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Rubrica di Emanuela Medi
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Agosto 2020

Che il 2019 sia stato un anno pesante lo indicano i dati: il mancato raccolto ha creato un danno di 73 milioni di euro e la produzione nazionale non ha superato i 150 milioni di euro. Eppure il nostro paese – tra i più controllati al mondo-detiene il record di oltre 50 varietà e vanta un settore importante con ben 60.000 apicoltori, 1.600 alveari censiti di cui il 50% stanziali, 256 mila sciami il restante nomadi. Purtroppo come rilevato in molte occasioni, la delicata situazione climatica ha avuto un impatto determinante e negativo sulle api fattore che ha portato a una diminuzione tra miele e derivati dl 50% con punte, in alcune regioni, del 70% .. E non sarà migliore il 2020. Per rilanciare l’intero settore gli apicoltori italiani hanno lanciato  un grande campagna di sensibilizzazione e ancora più recentemente presso la Commissione Agricoltura il FAI( Apicoltori Italiani) hanno chiesto maggiore attenzione e tutela per un  comparto che nell’insieme produce un valore di 150 miliardi  .Non sono soddisfatti gli apicoltori di altri paesi come nel Nord America e in generale in tutta Europa tranne le zone molto a nord e in alta montagna dove si è registrato un incremento di produzione

"Ancora una volta l'Italia del vino rimane fuori dalla disputa commerciale Airbus. Non ci sarà alcun dazio aggiuntivo negli Stati Uniti sui vini del nostro Paese, almeno per questo nuovo round" . Lo annuncia, con soddisfazione, il presidente dell'Unione Italiana Vini (Uiv), Ernesto Abbona( ANSA).Diversamente da Francia e Germania che sono stati raggiunti da dazi aggiuntivi, il nostro paese si salva  mantenendo salda la posizione negli Stati Uniti primo buyer di vino al mondo in cui l’Italia è il primo paese fornitore. Grande soddisfazione espressa dai   consorzi delle due più importanti denominazioni  toscane Chianti  e Brunello e non poteva mancare la dichiarazione della ministra delle Politiche Agricole  Teresa Bellanova che ha rilevato il grande lavoro di diplomazia  del nostro paese a tutela del Made in Italy, anche per quanto  riguarda l’agroalimentare in particolare i formaggi come il Parmigiano Reggiano e il Pecorino Romano che non hanno subito un rialzo dalla precedente tariffa del 25%

“Siamo sicuramente in grado di assorbire il contraccolpo del lockdown che ci sta insegnando molte cose a partire da nuove modalità di vendita”  Non vede proprio nero Alessandro Vella Direttore Generale della Cantina Produttori Valdobbiadene, territorio vocato alla produzione del Prosecco Superiore DOCG, cui aderiscono 600 soci dalla lungimirante mentalità associativa (è stata fondata nel 1952 da 129 soci viticoltori), capacità produttiva (13 circa milioni di bottiglie nel 2019) che tra tecnologia, innovazione e sostenibilità ha speso negli ultimi 20 anni, ben 40 milioni di euro  “ In questi giorni con il Consorzio-dice Alessandro Vella- stiamo discutendo  cosa è più opportuno: vendemmia verde, rese più basse, valutazioni commerciali in termine di nuovi canali di  vendita a fronte di un possibile calo di consumi”. Parliamo di produzione chiedo, come è andato il 2019 per la vostra Cantina ”. E’ stato un raccolto scarso causa le condizioni climatiche con piogge e molto caldo in estate, per cui l’uva raccolta è stata di 122 mila quintali a fronte di un potenziale 160 mila   che potremo raggiungere con la vendemmia del 2020. Andremo quindi incontro a un possibile pareggio ma avendo lavorato bene con prodotti di qualità,  un export che ha premiato il Prosecco DOCG, investimenti

Il territorio ligure si presenta come una sottile mezzaluna che collega la Toscana alla Francia con 1538 ettari di vigneto tra mare e montagne per una viticoltura definita eroica caratterizzata da tipici terrazzamenti a strapiombo sul mare. I vini di questa regione dallo stile mediterraneo sono di grande impatto e derivano specialmente dalle uve Pigato e Vermentino. Lo Sciacchetrà che in dialetto ligure significa “schiacciare” per indicare la pigiatura dell'uva, è il vino simbolo delle Cinque Terre, un passito tra i più rari in Italia, riconosciuto oggi come presidio Slow Food. Tra i vitigni il più diffuso è il Vermentino in provincia di La Spezia che regala vini bianchi freschi e sapidi, più eclettici dei cugini sardi, ma comunque ottimi con il pesce in particolare i crostacei. Da citare anche il Rossese di Dolceacqua della riviera di Ponente che sembra fu il vino rosso preferito da Napoleone, piacevole ed elegante dai sentori di frutta rossa, fiori e spezie.  Tra Savona e Imperia si coltiva invece il Pigato (dal latino picatum per i puntini sulla buccia dell’acino) vitigno arrivato dall’Egeo nel Medioevo e diffuso nel Secondo Dopoguerra grazie al turismo sulla costa; il vino paglierino brillante e tipico di aromi fruttati se

Cominciamo il racconto della nostra Anteprima irpina a distanza da un vino considerato "minore": l’Aglianico DOC. Avevamo chiesto al consorzio di includerne qualche bottiglia tra i campioni destinati a questa iniziativa. Non immaginavamo che ne avremmo ricevuti ben ventidue, ovvero più di quanti ne avessimo mai degustati in precedenza. https://youtu.be/LqVwo9tsyzE Al netto di questa carrellata di assaggi, che ci ha permesso di approfondire una tipologia poco conosciuta al di fuori dei confini regionali, possiamo dire di aver individuato tre categorie nelle quali ricadono quasi tutti gli Irpinia Aglianico e Irpinia Campi Taurasini:⁃ Categoria 1: Vini “spensierati”. Appartengono in larga parte ai millesimi 2017 e 2018 e in qualche caso provengono da vigneti fuori DOCG. Trascorrono un brevissimo periodo in botte, acciaio o cemento prima di andare in bottiglia a pochi mesi dalla vendemmia. Le migliori versioni coniugano fragranze fruttate, sfumature vinose e tratti varietali di erbe e di spezie. Sono vini schietti e scorrevoli; catturano il lato più soave di questo vitigno "virile" e si abbinano al cibo con estrema facilità. Peccato che si tratti ancora di una minoranza

Antonio Caggiano - Tauri 2018. Potevamo mettere in evidenza il Salae Domini, ovvero il Campi Taurasini da singola vigna di questo produttore iconico, ma ci è sembrato ancor più compiuto questo fratellino minore che, utilizzando un tecnicismo aulico, potremmo definire come “vino da bere a secchiate”. L’olfatto soavissimo evoca ricordi di china, cola, rosa selvatica, mirtilli rossi e melagrana; il sapore offre tutto quello che si può desiderare da un Aglianico “giovane”: tannini leggiadri, acidità salivante, ritorni di pepe, fiori freschi e visciola croccante. È un caposaldo della categoria 1. 90 Cantina dei Monaci - Santa Lucia 2017. Profondo di sottobosco, tabacco Kentucky, boero. Caldo e possente al palato: sfodera tannini rigorosi, austeri a supporto della ricca componente fruttata. Chiude leggermente astringente. 88 Cantine di Marzo – Irpinia Aglianico 2017. Scuro, fumoso. Ha bisogno d’aria per distendersi e concedere aromi più affabili di erbe officinali e piccoli frutti neri. Più immediato è il palato succoso, carnoso di visciola e scandito da tannini leggermente scorbutici. Da aspettare. 86+ Claudio Quarta - Irpinia Aglianico 2018. Profumi classici di ruggine, ribes nero, erbe aromatiche e una traccia affumicata. Buona reattività al palato, alcol integrato, equilibrio tra frutto e tannino scalpitante e un finale coerente su toni

L’aumento di utilizzo di  psicofarmaci  in questo periodo è stato rilevato da molti psicologi e psichiatri cui hanno fatto ricorso le molte persone con numerosi problemi a partire dal forte stress e dall’ansia. Definire gli psicofarmaci è importante per spiegare l’interazione tra alcol e  questo tipo di medicinale :sono un gruppo eterogeneo , in grado di curare o di alleviare disturbi psichici di diversa natura attraverso una complessa azione su specifiche sostanze chimiche presenti nel nostro cervello Da un punto di vista dietetico non esistono particolari cibi da seguire durante una terapia con psicofarmaci, se non quella di evitare l’assunzione di alcolici.” Le benzodiazepine (farmaci che curano i disturbi d’ansia)- dice il Prof Alberto Siracusano  Direttore della Scuola di Specializzazione in Psichiatria dell’ Università di Roma Tor Vergata– possono provocare nella persona profonda sonnolenza e momenti di ipotensione( pressione molto bassa) anche gravi. E’ chiaro che la gravità di queste situazioni dipende dalla dose del farmaco assunta.  Per alcuni farmaci antidepressivi- continua il professore-  è necessario evitare quei cibi e bevande che contengono una sostanza chiamata tiramina perché dannosa in associazione con l’alcool” Ansia e depressione sono stati che predispongono alla assunzione di alcol dal momento che l’etanolo allevia i momenti di sofferenza

Il 17 e 18 febbraio 2020 a Firenze nella caratteristica cornice della Stazione Leopolda, si è volta la più grande degustazione di Chianti Classico Docg denominazione sempre più affermata nel panorama viticolo italiano, la cui produzione annua è di 37 milioni di bottiglie circa, esportata in 130 paesi nel mondo. Tra i 200 produttori presenti a “Chianti Collection” con oltre 740 etichette in degustazione, ci accoglie per un intervista Giovanni Folonari oggi alla guida della Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute che comprende la Tenuta di Nozzole nell'area di Greve in Chianti" La Famiglia Folonari, opera nel settore vinicolo dalla fine del XVIII secolo, racconta Giovanni figlio di Ambrogio; oggi le proprietà sono cinque: la Tenuta di Nozzole nel Chianti Classico, Le Tenute del Cabreo dove si producono i Supertuscan, la Tenuta La Fuga a Montalcino, Campo al Mare a Bolgheri e Vigne a Porrona nella Maremma Toscana. Protagonista della kermesse è stata la Tenuta di Nozzole risalente al 1700 e acquistata dalla famiglia Folonari nel 1971; 105 ettari di terreno di cui 90 a vigneto specializzato e 15 a uliveto. Gran parte dei terreni sono riservati al Sangiovese, che nel micro-clima di Greve in Chianti esprime al massimo potenzialità ed eleganza, come conferma l’enologo Roberto Potentini conoscitore delle più moderne