grande prestigio con i migliori Domaine e Chateaux della famiglia Helfrich. Non poteva mancare particolare soddisfazione da parte della direzione italiana di GCF “ La nostra volontà dice Romina Romano Country Manager

Che l’olio sia molto più di un condimento ma valore economico, sociale e culturale non vi sono dubbi tanti i riconoscimenti, le guide come la recente del Gambero Rosso, gli assaggiatori e i tantissimo premi. Ha fatto bene il consorzio di Tutela dell’olio Dop Riviera Ligure a imprimere una marcia in più con la modifica del disciplinare approvato al 90% dall’Assemblea nei giorni scorsi,. Il dato fondamentale è il passaggio dal singolo prodotto ad una promozione integrata di eccellenze simboli del territorio. Una decisione non da poco che rende non più obbligatorie ma facoltative le menzioni geografiche a difesa del patto di filiera e a sostegno della nuova dop dell’oliva taggiasca. Che il disciplinare fosse ormai troppo” stretto” era emerso dalle numerose iniziative che avevano aumentato la visibilità e la qualità del lavoro del Consorzio: “da Oliveti Aperti – come sottolinea Carlo Siffredi, Presidente del Consorzio -che ha permesso un nuovo collegamento tra aziende e flussi turistici, ai laboratori nelle scuole per allargare la platea di conoscenza del prodotto, alle iniziative con famosi chef per ampliare l’uso nella ristorazione di questo prodotto ligure.Senza dimenticare la fitta agenda di appuntamenti realizzata in collaborazione con Enoteca Regionale della Liguria, Consorzio di Tutela del

Non poteva che essere la Fondazione Edmund Munch a studiare l’impatto del clima sulla viticoltura in Europa con un progetto che coinvolge sei paesi europei per favorire  gli sforzi della  ricerca e dell’ industria   che sappiano reagire al cambiamento climatico. Il progetto MEDCLIV “MEDiterranean CLimate Vine and Wine Ecosystem” coordinato da FEM coinvolge otto partner del Mediterraneo europeo e per l’Italia il CNR-IBE. Il progetto è co-finanziato da EIT Climate-KIC, l’agenzia europea fondata nel 2010 dall’Istituto Europeo per l’Innovazione e la Tecnologia (EIT). Il progetto, tutto dedicato all’ecosistema vite-vino e clima, analizzerà nel dettaglio alcuni aspetti che risultano centrali nella viticoltura: l’anticipo fenologico, il problema della siccità, le ripercussioni sulle pratiche viticole e sulla qualità delle uve, la carenza di acqua e di sostanza organica nel suolo, le alterazioni chimiche dei mosti e quelle organolettiche dei vini..Primo passo del progetto è un sondaggio che coinvolge centinaia  di aziende viti-vinicole dei sei Paesi  e che servirà per definire  una mappa, regione per regione, delle urgenze  nel settore vitivinicolo nei confronti del cambiamento climatico. I risultati dell’indagine aiuteranno a identificare cosa potrebbe cambiare  nella gestione del vigneto e nella pratica enologica Sono invitate a partecipare al sondaggio tutte le aziende viticole e le cantine

di Charles Piller, da Science Magazine 250.000 casi di contagi in un solo giorno nel mondo testimoniano la ripresa della pandemia ma tra i tanti problemi vi è quello della raccolta dati e di renderli disponibili. Segnaliamo questo articolo.. Succede in alcuni stati statunitensi. La California è stata una storia di successo per il COVID-19, fino a quando all’improvviso ha smesso di esserlo. Funzionari dello Stato,  sono ora fortemente criticati: da aprile, epidemiologi dell’Università di Stanford e di diversi campus dell’Università della California hanno cercato casi dettagliati di COVID-19 e dati di tracciamento dei contatti da parte delle autorità sanitarie statali e regionali utili alla ricerca, sperando che possano indicare metodi  più efficaci per rallentare la pandemia. Il logo di Science Magazine “ Seguire i dati è la base dell’epidemiologia e della salute pubblica per sapere dove e come si diffonde la malattia,” afferma Rajiv Bhatia, medico ed epidemiologo che insegna a Stanford, ed è tra gli scienziati che cercano i dati della California. Ma le agenzie incaricate di fornire dati hanno rifiutato le richieste presentate da aprile a fine giugno citando molteplici ragioni tra cui vincoli da carico di lavoro e preoccupazioni sulla privacy, anche se le regole federali sulla privacy della salute sono state

Hermes Diactoros II 2019 Lazio Bianco IGP Omina Romana (Viognier, Petit Manseng, Chardonnay) Alc 13%Anteprima nata da esprimenti del 2017, macerazione pre-fermentativa a freddo per circa 48 ore e pressatura soffice. Fermentazione in acciaio e svolgimento di malolattica. Sosta sulle fecce fini di tre mesi. Unione delle singole varietà e imbottigliamento. Affinamento pima della messa in commercio di 2/3mesi. Paglierino appena dorato trasmette al naso opulenza olfattiva freschezza e morbidezza. Frutta matura, quasi tropicale seguita da margherite, mimosa acacia. Il sorso è dotato di struttura, ben bilanciato e salino. Sushi Heredio 2019 Frascati Superiore DOCG Casale VallechiesaMalvasia Puntinata 70%, Greco15% Bombino 15% Alc. 13,5 % prima annata prodotta 1992 terreno vulcanico con esposizione a sud vendemmia manuale da Settembre in poi, macerazione a freddo delle bucce (10°C per 3 giorni), affinamento sulle fecce fini per 4 mesi, utilizzo di soli lieviti autoctoni Tracce dorate. Offre profumi di ginestra, nespola mela golden; di media struttura regala pimpante acidità e giusta sapidità. Scia sapida in persistenza e chiusura di mandorla fresca. Tartare di salmone gamberetti Epos 2017 Frascati Superiore DOCG Poggio le VolpiMalvasia di Candia 50% Malvasia Puntinata 40% Trebbiano 10% Alc 13%Paglierino luminoso dal riflesso dorato, incipit minerale seguito da fiori maturi, cedro

Il vino e’ un bene nazionale per imprese, bilancio, export, occupazione. Sotto l’ombrellone beviamo effervescente e spumeggiante. Fa allegria e dinamicita’. La qualità organolettica delle bollicine italiane sembra non essere più in discussione. Con il piccolo fenomeno franciacorta di 15-18 anni fa che ha iniziato a scalfire l’immagine e il valore simbolo e storico dello Champagne e poi l’avvento prepotente e dirompente del Sistema prosecco Docg-Doc di 5-7 anni fa. Il 2019 ha sancito e confermato alcuni primi posti dell’Italia spumeggiante: primo paese produttore al mondo e primo esportatore per volumi, il primo paese al mondo per la più alta biodiversità di vitigno da cui si ottengono uve per i vini spumanti. Prodotte 750 milioni di bottiglie e qualche milione meno spedite e consumate in 365 giorni, in 116 paesi, per un valore all’origine di    1,892     mld/euro e un valore al consumo globale (nazionale e estero) di 6,181    mld/euro. Consumo interno nazionale non elevato ma buono arrivando a sfiorare le 200 mio/bott, ben 545 mio/bott esportate (di cui 430 targate docg e doc Prosecco). Il vino spumante è sempre più un biglietto da visita e di attrazione turistica importante, per questo il Covid19 sta influenzando consumi e valore già nel