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Rubrica di Emanuela Medi
 

Castello Banfi: il fenomeno Brunello

Certo le voci di un possibile acquisto da parte di Lvmh, il colosso del mondo del vino  del Castello Banfi a Montalcino, azienda tra le più belle e rinomate a livello internazionale , se da una parte conferma l’appeal di Montalcino, potrebbe preoccupare  per la presenza marcata francese dopo l’acquisto da parte del gruppo Epi della famiglia Descours della tenuta Greppo di Biondi Santi. Voci e trattative a parte Ilaria Martinelli Master Sommelier ha tracciato una fotografia dell’azienda Banfi che molto ha contribuito allo sviluppo del territorio  donando prestigio al Brunello.  1978- John e Harry Mariani

AZIENDA

All’epoca le aziende produttrici erano una ventina e le bottiglie non superavano le 150.000. Oggi gli ettari iscritti all’albo sono 2.000 con oltre 200 aziende per 7 milioni di bottiglie. La proprietà Banfi dispone di 2.830 ettari di cui 850 sono vigneti coltivati da autoctoni Sangiovese e Moscadello a cui si aggiungono gli “internazionali” Pinot Grigio, Chardonnay, Sauvignon Blanc, Cabernet Sauvignon, Syrah e Merlot. Attualmente James Mariani, figlio di Harry è subentrato nell’area commerciale e marketing e Cristina Mariani-May figlia di Jhon, coordina le attività di Banfi tra Italia ed USA. La cantina si avvale di avanzate tecnologie e nel 2006 ha conseguito la SA 8000 – norma internazionale a tutela dei diritti fondamentali dei lavoratori- assicurando l’etica nella produzione di beni e servizi. Al suo interno è stata realizzata l’area di vinificazione “Horizon” per migliorare i passaggi produttivi dei vini, principalmente rossi che evolvono ed affinano nelle oltre 7000 tra barriques e grandi botti, disposte su file ordinate che costituiscono il cuore della cantina. Fulcro del progetto sono i 24 tini di fermentazione che combinano legno e acciaio per migliorare le qualità organolettiche dei vini. Il rovere francese proviene dai boschi di Alliers, Nevers, Fontainebleu e Tronçais, nel Massiccio Centrale della Francia e le doghe, stagionate nella tenuta del Castello Banfi, sono esposte per 3 anni all’aperto, per un’evoluzione qualitativa omogenea e costante del legno. Conclusa la stagionatura, si passa all’assemblaggio delle barriques, la tostatura avviene a temperatura bassa e prolungata per garantire uniformità. Azienda all’avanguardia, i fratelli Mariani hanno sempre dato importanza alla ricerca  con  sperimentazioni sui vitigni specialmente nell’area del Chianti, prima zona vinicola italiana per opera del Granduca Cosimo III dei Medici nel 1716, poi ufficializzata nel 1932 con decreto ministeriale. Il Sangiovese qui è il vitigno storico per eccellenza e Banfi a Castellina in Chianti gestisce 40 ettari di vigneto.

Alla ricerca Negli anni ’80 con l’Università di Milano e il Prof. Scienza è stato avviato un progetto di ricerca sul Sangiovese: gli studi confermano che esistono circa 650 differenti cloni di Sangiovese sensibili alle condizioni geo-climatiche. Sono stati impiantati 180 cloni in un vigneto-catalogo e micro vinificati separatamente per individuarne 15 tra i migliori; così dal 1992 i nuovi impianti di Sangiovese a Banfi sono caratterizzati da almeno tre-quattro cloni selezionati e complementari l’uno all’altro. Non solo la ricerca ma anche la sostenibilità  a caratterizzare tutte la filiera produttiva. Negli ultimi decenni è stato sviluppato anche il settore dell’accoglienza: il Castello di Poggio alle Mura offre visite in cantina oltre alla Taverna e l’Enoteca dove assaporare e degustare piatti e vini tipici. Nel 2007 inoltre il Borgo del Castello Banfi ha reso disponibili stanze e suite dove alloggiare e in una delle sale del Castello è visitabile il Museo del Vino e del Vetro dedicato a Giovanni F. Mariani, padre di John e Harry e fondatore di Banfi Vintners

DEGUSTAZIONE. 

Chianti DOCG Castello Banfi 2017 Alc 13.5 % 

Uve di varietà tradizionali del Chianti con forte predominanza di Sangiovese. L’annata 2017 è caratterizzata da un’estate calda che ha favorito la maturazione delle uve. A settembre non si sono registrate piogge e questo ha favorito la raccolta. Fermentazione a 25/30° in tini d’acciaio, segue breve affinamento in legno per 5/6 mesi. Rubino acceso espressivo di mora, viola, ibis e cannella. Sapido e fresco con sfumature di rabarbaro pepe e grafite  in equilibrio tra loro. Notte di confettura, salvia e cioccolato che danno eleganza Un Chianti composto dal tannino non invadente: perfetto con carne o formaggi.

Brunello di Montalcino DOCG Castello Banfi 2015 Alc 13.5 %

Nasce da una selezione clonale di uve Sangiovese in purezza. Suolo tendenzialmente limoso con argille rossastre e ciottoli. Fermentazione a temperatura controllata (27-29°) in tini combinati in acciaio e rovere francese Horizon per circa 10 – 12 giorni. Affinamento: 80% in botti di rovere francese da 60 e 90 hl. e 20% in barrique di rovere francese da 350 l. per 2 anni. Leggero anticipo della stagione vegetativa con primavera piovosa. Temperature fresche in estate hanno posticipato leggermente la maturazione delle uve. A settembre la raccolta è avvenuta senza criticità. Le sfumature granate esprimono complessità che vira dalla frutta rossa in confettura alle spezie.  Si percepisce l’enorme potenziale di questo Brunello dalle molte note di piccoli frutti di bosco, humus, liquirizia  cui susseguono tabacco e cuoio. Spalla acida importante che sostiene una interessante sapidità in equilibrio con tannini levigati. Leggermente balsamico mentolato. Intenso. Al meglio di sé con pappardelle al ragù.

Ilaria Martinelli, Master Sommelier 

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Emanuela Medi giornalista professionista, ha svolto la sua attività professionale in RAI presso le testate radiofoniche GR3 e GR1. Vice-Caporedattore della redazione tematica del GR1 “Le Scienze”- Direttore Livio Zanetti- ha curato la rubrica ”La Medicina”. Ha avuto numerosi incarichi come il coordinamento della prima Campagna Europea per la lotta ai tumori, affidatole dalla Commissione della Comunità Europea. Per il suo impegno nella divulgazione scientifica ha ottenuto numerosi riconoscimenti: Premio ASMI, Premio Ippocrate UNAMSI, premio prevenzione degli handicap della Presidenza della Repubblica. Nel 2014 ha scritto ”Vivere frizzante” edito Diabasis. Un saggio sul rapporto vino e salute. Nello steso anno ha creato il sito ”VINOSANO” con particolare attenzione agli aspetti scientifici e salutistici del vino. Nel 2016 ha conseguito il diploma di Sommelier presso la Fondazione Italiana Sommelier di Roma.. Attualmente segue il corso di Bibenda Executive Wine Master (BEM) della durata di due anni.