I mesi estivi si sa sono i più caldi dell’anno e a, volte, la canicola non concede tregua. Cosa bere dunque quando al termine della giornata si incontrano amici o familiari per un happy hour o per una cena in terrazza ma la temperatura non consente di sorseggiare vini rossi o bianchi fermi?
Le bollicine possano essere senza dubbio un’ottima alternativa ma non tutti le gradiscono. Una scelta differente può essere quella dei vini aromatizzati sia a livello olfattivo che gustativo. Il loro uso risale all’epoca degli antichi Greci e degli antichi Romani, che sembra facessero fermentare con acqua di mare o piante aromatiche il vino in grosse anfore allo scopo di conferirgli un sapore particolare.
Oggi la produzione consiste nel fare fermentare un vino base in botti di rovere, aggiungendo zuccheri e piante o erbe aromatiche Successivamente si aggiunge alcool purissimo, che legandosi con gli zuccheri esalta l’essenza degli aromi.. Il processo dura almeno 15 giorni al termine del quale si otterrà un vino dal sapore intenso e gradazione alcolica superiore ai 16°.I vini nazionali più famosi sono il Vermouth, il Barolo chinato e il Retsina greco.
Il primo deriva il suo nome dal tedesco Wermut, col quale viene chiamata l’artemisia (assenzio) maggiore, una pianta medicinale nota soprattutto per il suo impiego nella preparazione del distillato d’assenzio, aromatico e molto amaro che si beve diluito e/o zuccherato e che fornisce la base aromatica principale nella preparazione del Vermouth .
Il secondo, il Barolo chinato è un vino prodotto dal Barolo DOCG a cui si aggiunge zucchero ed alcol etilico e diverse spezie, tra cui la corteccia di China calisaia, la radice di rabarbaro e di genziana e semi di cardamomo, per estrarne le componenti aromatiche. L’aromatizzazione con queste erbe è più lenta rispetto al Vermouth e resta in infusione nelle botti per 12 mesi. Il Retsina infine è un vino da tavola greco, che può essere sia bianco che rosato. Deve il suo nome alla resina di pino d’Aleppo.
Monica Assanta, giornalista