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Rubrica di Emanuela Medi
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Luglio 2020

Non è più una tendenza che ha raccolto adesioni per il  rapporto qualità-salute,  il biologico è uscito da prodotto di nicchia per affermarsi  e ricevere sempre più consensi dai consumatori in cerca di  prodotti naturali, biologici, con etichette chiare dove sono ben visibili la provenienza e gli ingredienti, a garantire la qualità e la sicurezza delle filiere biologiche da cui provengono. Il logo di Sana Il lockdown ha fatto emergere tutto questo e ancora di più lo confermano  i dati di ASSOBIO: i consumi di prodotti biologici, nel 2019, hanno raggiunto 4.089 milioni di euro, dei 3.483 milioni come consumo in casa, 502 milioni , fuori casa, e 104 milioni nel canale bar.  Crescite anche nelle esportazioni, che hanno toccato quota 2.266 milioni di euro, con un aumento sull’anno precedente del +10%, arrivando a rappresentare il 5,5% del totale dell’export agroalimentare italiano. Senza contare che questi numeri sono aumentati durante la pandemia  in particolare nel mese di marzo, con  un +19,6% di vendite in confronto allo stesso mese dell’anno precedente,  in particolare nei supermercati, nei negozi specializzati  e nei piccoli supermercati di quartiere Non manca all’appello la grande distribuzione che ha registrato negli ultimi anni un raddoppio per quanto riguarda il fatturato

Dopo l’accordo siglato  all’inizio 2020 tra Planeta, una delle più importanti aziende vinicole siciliane  con forti presenze in territori del calibro di Menfi, Vittorio, Noto, Etna, Capo Milazzo e Oddo  con una famiglia francese che ha iniziato i lavori di una cantina tra Sambuca e Sciacca, a fare notizia è la partnership tra Advini, grande azienda francese con 2.300 ettari di proprietà e 28 cantine distribuite in tutti i più importanti territori internazionali e la Collina dei Ciliegi, la cantina do Grezzana in Valpantena, guidata da Massimo Gianolli. Ma se le distanze in termini di fatturato( 286,6 milioni di euro Advini nel 2019) e commerciali sono siderali, gli obiettivi sono comuni: posizionamento delle etichette dei pregiati vini della Collina dei Ciliegi nell’Horeca di 100 paesi in cui opera la rete di distribuzione di Advini e tra le altre novità l’offerta turistica ricettiva di Ca del Moro Wine Retrait. E Antoine Leccia patron di tanto ben di Dio francese?” Tramite la distribuzione dei vini di Massimo Gianolli-dice Leccia- potremo distribuire meglio i vini di Advini sul mercato italiano con una graduale espansione a partire dal Veneto per aumentare il portafoglio comprese le principali denominazioni italiane” Che i due oltre l’alleanza commerciale

Dal 26 al 28 luglio si è svolta la manifestazione Terre del Grechetto presso Civitella d’Agliano nell'alta Tuscia, arrivata alla XVII edizione grazie a Carlo Zucchetti organizzatore dell’evento. La manifestazione ha visto una grande partecipazione a tutti gli eventi organizzati da parte di conoscitori e non del mondo del vino. L’interpretazione del vitigno Grechetto in tutte le sue variazioni clonali e territoriali è stata la tematica principale: l’evento si è posto l’obiettivo di comunicare e propriamente valorizzare questo vitigno storico, tipico del Centro Italia, grazie a banchi di assaggio, visite guidate nelle zone storiche culturali della zona, stand enogastronomici e musica sotto le stelle.  Un evento garbato di musica, cultura, profumi e sapori, a cui non mancare per le successive edizioni. Prendendo parte alla degustazione di sabato riservata a giornalisti e operatori, gestita e organizzata da Carlo Zucchetti ho degustato per Vinosano.com differenti interpretazioni del vitigno Grechetto declinato come bianco spumantizzato, fermo e passito in 11 batterie. Una piacevole degustazione, ben organizzata, sostenuta ed educativa che ha condotto i presenti a scoprire le tante sfaccettature di questo vitigno. I territori rappresentati dalla degustazione sono stati molteplici divisi in tre regioni Lazio, Umbria, Emilia Romagna. Durante la degustazione ho selezionato per Vinosano 10

La ristorazione sa che non si torna indietro e onestamente non si scoraggia riposizionandosi con mille nuove proposte. Certo i dati Fipe non incoraggiano  tra crolli di fatturato, chiusure, cassa integrazione e possibili licenziamenti ma  guidati  anche dai grandi chef la voglia di farcela c’è tutta. Ma cosa succede all’estero? Per tenere sotto controllo la ripartenza del contagio,   a sostegno del settore, il ministro del Tesoro inglese ha annunciato  un bonus in denaro, del valore massimo di 10 sterline (pari al 50% della spesa, fino a un conto individuale che arrivi a un massimo di 20 sterline, da moltiplicare per ogni componente della famiglia), da spendere al ristorante, previsto tra le misure del piano Eat out to help out. Può usufruire del voucher solo chi si reca in uno dei ristoranti o pub aderenti dal lunedì al mercoledì, fatta eccezione per il consumo di bevande alcoliche, che resta escluso dal bonus (come pure il take away). Lo sconto sarà stornato dal conto al momento del pagamento mentre spetterà al ristoratore rivalersi sullo Stato, chiedendo il rimborso del bonus dopo l’emissione dello scontrino,. Il bonus sarà attivo dal 3 al 31 agosto (e non c’è limite all’utilizzo da parte dei clienti .La misura-

Anno record  il 2019 per il mondo della birra   con  un aumento della produzione rispetto al 2018 (+5%) per il terzo anno consecutivo, a cui è seguita una crescita dei consumi interni (+2,6%) e un boom dell’export (+13%). Sono le stime di Assobirra che evidenzia   anche  un aumento dell’occupazione in Italia, con oltre 3.300 posti di lavoro in più rispetto all’anno precedente tra addetti diretti e indiretti per un totale di oltre 144.000 occupati lungo tutta la filiera. Un comparto dunque che genera posti di lavoro in grado di supportare la ripartenza post pandemia  I DATI: Nel 2019, la produzione di birra in Italia è passata da 16.421.000 a 17.247.000 ettolitri, in linea con il trend positivo che negli ultimi 10 anni ha visto la produzione aumentare i volumi del 35% e stabilizzarsi al 9° posto in EuropaÈ record storico, , sui  consumi  interni che  hanno superato la quota dei 20 milioni di ettolitri con una crescita del 2,6% rispetto al 2018, con un  consumo  pro-capite, giunto a quota 34,6 litri (era 33,6 litri nel 2018).  ma il vero  exploit riguarda l’export. Dopo il grande balzo del 2018, anno in cui il valore aveva raggiunto +6,6% sul 2017, i

L’Alto Adige sbaraglia  e si accaparra i miglior Pinot Nero decretati dalla giuria del Concorso  all’edizione n.19 che se pur rimandata causa il Coronavirus al 2021, non ha comunque scoraggiato  gli assaggiatori a passare in rassegna gli 81 Pinot Nero arrivato da 10 diversi territori lungo la penisola. E sbaraglia il “LUDWIG” 2017 di Elena Walch con 90,3 punti che conquista il gradino più alto: una lunga storia  la sua che si accompagna a quella del Pinot Nero in Alto Adige “ L’alto Adige- dice Elena Walch è una zona particolarmente vocata per questo vitigno per le condizioni climatiche  ideali: ambiente fresco, altitudini quasi di montagna (si coltiva anche oltre i 700 msl,  con forti escursioni termiche). Tutto questo sottolinea la produttrice, conferisce al Pinot Nero altoatesino grande freschezza che troviamo nel bicchiere. La sua brillantezza non è superficiale ma rivela una notevole profondità  cui si accompagnano  i profumi, (caratteristica questa di tutti  i vini altoatesini che beneficiano del particolare microclima ) Il Pinot Nero- sottolinea ancora Elena Walch, veramente ha impresso al nostro territorio una marcia in più  tanto da differenziarlo sia dal cugino francese di cui ne riprende l’eleganza e la raffinatezza, ma in particolare da altri Pinot Nero

Basta piangersi addosso  e lamentarsi:  i bar lo hanno capito e voltano pagina  puntando sulla comunicazione e su un restyling  fatto anche di piccoli accorgimenti che invitano alla convivialità, allo stare insieme per godere di un bicchiere di vino a fine giornata  o di un semplice caffè e cornetto. Interessante e lo citiamo volentieri l’articolo di Michela Becchi apparso su il Gambero Rosso del 16 luglio “Sembra un concetto scontato,- sottolinea l’autrice-  ma la quarantena ha dimostrato ancora una volta quanto la buona comunicazione sia fondamentale per un’attività, specialmente in ambito gastronomico, un settore fatto di cibo di qualità ma anche e soprattutto di rapporti di fiducia. Di relazioni, chiacchiere al bancone, battute scambiate a fine cena con lo chef, il ristoratore, il sommelier. Rimanere “vicino” ai propri clienti, seppur virtualmente, è stato un passo determinante durante i mesi di chiusura. E lo confermano le tante dirette fatte dagli chef, le masterclass a distanza, i laboratori di cucina che non si sono mai fermati, neanche nel pieno della pandemia.” I Bar si sono  adeguati scoprendo finalmente quanto fossero importanti i social, che se ben  gestiti permettono di accorciare notevolmente la distanza tra i consumatori (e potenziali tali) e l’attività stessa, oltre che

Non sono pochi gli italiani che hanno scelto questa estate una vacanza in camper e le Donne del Vino certo non si sono lasciate sfuggire l’opportunità per lanciare il progetto CAMPE FRIENDELY: la  vacanza con sosta in camper su vista vigna. Una proposta di turismo eco-sostenibile pensata dalle Donne del Vino nell’anno dedicato a Donne, Vino e Ambiente. Da luglio, molte produttrici aprono le porte delle loro cantine ai turisti in caravan e camper per offrire loro la sosta di una notte fra i vigneti. È il progetto Donne del Vino Camper Friendly creato insieme al TCI - Touring Club Italiano che mira ad avvicinare la grande enologia a chi fa turismo itinerante e, tradizionalmente, intende il viaggio come una scoperta emozionante che lo porta a diretto contatto con la natura, i territori e le persone. L’idea di unire ospitalità al femminile e camper è della donna del vino friulana Elena Roppa «Il concetto di ospitalità – dice la presidente delle Donne del Vino Donatella Cinelli Colombini - costituisce il punto di partenza del progetto Donne del Vino Camper Friendly che intende proporre i luoghi del vino come destinazioni privilegiate di chi fa viaggi itineranti. Per loro le Donne del Vino hanno