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Rubrica di Emanuela Medi
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Autore Redazione Vinosano

Siamo in pieno clima di vendemmia, meglio dire pre vendemmia qui in Valle Isarco dove ha sede  la cooperativa vinicola più giovane dell’Alto Adige, la più estrema visto che i suoi vigneti sono collocati ad un’altitudine tra i 500-1000 sml  tanto alti ,da meritare e giustamente l’appellativo di viticoltura eroica.    L’intervista è con Armin Gratl, direttore generale dal 2013,  della Cantina Produttori Valle Isarco il cui presidente è Peter Baumgartner “ La vendemmia-dice Gratl- per noi inizia quest’anno piuttosto tardi, non pima della metà di ottobre, per il Riesling prevediamo a novembre. Siamo a metà agosto ancora nella fase dell’invaiatura  , ma la consideriamo una fortuna perché ci darà vini bianchi molto freschi , aromatici e di lunga persistenza. L’uva è sana, il lavoro dei nostri vignaioli è perfetto nella cura ordinata, direi meticolosa  dei vigneti che hanno una pendenza del 35 -60 %” Non gli si può dare torto: l’occhio spazia a 360° su filari e filari vigne che marcano in tutte le direzioni la pendenza e la conformazione di colline e montagne    a dimostrazione di come il lavoro dell’uomo può coniugarsi con l’ambiente in perfetta armonia Come sta andando il 2021 Da quando ha riaperto  l’Horeca, nostro principale canale di

La data di nascita del vino Barolo è relativamente recente:1837 Sino a quella data, il vino rosso ottenuto dal vitigno Nebbiolo coltivato a Barolo nei comuni vicino Alba (Serralunga, Castiglione Falletto, La Morra, Novello, Monforte, Verduno, Grinzane, Diano, Roddi e Cherasco) era un vino amabile per l’elevato tenore zuccherino e le vendite non erano molto incoraggianti. A lei ,la marchesa Giulia Falletti moglie di Carlo Tancredi Falletti,  marchese di Barolo,  il merito di averne cambiato la storia trasformandolo in “un vino secco alla moda dei vini di Bordeaux”, merito molto, dei consigli del famoso- allora enologo Odart- chiamato dallo stesso Camillo Benso Conte di Cavour le cui cantine non davano risultati entusiasmanti. Fu un successo e il vino ottenuto fu battezzato Barolo, dal nome della residenza della marchesa. La nobildonna cui non mancava piglio manageriale, capì che bisognava fare ben altro che  ritenersi soddisfatta del rinnovato Barolo e , cogliendo la volo un apprezzamento del re Carlo Alberto, fece  bloccare la contrada Po( l’attuale Via Po che collega Piazza castello con Piazza vittorio) con una fila di “ carrà”( ognuno di 6 ettolitri) “ campioni” destinati al sovrano. Tanto felice fu la degustazione che i Savoia acquistarono una tenuta a Verduno

È una ricetta poverella legata al ricordo di una storia d’amore appassionata svelata da un’espressione, un gesto, una frase raccolti anzi quasi spiati in una sera magica che eravamo andati a guardare i pescatori che rientravano. Ancora mi emoziona quando riaffiora. Ero ragazzina e Teresa, che vendeva il pesce in una botteguccia poco lontana dalla spiaggia di Cetara, mi  spiegava  inesperta di come a Livorno la sua mamma faceva il brodo di sassi. Teresa era sposata con uno di Cetara, ruvido irsuto abbronzato come un saraceno e pazzo pazzo di lei. Lei veniva dalla costa toscana, bionda delicata bella come la Venere del Botticelli. E non si capiva come c’era capitata sulla spiaggia di Cetara a scapuzziare le alici con le altre mogli e mamme e ragazzini, secondo un’abitudine antica che non s’usa più perché di alici, che n’era pieno il mare, non ce n’è più tante da occupare famiglie intere a lavorare pure la notte. Arrivavano le Cianciole e l’odore del pescato riempiva la spiaggia e tutto il paese fino a sotto la montagna. Grida e risate rimbalzavano dalla spiaggia ai vicoli, alle case in attesa, alle lampare, alla luna. “Puzzo di pesce” si schermiva Teresa civettuola tirando su