a

I Tag di Vinosano
Rubrica di Emanuela Medi
HomeArticoli pubblicati in Redazione Vinosano (Pagina 2)

Autore Redazione Vinosano

Il territorio ligure si presenta come una sottile mezzaluna che collega la Toscana alla Francia con 1538 ettari di vigneto tra mare e montagne per una viticoltura definita eroica caratterizzata da tipici terrazzamenti a strapiombo sul mare. I vini di questa regione dallo stile mediterraneo sono di grande impatto e derivano specialmente dalle uve Pigato e Vermentino. Lo Sciacchetrà che in dialetto ligure significa “schiacciare” per indicare la pigiatura dell'uva, è il vino simbolo delle Cinque Terre, un passito tra i più rari in Italia, riconosciuto oggi come presidio Slow Food. Tra i vitigni il più diffuso è il Vermentino in provincia di La Spezia che regala vini bianchi freschi e sapidi, più eclettici dei cugini sardi, ma comunque ottimi con il pesce in particolare i crostacei. Da citare anche il Rossese di Dolceacqua della riviera di Ponente che sembra fu il vino rosso preferito da Napoleone, piacevole ed elegante dai sentori di frutta rossa, fiori e spezie.  Tra Savona e Imperia si coltiva invece il Pigato (dal latino picatum per i puntini sulla buccia dell’acino) vitigno arrivato dall’Egeo nel Medioevo e diffuso nel Secondo Dopoguerra grazie al turismo sulla costa; il vino paglierino brillante e tipico di aromi fruttati se

Cominciamo il racconto della nostra Anteprima irpina a distanza da un vino considerato "minore": l’Aglianico DOC. Avevamo chiesto al consorzio di includerne qualche bottiglia tra i campioni destinati a questa iniziativa. Non immaginavamo che ne avremmo ricevuti ben ventidue, ovvero più di quanti ne avessimo mai degustati in precedenza. https://youtu.be/LqVwo9tsyzE Al netto di questa carrellata di assaggi, che ci ha permesso di approfondire una tipologia poco conosciuta al di fuori dei confini regionali, possiamo dire di aver individuato tre categorie nelle quali ricadono quasi tutti gli Irpinia Aglianico e Irpinia Campi Taurasini:⁃ Categoria 1: Vini “spensierati”. Appartengono in larga parte ai millesimi 2017 e 2018 e in qualche caso provengono da vigneti fuori DOCG. Trascorrono un brevissimo periodo in botte, acciaio o cemento prima di andare in bottiglia a pochi mesi dalla vendemmia. Le migliori versioni coniugano fragranze fruttate, sfumature vinose e tratti varietali di erbe e di spezie. Sono vini schietti e scorrevoli; catturano il lato più soave di questo vitigno "virile" e si abbinano al cibo con estrema facilità. Peccato che si tratti ancora di una minoranza

Antonio Caggiano - Tauri 2018. Potevamo mettere in evidenza il Salae Domini, ovvero il Campi Taurasini da singola vigna di questo produttore iconico, ma ci è sembrato ancor più compiuto questo fratellino minore che, utilizzando un tecnicismo aulico, potremmo definire come “vino da bere a secchiate”. L’olfatto soavissimo evoca ricordi di china, cola, rosa selvatica, mirtilli rossi e melagrana; il sapore offre tutto quello che si può desiderare da un Aglianico “giovane”: tannini leggiadri, acidità salivante, ritorni di pepe, fiori freschi e visciola croccante. È un caposaldo della categoria 1. 90 Cantina dei Monaci - Santa Lucia 2017. Profondo di sottobosco, tabacco Kentucky, boero. Caldo e possente al palato: sfodera tannini rigorosi, austeri a supporto della ricca componente fruttata. Chiude leggermente astringente. 88 Cantine di Marzo – Irpinia Aglianico 2017. Scuro, fumoso. Ha bisogno d’aria per distendersi e concedere aromi più affabili di erbe officinali e piccoli frutti neri. Più immediato è il palato succoso, carnoso di visciola e scandito da tannini leggermente scorbutici. Da aspettare. 86+ Claudio Quarta - Irpinia Aglianico 2018. Profumi classici di ruggine, ribes nero, erbe aromatiche e una traccia affumicata. Buona reattività al palato, alcol integrato, equilibrio tra frutto e tannino scalpitante e un finale coerente su toni

L’aumento di utilizzo di  psicofarmaci  in questo periodo è stato rilevato da molti psicologi e psichiatri cui hanno fatto ricorso le molte persone con numerosi problemi a partire dal forte stress e dall’ansia. Definire gli psicofarmaci è importante per spiegare l’interazione tra alcol e  questo tipo di medicinale :sono un gruppo eterogeneo , in grado di curare o di alleviare disturbi psichici di diversa natura attraverso una complessa azione su specifiche sostanze chimiche presenti nel nostro cervello Da un punto di vista dietetico non esistono particolari cibi da seguire durante una terapia con psicofarmaci, se non quella di evitare l’assunzione di alcolici.” Le benzodiazepine (farmaci che curano i disturbi d’ansia)- dice il Prof Alberto Siracusano  Direttore della Scuola di Specializzazione in Psichiatria dell’ Università di Roma Tor Vergata– possono provocare nella persona profonda sonnolenza e momenti di ipotensione( pressione molto bassa) anche gravi. E’ chiaro che la gravità di queste situazioni dipende dalla dose del farmaco assunta.  Per alcuni farmaci antidepressivi- continua il professore-  è necessario evitare quei cibi e bevande che contengono una sostanza chiamata tiramina perché dannosa in associazione con l’alcool” Ansia e depressione sono stati che predispongono alla assunzione di alcol dal momento che l’etanolo allevia i momenti di sofferenza

Il 17 e 18 febbraio 2020 a Firenze nella caratteristica cornice della Stazione Leopolda, si è volta la più grande degustazione di Chianti Classico Docg denominazione sempre più affermata nel panorama viticolo italiano, la cui produzione annua è di 37 milioni di bottiglie circa, esportata in 130 paesi nel mondo. Tra i 200 produttori presenti a “Chianti Collection” con oltre 740 etichette in degustazione, ci accoglie per un intervista Giovanni Folonari oggi alla guida della Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute che comprende la Tenuta di Nozzole nell'area di Greve in Chianti" La Famiglia Folonari, opera nel settore vinicolo dalla fine del XVIII secolo, racconta Giovanni figlio di Ambrogio; oggi le proprietà sono cinque: la Tenuta di Nozzole nel Chianti Classico, Le Tenute del Cabreo dove si producono i Supertuscan, la Tenuta La Fuga a Montalcino, Campo al Mare a Bolgheri e Vigne a Porrona nella Maremma Toscana. Protagonista della kermesse è stata la Tenuta di Nozzole risalente al 1700 e acquistata dalla famiglia Folonari nel 1971; 105 ettari di terreno di cui 90 a vigneto specializzato e 15 a uliveto. Gran parte dei terreni sono riservati al Sangiovese, che nel micro-clima di Greve in Chianti esprime al massimo potenzialità ed eleganza, come conferma l’enologo Roberto Potentini conoscitore delle più moderne

“Il cambiamento economico internazionale, l’aumento della sensibilità dei consumatori verso i problemi ambientali e di sicurezza alimentare, le nuove mode dei consumatori, il cambio climatico e la pandemia di coronavirus con un mondo completamente diverso da prima impongono al vino italiano un cambio di rotta” Non ha dubbi Luigi Moio, Vice Presidente OIV (Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino), Ordinario di enologia presso il Dipartimento di Agraria dell’Università Federico II di Napoli, intervenuto a un webinar  organizzato da Helmuth Kocher per presentare l’edizione 2020 di Merano Wine-Festival.  Un lucido quanto appassionato quadro dell’attuale viticoltura italiana che “è destinata a perdere qualità e mercati se non mette a punto nuove strategie per un futuro di una nuova crescita ed affermazione a livello internazionale anche alla luce delle straordinarie ed esclusive potenzialità offerte dal comparto vitivinicolo del nostro bel paese”.   “Un primo aspetto da considerare,-dice Luigi Moio- è il cambiamento climatico, ma fortunatamente su questo punto abbiamo un vantaggio naturale. I nostri vitigni storici sono quasi tutti tardivi, ossia caratterizzati da un ciclo vegetativo lungo, per cui non soffrono molto per un eventuale aumento della temperatura media annuale, anzi alcuni di loro potrebbero addirittura avere dei vantaggi con un miglioramento notevole del potenziale

Tenute Piccini, con sede a Castellina in Chianti, fu fondata nel 1882 da Angiolo Piccini con soli 7 ettari, oggi alla guida c’è Mario Piccini direttore generale e la sorella Marina; un impegno ininterrotto che dura da 130 anni con circa duecento ettari vitati di proprietà, e cinquecento in affitto. La produzione media di questa azienda sfiora i 15 milioni di bottiglie l’anno, mai a discapito della qualità. Cinque tenute: La Fattoria di Valiano nel Chianti Classico, la Tenuta Moraia in Maremma, Villa al Cortile a Montalcino, Regio Cantina in Basilicata (con 15 ettari specializzati nella produzione dell’Aglianico del Vulture) e Torre Mora tra Castiglione di Sicilia e Linguaglossa, alle pendici dell’Etna. A fine 2018 si è aggiunto il Chianti Geografico, marchio storico del vino toscano, soprattutto nel territorio di Chianti, San Gimignano e nei Colli Senesi, fondato nel 1961 e liquidato volontariamente nel 2015. Dopo aver gestito i vigneti di 60 soci del marchio per oltre due anni, Mario Piccini ha salvato la cooperativa dal fallimento, ampliando il patrimonio vinicolo di Tenute Piccini. È previsto un piano di rilancio triennale con l’acquisto di nuove botti, vasche in cemento e serbatoi per le cantine del Geografico a Gaiole e a

C’è un piccolo pezzo d’Italia nel romanzo L’isola del tesoro dello scrittore scozzese Robert Louis Stevenson, letteralmente “un pezzo”, come vedremo. Stevenson (1850-1894) fu un irrequieto per tutta la sua breve vita non tanto per indole o capriccio, ma per ragioni di sopravvivenza. Infatti, egli, che soffriva di una patologia polmonare, era sempre lontano dalla sua fredda patria, alla ricerca di paesi dal clima temperato e di un ubi consistam fino a che si stabilì in un’isola dei mari del Sud, e precisamente a Upolu, isola dell’arcipelago di Samoa, dove visse per gli ultimi quattro anni della sua esistenza.

Nel 1952 Pietro Spinato fonda l’azienda vinicola nel comune trevigiano di Ponte di Piave, situato tra le sponde del fiume omonimo e le colline di Conegliano e Valdobbiadene, dichiarate Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’Unesco nel 2019. Anno record per le esportazioni di Prosecco con un aumento del 21% delle vendite in valore sui mercati esteri (Coldiretti). Anna raccoglie il testimone di Pietro nel 2002 e ricorda le “corse pazze” a Venezia per consegnare il vino nei Bacari (tipiche osterie veneziane). Dallo stesso anno l’azienda ha iniziato ad aprire ai mercati internazionali dove oggi esporta più del 95% delle bottiglie prodotte. Oggi Roberto, figlio di Anna Spinato è alla guida della cantina, sua nel 2006 l’idea di un packaging con rivestimento in PET, detto sleeve, che aderisce alla bottiglia, dalla grafica colorata. Una vera rivoluzione soprattutto all'estero per la gamma di vini frizzanti e spumanti, Prosecco, Rosè e Moscato da 0,75 l con l’obiettivo di dare all’azienda un’identità visuale riconoscibile. Nel 2012 l’azienda ottiene la certificazione di azienda biologica. Anna Spinato promuove vini legati al territorio come il Raboso del Piave e l’Incrocio Manzoni, ma anche vitigni internazionali come Chardonnay, Sauvignon, Cabernet Sauvignon, Pinot Grigio e Merlot, con una produzione di oltre mezzo milione di bottiglie. PROSECCO DOC