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Rubrica di Emanuela Medi
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Di tutto di più

Continua a far parlar di se Wine Paris & Vinexpo Paris 2022 sebbene le sue date appaiono lontane incalzate  dai tanti prossimi  appuntamenti ma certo la manifestazione viaggia sul sicuro con il plauso del governo francese, della visita di 25 deputati e senatori dell’Anev, l’Associazione nazionale francese della vigna e del vino ma soprattutto per la  grande partecipazione di ben 2.864 espositori, a cui hanno fatto visita 25.739 professionisti del settore, tra cui il 28% provenienti da 109 nazioni mondiali. Tra le più rappresentate c’è proprio il Bel paese, che si colloca al terzo posto, preceduto solo da Belgio e Regno Unito e seguito da Paesi Bassi e Stati Uniti e non da ultimo dalla soddisfazione del responso del parlamento europeo sul Cancer Plan, che rappresentava  una vera  una  minaccia per il mondo  in quanto, assimilato per pericolosità  alle sigarette. Dati in rosa per la Federazione francese degli esportatori di vini e alcolici (Fevs) che ha annunciato le cifre record dell’export di vini e alcolici francesi nel 2021. La forte ripresa rispetto al 2020 (+28%) mostra anche una crescita significativa sul 2019 (+ 11%). Esportazioni  che  hanno generato 15,5 miliardi di euro, rendendo le performance del settore le seconde più

La partnership internazionale riguarda il Consorzio Valtenèsi  e il Consorzio vini della Provenza. La prima  ha chiuso il 2021 con  oltre 2 milioni di bottiglie e la previsione di una  crescita del 17% la seconda, tra i più importanti distretti mondiali dei vini rosati, con circa 160 milioni annui. Il gemellaggio punta a valorizzare  il patrimonio dei vini rosati a Dop Valtenèsi- Riviera del Garda  con un target  rivolto alla categoria dei millennials e ai consumatori di paesi UE come  Germania, Belgio e Olanda. E non poteva che essere la Provenza il punto di riferimento visto lo studio , durato cinque anni, intrapreso  dalla Dop Valtenesi sul profilo sensoriale dei rosati  effettuato dal Centre du Rosè di Vidauban , il più importante centro per lo studio dei vini rosati. E sono proprio i vini rosè della Provenza  a dettare  uno stile inconfondibile cui si rifanno molte produzioni italiane anche se non poche si misurano su un piano diverso che punta sull’ evoluzione nel tempo e non più e non solo sulla gestione del vigneto. Si, perché i vini rosati accattivanti, seducenti, perfetti per un tutto pasto specie estivo, richiedono  una enologia delicata che parte dalla zonazione meglio individuazione di zone vocate, possibilmente fresche, non

Anche se con un-2% il valore alla produzione e -0,1% nelle esportazioni la Dop economy  nel 2020 conferma il proprio indiscutibile ruolo  raggiungendo i 16,6 miliardi di euro pari al 19% del fatturato totale dell’agroalimentare italiano e un export da 9,5 miliardi di euro  pari al 20% delle esportazioni nazionali di settore. Tutto questo grazie al lavoro svolto da 200mila operatori e 286 Consorzi di tutela dei comparti cibo  E’ l’analisi del XIX Rapporto Ismea- Qualivita sul settore italiano dei prodotti DOP IGP  nel 2020  presentato lunedi 14 febbraio a Roma alla presenza del ministro dell’Agricoltura Stefano Pattuanelli che ha detto” DOP IGP componente fondamentale del made in Italy, pronti a sostenerli nelle sfide europee e in ambito PNRR Risultati resi possibili dall’impegno di tutto il sistema con azioni di solidarietà, attività di sostegno agli operatori, accordi con i soggetti del mercato e un continuo dialogo con le istituzioni che, riconoscendo la valenza strategica del settore, hanno supportato attraverso apposite misure la continuità produttiva delle filiere DOP IGP, capaci di esprimere un patrimonio economico dei territori italiani per sua natura non delocalizzabile. La Dop ecconomy quindi funziona nonostante la frenata pandemica che ha intralciato anni in cui l ‘Italia è stata leader

A Oliviero  Toscani il compito di “ fotografare” LODO GUIDE  il più autorevole concorso  mondiale dedicato all’extravergine. Con la sua sezione dedicata a “I Volti dell’Olio”, già presente nell’edizione 2022, LODO GUIDE si pone l’obiettivo di comunicare il lavoro e la passione dei patron delle aziende vincitrici in ognuna delle categorie del concorso. E sarà proprio Oliviero Toscani, uno dei più apprezzati fotografi al mondo, che ha sposato la visione di Manuela Vigo e Vincenzo Petisi – i fondatori di LODO GUIDE – a narrare con in propri scatti i territori delle aziende produttrici di olio extravergine d’oliva, le esistenze di quanti vi lavorano: un viaggio nel mondo dell’eccellenza olivicola mondiale . Non solo una guida eclettica  dove trovano spazio i migliori oli extravergini d’oliva del mondo, LODO GUIDE è un progetto di qualifying gourmet in grado di raccontare le emozioni che una bottiglia d’olio regala e la passione di chi la produce.   Il progetto LodoGuide è una delle tante iniziative a supporto di uno dei simboli indiscussi della Dieta Mediterranea, patrimonio Unesco, in crisi purtroppo per cali della produzione .Da qui l’iniziativa  della Fondazione Edmund  Much che ha promosso giovedi 17 febbraio un convegno sul calo produttivo olivicolo 2021 comparto 

di Giampietro Comolli, Consulente Distretti Produttivi Turistici Il ministro Patuanelli è stato molto chiaro da sempre : “Italia contraria al #nutriscore, ci batteremo fino alla fine, useremo tutti i mezzi politici e dei trattati dell’UE per non farlo passare”. Anche la Francia, dopo gli incontri Draghi e Macron, sembra finalmente retrocedere da una iniziale condivisione. Francia e Italia devono essere unite, insieme a Spagna, Portogallo, Grecia su questo tema. Ne va della storia  e credibilità dell’UE che dagli anni ’70 del secolo scorso investe e spende nella tracciabilità, certificazione e controllo degli alimenti e bevande a Denominazione d’Origine (il primato mondiale di 837 prodotti di vertice) . ù L’Italia ha investito in aziende certificate, ha spinto per una maggiore diffusione di cibi certificati con disciplinare di produzione non solo, le aziende agricole italiane hanno trasformato le linee imprenditoriali, sia in zone svantaggiate che in zone efficienti. L’Italia è il primo paese in Europa per produzione e regole biologiche, il primo per aree green e biodiversità. Il #nutriscore, ovvero una banale indicazione al consumatore che non tiene conto di tutto il percorso produttivo seguito, produce danni economici sociali imprenditoriali diretti e indiretti, materiali e immateriali. I danni immateriali sono poco quantificabili ma sono quelli

Certo che il famoso quanto discutibile sistema di etichettatura francese non si da pace meglio non da pace; ora la nuova proposta  di Serge Hercberg, uno degli ideatori, che vuole indicare come pericolose per la salute tutte le bevande alcoliche anche in presenza di bassa percentuale di alcol. Non si è fatta attendere la risposta del presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti che invoca un” chiarimento a livello politico” visto che il sistema  investe l’etichettatura delle bevande alcoliche e dei vini. Ma a parte il chiarimento politico  è bene valutare quanto indicano  da tempo le Società Scientifiche come la SINU Società Italiana di Nutrizione Umana che ha ben chiarito le differenze tra i due sistemi  sottolineando come  queste si distinguano principalmente per tipologia di approccio: informativo, e quindi educativo. Quello di Nutriform Battery ( Italia) è basato su una rappresentazione grafica di 5 batterie( per calorie, grassi totali e saturi, zuccheri e sale) e sulla dichiarazione dei contenuti per porzione. Interpretativo , e quindi direttivo, quello di Nutri-score( Francia) che assegna ad ogni singolo alimento, sulla base di un complesso algoritmo, una valutazione globale di qualità espressa con una lettera associata a un colore ( dalla A  su sfondo verde scuro

Per fortuna il vino non smentisce chi ha lavorato  e lavora con professione passione e qualità raggiunta. Ne abbiamo già parlato, oggi ci occupiamo di tre  aziende vitivinicole: Fantini Group , Valle Isarco e Col Vetoraz. Il gruppo Fantini( già Farnese vini) ha chiuso il fatturato dello scorso anno con un +11,7% ed è diventato leader tra le aziende esportatrici del Sud Italia con oltre 28 milioni di bottiglie, grazie a un’attenta politica di marketing e di  valorizzazione dei prodotti .  Già nel 2020 il gruppo vinicolo tricolore era riuscito imporsi con successo nel canale off-trade (ossia grande distribuzione e retail), tanto da chiudere con un fatturato in significativa crescita. Il 2021 è andato persino meglio, l’aumento è diventato a due cifre, +11,7% che significa un volume di affari di quasi 91 milioni di euro, fermo  a meno di 80 milioni nel 2019. Pur con i ricavi generalizzati Valentino Sciotti, fondatore e ceo di Fantini è ottimista si dice certo di un 2022  segnato da un  ulteriore segno positivo  con la previsione a bilancio  di 96,35 milioni di fatturato  anche grazie a nuovi prodotti che Fantini si prepara a lanciare sul mercato «e nei quali crediamo tantissimo». Ci sarà, certo, un

E’ quanto sostiene un recente studio di IWSR – No- and Low-Alcohol in Key Global Markets Reaches Almost US$10 Billion in Value che ,tra le molte tendenze del 2022,  conferma , l’interesse per le bevande analcoliche e a basso contenuto di alcol tra i consumatori di tutto il mondo. Dice Emily Neill, CEO di IWSR. “Per soddisfare questa domanda, le aziende di bevande alcoliche hanno investito molto per introdurre una serie di nuovi prodotti innovativi. E molti marchi tradizionali affermati si sono recentemente trasferiti per sviluppare versioni a basso contenuto di alcol delle loro famose birre, vini e liquori“. Passato il Dry January o mese “detox”, in cui ci si “depura” dall’alcol, si impone la sfida  se questa abitudine  di stampo inglese, possa proseguire per i mesi a venire visto che il mercato dei vini senza alcol è cresciuto nel 2021,  iniziando a ricoprire  una fetta di mercato  su cui investire. Ma torniamo all’analisi all’analisi di IWSR che indica come il consumo di bevande analcoliche o a bassa gradazione nel mondo, prendendo in considerazione 10 Paesi Australia, Brasile, Canada, Francia, Germania, Giappone, Sud Africa, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti.  è cresciuto di oltre il +6% in volume in 10 mercati chiave a livello

L'uva da vino europea potrebbe aver avuto origine dall'ibridazione  avvenuta in Asia occidentale di uve da tavola addomesticate  con viti selvatiche europee locali. Molto interessante è la ricerca condotta dall’Università di Udine e dall’Istituto di Genomica Applicata di Udine, pubblicata sulla rivista scientifica Nature Communications che ha svelato la sua origine ricostruendo la storia evolutiva delle varietà. Lo studio ha ricostruito la storia della vite da vino in Europa, nonché identificato il gene che potrebbe essere stato decisivo nel passaggio della pianta da vite selvatica a vite coltivata rendendo così l’uva più attrattiva per il consumo da parte dell’uomo e più adatta alla vinificazione. Il lavoro, intitolato The genomes of 204 Vitis vinifera accessions reveal the origin of European wine grapes, è stato coordinato da Michele Morgante, genetista del Dipartimento di Scienze agroalimentari, ambientali e animali dell’Ateneo friulano e direttore scientifico dell’Iga, e da Gabriele Di Gaspero, ricercatore dell’Iga. Allo studio hanno partecipato Gabriele Magris, Irena Jurman, Alice Fornasiero, Eleonora Paparelli, Rachel Schwope e Fabio Marroni..  La ricerca premia e ne sono dimostrazione  i Piwi vitigni resistenti alle principali malattie fungine della vite.  che dopo la modifica del Regolamento Ue 2021/2117 pubblicata in Gazzetta ufficiale il 6 dicembre dello scorso anno, è ora inserita nelle Dop.. Ma si vuole di più come sottoscrive il Prof Attilio Scienza a capo del Comitato Nazionale vini  che chiede il loro inserimento

La pandemia mette a durissima prova la maggior parte degli eventi che come una roulette  sono costretti a rimbalzare da una data all’altra alla  ricerca di quella evidenza scientifica (non facile) che possa garantire lo svolgimento in piena sicurezza . E così tra smentite e  nuove proposte le date  cambiano  molte delle quali ne abbiamo dato notizia nella convinzione che forse pur ripetendoci è nostro dovere informare . Recentissimo lo spostamento della prima edizione di Sana Slow Wine Fair, la manifestazione internazionale dedicata al vino buono, pulito e giusto, si terrà in presenza a Bologna da domenica 27 a martedì 29 marzo 2022. L’evento, organizzato da BolognaFiere con la direzione artistica di Slow Food e la collaborazione di FederBio, era in programma alla fine di febbraio  Un giro del mondo insieme ai grandi vini che rispondono ai principi della Slow Wine Coalition e che sono ispirati dal Manifesto Slow Food per il vino buono, pulito e giusto: sostenibilità ambientale, tutela del paesaggio e del ruolo culturale e sociale delle aziende vitivinicole nei propri territori. «Sana Slow Wine Fair sarà una preziosa occasione di confronto per un settore in forte espansione che fonde la cultura enologica agli aspetti legati alla sostenibilità, all’etica nella produzione e alla biodiversità –