a

I Tag di Vinosano
Rubrica di Emanuela Medi
 

Andrea Sartori: “Siamo preoccupati, facciamo lobby”

Andrea Sartori, Presidente Consorzio per la Tutela dei Vini della Valpolicella

Con una produzione di 64 milioni di bottiglie- in pratica una per ogni italiano!  un giro d’affari valutato in 600 milioni di euro e un export al 75% coperto per il 62,4% dal solo Amarone, la denominazione della Valpolicella, tra le più grandi in Italia si trova ad affrontare un momento delicato se già si parla di una perdita pari al 20% del fatturato.  Quale è realisticamente la situazione in termini di giacenze, mercato interno e export

vista-di-san-giorgio-consorzio-valpolicella

R. la perdita di fatturato del 20%  non è realistica perché non abbiamo ancora dati recenti forniti dal nostro organismo di controllo Siquria. Quello che le posso dire relativo ai primi mesi del 2020 è che i dati di imbottigliamento di amarone , recioto e valpolicella sono per ora ancora stabili, ma il calo si registrerà più avanti nei prossimi mesi. Per quanto riguarda le giacenze non userei questo termine perché abbiamo si, una sovrapproduzione ma facilmente smaltibile nei prossimi anni. Quanto al mercato interno e all’export è evidente che vi sarà-come per molti-una riduzione dei consumi che per noi avrà un impatto sulle vendite del 20-40%

Produzione sostenuta, superficie vitata aumentata, pensate a un contenimento e a una riconversione come proposto da Coldiretti e per quale tipologia di vini

R Sicuramente proporremo ai nostri associati una riduzione delle rese per ettaro dal 15-20% e in questo siamo allineati con Coldiretti. Per quanto riguarda la proposta di una riconversione per produrre alcol per usi sanitari, è un provvedimento che non rientra nelle nostre denominazioni con prodotti di fascia alta, semmai i vini da taglio e IGT

Con quali strategie pensate di venire incontro alle aziende in difficoltà tenendo conto dei  probabili consumi interni in diminuzione e di un export che si prospetta molto difficile

R Sono tutti problemi che stiamo affrontando .Al momento non abbiamo aziende con evidenti difficoltà strutturali o a rischio di chiudere. Quello che posso dire è l’evidente e profonda preoccupazione tra i nostri associati. Come Consorzio per la Tutela dei vini della Valpolicella stiamo facendo lobby con gli altri Consorzi e Associazioni (Federervini, UIV, Federdoc..) su Governo e Istituzioni affinché emanino decreti e testi chiari su come dobbiamo e possiamo muoversi. Al momento ancora siamo carenti di qualsiasi importante e precisa indicazione e.. come lei sa il mondo del vino è in grave sofferenza..

Logo Consorzio Valpolicella

Logo Consorzio Valpolicella

C’è chi guarda con interesse alla GDO e alla vendita on line come le nuove modalità di consumo del bere . Se questo ha funzionato molto bene all’estero, vedi la Gran Bretagna con il 20% del vino italiano acquistato su piattaforme e negozi online gestiti da società inglesi o anche plurinazionali, in Italia sicuramente c’è un exploit dell’acquisto online soprattutto da parte dei giovani.  La vendita online soppianterà la cantina e il rapporto con il produttore

R Nella  grande distribuzione siamo da tempo presenti con le tre tipologie di vini: Amarone, Ripasso e Valpolicella sia in Italia che all’estero. Per quanto riguarda l’online è chiaro che non spetta al Consorzio decidere, ogni produttore ha la sua strategia di mercato. Comunque ritengo sia un canale di vendita interessante e certamente in evoluzione soprattutto presso i giovani. Vorrei dire qualcosa a proposito delle cantine: sono convinto non spariranno perché il rapporto diretto con il produttore è sempre interessante ma con nuove modalità di attrazione e cito l’enoturismo, una voce importante che fa da traino a tutta una serie di segmenti come la mobilità interna, gli alberghi,i ristoranti, bar, musei, attività sportive. Si mette in moto un’economia circolare  che da lavoro a tutti, reddito e benessere.

Tendenze future: come si rapportano i produttori e il Consorzio con i consumatori più giovani

R Lo ritengo un segmento molto importante, poco considerato e con pochi investimenti, mentre sono loro i futuri consumatori. C’è molto da fare per far capire loro che un bicchiere di vino ha qualcosa da raccontare : è  storia, arte, cultura, territorio, imprenditoria, passione..il nostro paese che si racconta

Emanuela Medi giornalista, sommelier

Condividi sui social network
Scritto da

Emanuela Medi giornalista professionista, ha svolto la sua attività professionale in RAI presso le testate radiofoniche GR3 e GR1. Vice-Caporedattore della redazione tematica del GR1 “Le Scienze”- Direttore Livio Zanetti- ha curato la rubrica ”La Medicina”. Ha avuto numerosi incarichi come il coordinamento della prima Campagna Europea per la lotta ai tumori, affidatole dalla Commissione della Comunità Europea. Per il suo impegno nella divulgazione scientifica ha ottenuto numerosi riconoscimenti: Premio ASMI, Premio Ippocrate UNAMSI, premio prevenzione degli handicap della Presidenza della Repubblica. Nel 2014 ha scritto ”Vivere frizzante” edito Diabasis. Un saggio sul rapporto vino e salute. Nello steso anno ha creato il sito ”VINOSANO” con particolare attenzione agli aspetti scientifici e salutistici del vino. Nel 2016 ha conseguito il diploma di Sommelier presso la Fondazione Italiana Sommelier di Roma.. Attualmente segue il corso di Bibenda Executive Wine Master (BEM) della durata di due anni.