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Rubrica di Emanuela Medi
 

Azienda Santa Barbara: tradizione e innovazione marchigiane

LA STORIA

Il comune di Barbara in provincia di Senigallia (AN) affonda le sue radici nel VI secolo, epoca dell’invasione dei Longobardi. Il borgo, arroccato su una cresta collinare tra i fiumi Misa e Nevola, conserva ancora il Castello duecentesco, conteso un tempo da Guelfi e Ghibellini e la statua di Santa Barbara, protettrice della città, nell’omonima chiesa barocca.

Caratteristico è un monastero utilizzato fin dall’antichità per la fermentazione del vino dove oggi sorge la cantina dell’Azienda vinicola Santa Barbara; qui barrique classiche da 225 litri e tonneau da 450 litri godono di temperatura e umidità costanti durante tutto l’anno. Nei primi anni Ottanta Stefano Antonucci lasciò il lavoro di bancario per dedicarsi al rilancio delle uve autoctone: Verdicchio Castelli di Jesi, Montepulciano e Lacrima di Morro d’Alba; e alla creazione di vini dal “gusto internazionale” di forte personalità come il Merlot, il Syrah e il Cabernet Sauvignon.

Quarantacinque ettari di terreno con vigneti tra i 25 e i 40 anni di età si distendono per le colline del comune di Barbara, attraversando Serra de Conti, Montecarotto, Arcevia fino a Morro D’Alba e Cupramontana. I terreni tra il Mare Adriatico a est e la catena degli Appennini ad ovest sono argillosi e ricchi d’acqua e in vigna la lavorazione dell’uva da gennaio a ottobre viene svolta a mano da attenti tecnici e contadini esperti.  Attrezzature moderne permettono di valorizzare il raccolto come i serbatoi in acciaio e cemento da 50 e 100 ettolitri termo-controllati per garantire l’isolamento termico. Annualmente l’Azienda vinicola Santa Barbara produce circa 900.000 bottiglie di cui il 50% viene esportato negli Stati Uniti e in Canada, fino al Mexico, Brasile, Australia, Giappone, Singapore, Cina, Hong Kong e Tailandia. 

DEGUSTAZIONE:

Tardivo ma non Tardo” Riserva 2017 Verdicchio Castello di Jesi

Vendemmia fortunata per questa riserva di Verdicchio Doc al 100%, versione inedita, quasi unica del vigneto di contrada Nidastore, sito a 260 metri di altitudine, su suoli argillosi esposti a Nord-Ovest. Nato come vino passito, oggi la lavorazione si ferma alla surmaturazione delle uve su pianta. L’annata 2017 ha permesso una maturazione polifenolica dei grappoli perfetta con raccolta delle uve in tre fasi: da metà ottobre ai primi di novembre. Fermentazione alcolica con lieviti selezionati in acciaio a bassa temperatura, batonnage sulle fecce fini per tre mesi. Affinamento in vasche di cemento per 12 mesi, successivi 6 mesi in bottiglia e messa in commercio.

 Dal colore dorato acceso e  luminoso. Al palato: pesca matura, pompelmo rosa e mango. Vibrante e deciso il sorso rinfresca con sfumature di Lemon grass, salvia, mandorla tostata. Avvolgente ed elegante definite  da sensazioni salmastre e fiori campestri. Persiste con spezie bianche, polvere pirica. Alc 14%

Abbinamenti

 Uliassi famosa stella Michelin di Senigallia lo accompagna con fusilloni, pistacchi di Bronte, rosmarino e bottarga di muggine . L’etichetta del “Verdicchio Tardivo ma non Tardo Riserva” è disegnata dall’artista Catia Uliassi (moglie di Mauro Uliassi, chef stellato di Senigallia) che assieme all’Azienda Santa Barbara aderisce a una Onlus di ricerca per i malati neurovascolari: parte del ricavato di vendita di questo Verdicchio viene dunque destinata ad essa.

Mossone” 2016 Marche IGT Merlot 100% Alc 14% 

Merlot in purezza per questo cru aziendale da vigneti a 260 metri di altitudine su suoli a medio impasto esposti a Nord-Est. Dedicato a Stefano Antonucci, soprannominato ‘Mossi’. La 2016 è sicuramente una delle vendemmie con maturazione polifenolica dei grappoli più soddisfacente grazie al buon andamento climatico e le basse rese produttive. Macerazione sulle bucce fino a fine fermentazione alcolica in serbatoi di acciaio a temperatura controllata e successivo affinamento per almeno 18 mesi su barrique di primo passaggio

Dal colore rubino vivido si fa “ sentire”  ampio , ricco di piccoli frutti di bosco, legno di cedro e radice di liquirizia. Erbaceo, quasi terroso, il tannino delicato assieme al sorso sapido ,svelano la finezza di questo vino cui incalza  Humus, cacao e sensazioni balsamiche. Gustoso, equilibrato, può riposare in cantina altri 4-5 anni. Si consigliano: tagliatelle al tartufo.!

Ilaria Martinelli, Master Sommelier

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Emanuela Medi giornalista professionista, ha svolto la sua attività professionale in RAI presso le testate radiofoniche GR3 e GR1. Vice-Caporedattore della redazione tematica del GR1 “Le Scienze”- Direttore Livio Zanetti- ha curato la rubrica ”La Medicina”. Ha avuto numerosi incarichi come il coordinamento della prima Campagna Europea per la lotta ai tumori, affidatole dalla Commissione della Comunità Europea. Per il suo impegno nella divulgazione scientifica ha ottenuto numerosi riconoscimenti: Premio ASMI, Premio Ippocrate UNAMSI, premio prevenzione degli handicap della Presidenza della Repubblica. Nel 2014 ha scritto ”Vivere frizzante” edito Diabasis. Un saggio sul rapporto vino e salute. Nello steso anno ha creato il sito ”VINOSANO” con particolare attenzione agli aspetti scientifici e salutistici del vino. Nel 2016 ha conseguito il diploma di Sommelier presso la Fondazione Italiana Sommelier di Roma.. Attualmente segue il corso di Bibenda Executive Wine Master (BEM) della durata di due anni.