La gola era, ed è tuttora, uno dei sette peccati, o, per meglio dire, dei vizi capitali, che l’arte della memoria medievale comprendeva nell’acronimo Saligia: Superbia, Avarizia, Lussuria, Invidia, Gola, Ira, Accidia.
Sette peccati capitali di Hieronymus Bosch, Museo del Prado, Madrid. Fonte media: Wikipedia
Di questi vizi una volta esecrabili, ma indisgiungibili dalla natura umana, alcuni si sono guadagnati con l’evoluzione del costume e con l’avanzare della secolarizzazione una certa tolleranza, se non addirittura una aperta condiscendenza. È il caso dell’aggettivo superbo, che accanto all’iniziale connotazione negativa di albagìa, boria, alterigia e disprezzo verso gli altri è passata a indicare anche una eccellenza nel proprio campo: un superbo palazzo, un superbo match, una superba mossa negli scacchi. Superba per uomini e per mura, come la descrisse nei suoi versi Francesco Petrarca, è Genova a cui è rimasto l’aggettivo, come rimase al Re di Francia il titolo che gli fu attribuito di Re Cristianissimo, e a quello di Spagna quello di Re Cattolico.
Altro vizio che ha beneficiato di una diffusa tolleranza è la lussuria, protagonista assoluta di innumerevoli libri e film, e tralasciando qui le tante opere d’arte, pittura e scultura soprattutto, che a lei si sono ispirate. Si può dire anzi che sicuramente è