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Rubrica di Emanuela Medi
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Degustazioni

Cominciamo il racconto della nostra Anteprima irpina a distanza da un vino considerato "minore": l’Aglianico DOC. Avevamo chiesto al consorzio di includerne qualche bottiglia tra i campioni destinati a questa iniziativa. Non immaginavamo che ne avremmo ricevuti ben ventidue, ovvero più di quanti ne avessimo mai degustati in precedenza. https://youtu.be/LqVwo9tsyzE Al netto di questa carrellata di assaggi, che ci ha permesso di approfondire una tipologia poco conosciuta al di fuori dei confini regionali, possiamo dire di aver individuato tre categorie nelle quali ricadono quasi tutti gli Irpinia Aglianico e Irpinia Campi Taurasini:⁃ Categoria 1: Vini “spensierati”. Appartengono in larga parte ai millesimi 2017 e 2018 e in qualche caso provengono da vigneti fuori DOCG. Trascorrono un brevissimo periodo in botte, acciaio o cemento prima di andare in bottiglia a pochi mesi dalla vendemmia. Le migliori versioni coniugano fragranze fruttate, sfumature vinose e tratti varietali di erbe e di spezie. Sono vini schietti e scorrevoli; catturano il lato più soave di questo vitigno "virile" e si abbinano al cibo con estrema facilità. Peccato che si tratti ancora di una minoranza

Antonio Caggiano - Tauri 2018. Potevamo mettere in evidenza il Salae Domini, ovvero il Campi Taurasini da singola vigna di questo produttore iconico, ma ci è sembrato ancor più compiuto questo fratellino minore che, utilizzando un tecnicismo aulico, potremmo definire come “vino da bere a secchiate”. L’olfatto soavissimo evoca ricordi di china, cola, rosa selvatica, mirtilli rossi e melagrana; il sapore offre tutto quello che si può desiderare da un Aglianico “giovane”: tannini leggiadri, acidità salivante, ritorni di pepe, fiori freschi e visciola croccante. È un caposaldo della categoria 1. 90 Cantina dei Monaci - Santa Lucia 2017. Profondo di sottobosco, tabacco Kentucky, boero. Caldo e possente al palato: sfodera tannini rigorosi, austeri a supporto della ricca componente fruttata. Chiude leggermente astringente. 88 Cantine di Marzo – Irpinia Aglianico 2017. Scuro, fumoso. Ha bisogno d’aria per distendersi e concedere aromi più affabili di erbe officinali e piccoli frutti neri. Più immediato è il palato succoso, carnoso di visciola e scandito da tannini leggermente scorbutici. Da aspettare. 86+ Claudio Quarta - Irpinia Aglianico 2018. Profumi classici di ruggine, ribes nero, erbe aromatiche e una traccia affumicata. Buona reattività al palato, alcol integrato, equilibrio tra frutto e tannino scalpitante e un finale coerente su toni

Il 17 e 18 febbraio 2020 a Firenze nella caratteristica cornice della Stazione Leopolda, si è volta la più grande degustazione di Chianti Classico Docg denominazione sempre più affermata nel panorama viticolo italiano, la cui produzione annua è di 37 milioni di bottiglie circa, esportata in 130 paesi nel mondo. Tra i 200 produttori presenti a “Chianti Collection” con oltre 740 etichette in degustazione, ci accoglie per un intervista Giovanni Folonari oggi alla guida della Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute che comprende la Tenuta di Nozzole nell'area di Greve in Chianti" La Famiglia Folonari, opera nel settore vinicolo dalla fine del XVIII secolo, racconta Giovanni figlio di Ambrogio; oggi le proprietà sono cinque: la Tenuta di Nozzole nel Chianti Classico, Le Tenute del Cabreo dove si producono i Supertuscan, la Tenuta La Fuga a Montalcino, Campo al Mare a Bolgheri e Vigne a Porrona nella Maremma Toscana. Protagonista della kermesse è stata la Tenuta di Nozzole risalente al 1700 e acquistata dalla famiglia Folonari nel 1971; 105 ettari di terreno di cui 90 a vigneto specializzato e 15 a uliveto. Gran parte dei terreni sono riservati al Sangiovese, che nel micro-clima di Greve in Chianti esprime al massimo potenzialità ed eleganza, come conferma l’enologo Roberto Potentini conoscitore delle più moderne

Tenute Piccini, con sede a Castellina in Chianti, fu fondata nel 1882 da Angiolo Piccini con soli 7 ettari, oggi alla guida c’è Mario Piccini direttore generale e la sorella Marina; un impegno ininterrotto che dura da 130 anni con circa duecento ettari vitati di proprietà, e cinquecento in affitto. La produzione media di questa azienda sfiora i 15 milioni di bottiglie l’anno, mai a discapito della qualità. Cinque tenute: La Fattoria di Valiano nel Chianti Classico, la Tenuta Moraia in Maremma, Villa al Cortile a Montalcino, Regio Cantina in Basilicata (con 15 ettari specializzati nella produzione dell’Aglianico del Vulture) e Torre Mora tra Castiglione di Sicilia e Linguaglossa, alle pendici dell’Etna. A fine 2018 si è aggiunto il Chianti Geografico, marchio storico del vino toscano, soprattutto nel territorio di Chianti, San Gimignano e nei Colli Senesi, fondato nel 1961 e liquidato volontariamente nel 2015. Dopo aver gestito i vigneti di 60 soci del marchio per oltre due anni, Mario Piccini ha salvato la cooperativa dal fallimento, ampliando il patrimonio vinicolo di Tenute Piccini. È previsto un piano di rilancio triennale con l’acquisto di nuove botti, vasche in cemento e serbatoi per le cantine del Geografico a Gaiole e a

Nel 1952 Pietro Spinato fonda l’azienda vinicola nel comune trevigiano di Ponte di Piave, situato tra le sponde del fiume omonimo e le colline di Conegliano e Valdobbiadene, dichiarate Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’Unesco nel 2019. Anno record per le esportazioni di Prosecco con un aumento del 21% delle vendite in valore sui mercati esteri (Coldiretti). Anna raccoglie il testimone di Pietro nel 2002 e ricorda le “corse pazze” a Venezia per consegnare il vino nei Bacari (tipiche osterie veneziane). Dallo stesso anno l’azienda ha iniziato ad aprire ai mercati internazionali dove oggi esporta più del 95% delle bottiglie prodotte. Oggi Roberto, figlio di Anna Spinato è alla guida della cantina, sua nel 2006 l’idea di un packaging con rivestimento in PET, detto sleeve, che aderisce alla bottiglia, dalla grafica colorata. Una vera rivoluzione soprattutto all'estero per la gamma di vini frizzanti e spumanti, Prosecco, Rosè e Moscato da 0,75 l con l’obiettivo di dare all’azienda un’identità visuale riconoscibile. Nel 2012 l’azienda ottiene la certificazione di azienda biologica. Anna Spinato promuove vini legati al territorio come il Raboso del Piave e l’Incrocio Manzoni, ma anche vitigni internazionali come Chardonnay, Sauvignon, Cabernet Sauvignon, Pinot Grigio e Merlot, con una produzione di oltre mezzo milione di bottiglie. PROSECCO DOC

La Campania è una terra ricca di storia, tradizioni e scenari incantevoli come la Costiera Amalfitana, Napoli con il suo fascino controverso ma indiscusso e le isole del Golfo: Capri, Ischia e Procida, veri capolavori della natura. Per non parlare delle prelibatezze enogastronomiche di tutto il territorio: prodotti di mare, verdure e piatti tipici come la Pizza e le deliziose mozzarelle di bufala. Vero monumento di questa imponente terra è il Vesuvio, amato per la sua bellezza e temuto per la sua potenza. Qui l’opera dell’uomo è stata grandiosa, come nelle zone più impervie della regione, oggi trasformate in terrazzamenti digradanti verso il mare, utilizzati per coltivare agrumi, ulivi e viti.  Gli Angeli Matti di Ischia: Casa d’Ambra La storia di Casa d’Ambra dura da oltre 100 anni e inizia da nonno Francesco detto “Don Ciccio”, classe 1863 nell’antica sede di Villa Garavini. Oggi tra gli "angeli matti" termine coniato dai giornalisti per indicare la difficoltà della viticoltura nell’Isola, alla guida di Casa d’Ambra c’è la terza generazione con l’enologo Andrea D'Ambra. La cantina è un anfiteatro naturale di 3500 mq incastonato nelle pendici del Monte Epomeo e dal 1988 l’azienda con passione e tenacia punta ai vitigni locali: biancolella, forastera, uvarilla, piedirosso e guarnaccia. I vigneti di

L’Umbria è una terra dai sapori forti che nascono da una tradizione risalente al medioevo; i primi ad impiantare viti di Grechetto e Sagrantino furono i frati francescani tramandando l’arte vinicola nei loro conventi. I vini al tempo erano custoditi scrupolosamente da qui il soprannome “La Custodia” utilizzata ancora oggi per i vigneti dell’Umbria. Dal 1780 la famiglia Farchioni è legata al territorio e tramite la viticoltura e la produzione dell’olio extra vergine d’oliva. Martedì 14 Luglio nella splendida cornice della Nuova Villa Cesari a Roma si è svolta la degustazione di 6 etichette della Cantina Terre de La Custodia presentata da Giampaolo Farchioni, manager dell’azienda. In località Gualdo Cattaneo (PG) a soli 5 km dal centro storico di Montefalco la cantina è guidata dell’enologo Vincenzo Cudia con la preziosa consulenza di Riccardo Cotarella; la struttura si sviluppa su due piani, uno dei quali interrato dove riposano 450 barrique 32 tonneaux e 3 large barrels. Una grande cascina a due piani ospita le sale di esposizione e degustazione assieme al punto vendita e una grande terrazza panoramica. I 180 ettari di vigna sono distribuiti nel territorio di Montefalco e Gualdo Cattano, Colli Martani Doc e Colli Perugini per una produzione pari a

La notizia è di quella da non perdere LA NOTTE IN ROSA festa  il 28 di Luglio con presentazione  presso le Tavole Accademiche di Pollenzo della guida I migliori 100 vini rosa d’Italia.  Ai territori di selezione Slow Wine ha dedicato un ampio reportage che riportiamo, indicando non solo le quattro zone che per storia e tradizione sono le più famose (zona del Bardolino ,la Vatenesi, l’Abruzzo,e il Salento), ma anche la qualità produttiva del Cirò Rosato in Puglia in particolare nella zona di Castel Del Monte, sulle pendici dell’Etna, in Trentino Alto Adige con il Kretzer.. Chiaretto di Bardolino In epoca romana l’area attorno al lago di Garda apparteneva alla Gallia Cisalpina: in quel territorio lo sviluppo della viticoltura fu favorito dall’uso del torchio, che non prevedeva la macerazione delle bucce, per cui il vino che se ne otteneva era rosa e non rosso. La stessa modalità di vinificazione venne introdotta dai Romani anche nella Gallia Transalpina, l’attuale Provenza: pertanto si può affermare che l’origine storica del Chiaretto sia identica a quella dei vini rosé della Provenza. Il primo documento storico che riporta il termine Chiaretto con specifico riferimento al territorio veronese è l’edizione del 1806 dl Vocabolario degli Accademici della Crusca Tuttavia

Hermes Diactoros II 2019 Lazio Bianco IGP Omina Romana (Viognier, Petit Manseng, Chardonnay) Alc 13%Anteprima nata da esprimenti del 2017, macerazione pre-fermentativa a freddo per circa 48 ore e pressatura soffice. Fermentazione in acciaio e svolgimento di malolattica. Sosta sulle fecce fini di tre mesi. Unione delle singole varietà e imbottigliamento. Affinamento pima della messa in commercio di 2/3mesi. Paglierino appena dorato trasmette al naso opulenza olfattiva freschezza e morbidezza. Frutta matura, quasi tropicale seguita da margherite, mimosa acacia. Il sorso è dotato di struttura, ben bilanciato e salino. Sushi Heredio 2019 Frascati Superiore DOCG Casale VallechiesaMalvasia Puntinata 70%, Greco15% Bombino 15% Alc. 13,5 % prima annata prodotta 1992 terreno vulcanico con esposizione a sud vendemmia manuale da Settembre in poi, macerazione a freddo delle bucce (10°C per 3 giorni), affinamento sulle fecce fini per 4 mesi, utilizzo di soli lieviti autoctoni Tracce dorate. Offre profumi di ginestra, nespola mela golden; di media struttura regala pimpante acidità e giusta sapidità. Scia sapida in persistenza e chiusura di mandorla fresca. Tartare di salmone gamberetti Epos 2017 Frascati Superiore DOCG Poggio le VolpiMalvasia di Candia 50% Malvasia Puntinata 40% Trebbiano 10% Alc 13%Paglierino luminoso dal riflesso dorato, incipit minerale seguito da fiori maturi, cedro

Il vino e’ un bene nazionale per imprese, bilancio, export, occupazione. Sotto l’ombrellone beviamo effervescente e spumeggiante. Fa allegria e dinamicita’. La qualità organolettica delle bollicine italiane sembra non essere più in discussione. Con il piccolo fenomeno franciacorta di 15-18 anni fa che ha iniziato a scalfire l’immagine e il valore simbolo e storico dello Champagne e poi l’avvento prepotente e dirompente del Sistema prosecco Docg-Doc di 5-7 anni fa. Il 2019 ha sancito e confermato alcuni primi posti dell’Italia spumeggiante: primo paese produttore al mondo e primo esportatore per volumi, il primo paese al mondo per la più alta biodiversità di vitigno da cui si ottengono uve per i vini spumanti. Prodotte 750 milioni di bottiglie e qualche milione meno spedite e consumate in 365 giorni, in 116 paesi, per un valore all’origine di    1,892     mld/euro e un valore al consumo globale (nazionale e estero) di 6,181    mld/euro. Consumo interno nazionale non elevato ma buono arrivando a sfiorare le 200 mio/bott, ben 545 mio/bott esportate (di cui 430 targate docg e doc Prosecco). Il vino spumante è sempre più un biglietto da visita e di attrazione turistica importante, per questo il Covid19 sta influenzando consumi e valore già nel