Un’estate di bollicine autoctone
Il vino e’ un bene nazionale per imprese, bilancio, export, occupazione. Sotto l’ombrellone beviamo effervescente e spumeggiante. Fa allegria e dinamicita’. La qualità organolettica delle bollicine italiane sembra non essere più in discussione. Con il piccolo fenomeno franciacorta di 15-18 anni fa che ha iniziato a scalfire l’immagine e il valore simbolo e storico dello Champagne e poi l’avvento prepotente e dirompente del Sistema prosecco Docg-Doc di 5-7 anni fa. Il 2019 ha sancito e confermato alcuni primi posti dell’Italia spumeggiante: primo paese produttore al mondo e primo esportatore per volumi, il primo paese al mondo per la più alta biodiversità di vitigno da cui si ottengono uve per i vini spumanti. Prodotte 750 milioni di bottiglie e qualche milione meno spedite e consumate in 365 giorni, in 116 paesi, per un valore all’origine di 1,892 mld/euro e un valore al consumo globale (nazionale e estero) di 6,181 mld/euro. Consumo interno nazionale non elevato ma buono arrivando a sfiorare le 200 mio/bott, ben 545 mio/bott esportate (di cui 430 targate docg e doc Prosecco). Il vino spumante è sempre più un biglietto da visita e di attrazione turistica importante, per questo il Covid19 sta influenzando consumi e valore già nel