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Rubrica di Emanuela Medi
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Di tutto di più

Le vendite alimentari Bio nel mercato italiano sono aumentate del +5% rispetto al 2020, raggiungendo un valore di 4,6 miliardi di euro. Un incremento che ha interessato tutti i canali di vendita e che certifica la crescente fiducia da parte dei consumatori, che del biologico premiano i valori di eticità e di sostenibilità ambientale, privilegiando tra i criteri di scelta l’origine italiana o ancor meglio locale delle materie prime .Sono questi alcuni degli elementi, che riproponiamo, emersi durante Rivoluzione Bio 2021, l’evento protagonista di SANA, realizzato in collaborazione con FederBio e AssoBio, il sostegno di ICE Agenzia e la segreteria tecnico-scientifica di Nomisma. Il mercato Bio in Italia Le vendite di prodotti Bio hanno registrato in soli dieci anni una crescita significativa (+133% confrontando i valori 2021 rispetto a quelli del 2011), con i consumi domestici che rappresentano il segmento più importante della fruizione di prodotti bio (con quasi 3,9 miliardi di euro di vendite e un incremento del +4% rispetto al 2020). Numeri positivi anche per i consumi fuori casa, che hanno beneficiato delle progressive riaperture della ristorazione e dei pubblici esercizi, del ritorno alla mobilità e della diminuzione dello smart working: nel 2021 si è registrato un +10% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e una dimensione di

E’ lo stereotipo di genere tra gli adolescenti più diffuso il body shaming : quasi nessun adolescente ne viene risparmiato . Per circa 1 su 3 i commenti negativi sul fisico sono addirittura quotidiani. Nel 60% dei casi i responsabili sono coetanei  E’ uno dei dati emerso dall’indagine efettuata  da Skuola.net in collaborazione con Lines e Tampax, che  ha coinvolto  oltre 6 mila giovani - tra i 10 e i 17 anni La conseguenza più evidente di una così ampia diffusione di questi comportamenti la si può riscontrare nel pessimo rapporto che hanno i giovanissimi col proprio corpo: circa 1 su 4 confessa di non riuscire a guardarsi nudo neanche quando è da solo Gli argomenti “sensibili”, in particolare, sono il peso corporeo - un problema per oltre la metà degli intervistati (55%) - seguito dall’aspetto di braccia, gambe e fianchi (44%) e dalle caratteristiche o eventuali difetti del viso (43%).  quando si parla di aspetto fisico e sessualità, il ‘destino’ più arduo anche durante l'adolescenza spetta alle ragazze. Per loro, la diffusione del cosiddetto “body shaming” aumenta: la percentuale di chi riceve di continuo apprezzamenti negativi sale dal 30% (media generale) al 34%. E poi ci sono gli immancabili luoghi comuni legati al

Fresco, tropicale, fruttato, ideale per aperitivi, pesce e dolci: lo  descrive così Bodegas Platè cantina vitivinicola di Tenerife che ha creato il primo vino di banana IGP delle Isole Canarie e che arriva in Italia grazie a Gusto Canario, importatore ed e-commerce Possiamo scommettere che si tratta di un vino innovativo dal gusto originale il cui procedimento per ottenerlo è identico al tradizionale: l’azienda, proprio come si fa con l’uva, seleziona le banane al giusto punto di maturazione. La polpa, tritata finemente viene fermentato a freddo in contenitori di acciaio inox grazie all’aggiunta dei lieviti. Le banane utilizzate dall’azienda sono fornite da agricoltori indipendenti locali che utilizzano solo metodi tradizionali. Grazie al clima mite subtropicale, le banane delle Canarie raggiungono la giusta maturazione gradualmente: il tempo di permanenza sulle piante è di circa tre mesi superiore rispetto agli altri paesi tropicali in cui sono coltivate. Ciò dona al frutto più sapore e un aroma più elevato.  Il vino di banana IGP, tanto originale quanto delizioso, nasce dalla filosofia di  Bodegas Platè di azzerare gli sprechi legati al commercio e l’esportazione della frutta. La grande distribuzione scarta, infatti, i prodotti che, pur essendo di alta qualità, non rientrano nello standard estetico richiesto per

“ Rendono di più sul mercato?  Si, almeno per i francesi che con le viti anziane  fanno i vini pregiati, tant’è vero che con le uve dei vigneti giovani gli Châteaux del Bordolese ci hanno sempre fatto esclusivamente il loro second vin. “ E’ quanto si legge in un editoriale  di Civiltà del bere firmato  Cesare Pillon. Ci fa piacere pubblicare articoli di altre testate del settore quando sono così interesanti  , piacevoli e cogliamo volentieri il loro invito  mantenere il più aggiornato possibile il Censimento delle Vecchie Vigne in Italia, integrandolo con le segnalazioni dei viticoltori che vorranno indicare l’esistenza di una loro vigna con età superiore ai 30 anni.  Ma torniamo all’articolo che dice “Sarà perché questa loro selezione è nota, sarà perché i proprietari terrieri che a suo tempo decisero di praticarla erano degli aristocratici, probabilmente un po’ snob, sta di fatto che nessuno ha mai sentito la necessità di pubblicizzare la vecchiaia dei propri filari.Ma quello di Bordeaux è un caso unico. In tutte le altre zone vinicole della Francia, quando un produttore dispone di un vigneto felicemente attempato e ne vinifica separatamente i grappoli traendone un vino di particolare nobiltà, deve per forza far sapere che esso

La ricerca enologica che ha visto la partecipazione di sei  Università italiane( Torno, Bologna ,Padova, Trento, Verona e Napoli Federico II e la Fondazione Edmund Mach)ha dato risposte interessanti con lo scopo  di offrire ai produttori e a quanti sono del  settore  tutti i parametri fondamentali di 11 rossi monovarietali prodotti in Italia  definendone le caratteristiche come acidità, pH, colore contenuti di sostanze,  in correlazione con altri elementi organolettici come astringenza, sapidità, aromi. Gli  11 vitigni  sono: Aglianico, Cannonau, Corvina, Montepulciano, Nebbiolo, Nerello Mascalese, Raboso Piave, Primitivo, Sagrantino, Sangiovese e Teroldego presi in esame in questo studio finanziato dal ministero della Ricerca nell’ambito dei PRIN, i progetti di rilevante interesse nazionale. Che cosa ne è emerso? Alcolicità il Primitivo è il rosso con il contenuto alcolico più elevato del gruppo, mentre la Corvina è il meno alcolico. In media i nostri vini rossi  sono” robusti” con  un valore del 13,9% in volume. Estratto secco, questi variano notevolmente per i singoli vitigni, tranne che per Nebbiolo, Teroldego e Sangiovese.  Acidità titolabile elevata nel Raboso Piave, Aglianico e Primitivo e altri meno come Cannonau, Corvina o Sagrantino. Tannini e antociani. Per la prima classe di valori, è il Sagrantino  ad avere i contenuti più elevati, mentre la Corvina è il rosso con i

349: sono i Presìdi Slow Food italiani, il progetto con cui l’associazione della Chiocciola preserva dall’estinzione razze autoctone, varietà di ortaggi e di frutta, pani, formaggi, salumi e dolci tradizionali. Certo non finisce qui ma è giusto pubblicarne i risultati presentati con L’Atlante gastronomico dei Presìdi Slow Food, il testo che racconta tutti e 349 i Presìdi attivati sul suolo italiano.  «Quella dei Presìdi Slow Food è un’avventura importante e ben riuscita - ha spiegato il presidente di Slow Food, Carlo Petrini, nel corso della presentazione organizzata a Cheese 2021, a Bra fino a lunedi  20 settembre -. Negli ultimi cinquant’anni, l'elemento distintivo per quanto riguarda i prodotti alimentari è stato il prezzo: minore il costo, maggiore il successo sul mercato. Con i Presìdi, invece, - sottolinea il presidente di Slow Food-parliamo di valore: la qualità organolettica, le proprietà sulla salute, la tutela del territorio, il rispetto, il lavoro e il sapere di cui sono espressione, la valorizzazione di tutti i soggetti coinvolti lungo la filiera. Corrispondere il giusto compenso a un lavoro così importante è essenziale, perché senza una prospettiva economica per chi lavora la terra non vi può essere futuro». Dal primo Presidio, il cappone di Morozzo nel cuneese, sono

Sarà   questo uno di temi” caldi” del Festival del Giornalismo Alimentare in programma lunedi 27 e martedi 28 settembre  presso il Circolo dei Lettori di Torino con  due anteprime venerdi 24 e sabato 25.Un’edizione per molti versi speciale perchè  a cambiare è il periodo dell’anno in cui si svolge, settembre invece che il canonico febbraio e per la prima volta nella sua storia,  l’intero Festival sarà  verrà anche trasmesso in streaming Al centro del dibattito sarà, naturalmente, il mondo del cibo oltre la pandemia, attraverso analisi, ricerche commissionate e racconti di esperienze dirette. Ma anche l’informazione sulla ricerca scientifica e sulla salute in ambito alimentare e le tendenze di consumo che si stabilizzeranno dopo la pandemia. Sono numerose le ricerche che saranno presentate tra queste, il report “Media & Food” realizzato in esclusiva per il Festival con la collaborazione del Master Alimentazione e Dietetica Applicata e il master Cibo & Società dell'Università Bicocca di Milano, grazie ai dati forniti da L’Eco della Stampa, e finalizzato a comprendere quanto e come i media italiani abbiano informato sul mondo alimentare durante il periodo di pandemia, misurandone l’impatto, intercettando i temi più discussi e analizzando le modalità di informazione. Altroconsumo presenterà in anteprima i risultati

Se c’è un esempio  in cui  il protagonista  è l’enogastronomia, questo è il progetto Moro Dal Castel marchio  registrato dal Comune di Castelnuovo Del Garda il cui vino  da cui ne prende il nome, è prodotto dalla  Cantina sociale del Comune e che rappresenta  un driver per tutta l’economia locale in particolare quella legata al turismo. Con ben  20 milioni di presenze turistiche l’anno che non ha conosciuto flessione  in tutto il periodo della pandemia anzi si prospetta aumentato nel 2021, Castelnuovo del Garda guarda al futuro interrogandosi sulle sfide che  impongono la “ ripartenza” post Covid-19, in tanti settori: dal territorio, all’economia e non solo locale, dalla sostenibilità alla tutela dell’ambiente  al quel gradino in più che può dare valore e qualità a un comparto quale l’agroalimentare, in primis il vino già di per se florido ma che potrebbe essere più apprezzato in altre regioni italiane oltre che aumentarne la presenza all’estero. E lo ha fatto con un interessantissimo convegno organizzato da Gruppo L’Adige, The Italian Wine Journal, Vinophilja,  l’ Associazione Commercio e Turismo e il Comune di Castelnuovo del Garda tenutosi sabato 11 settembre  dal titolo” Distretti agroalimentari post Covid-19. Programmazione, sostenibilità per un vitivinicolo di qualità.”

Non solo vini ma soprattutto valorizzazione dei territori a partire dalla loro biodiversità  e interessante se non unica per una azienda vitivinicola l’interesse gli studi geo-climatici . E  difatti saranno due le vendemmie differenti suddividendo in due macroaree i terroirs che compongono le Tenute Zonin1821 da Nord a Sud. E’ questa la prima sintesi generale delle previsioni vendemmiali di Giacomo Manzoni di Chiosca - Chief Agronomist del Gruppo che precisa: “Siamo ottimisti e crediamo in una vendemmia positiva sia dal punto di vista qualitativo sia da quello quantitativo: si assisterà ad un ritardo generalizzato sui tempi di vendemmia rispetto agli ultimi anni, anche se le temperature estive ci hanno consentito di recuperare in parte il gap dei mesi scorsi”. Fondata nel 1821, Zonin1821 rappresenta una delle più importanti aziende vinicole di proprietà famigliare in Italia e nel mondo. Storica famiglia di viticultori giunta oggi alla settima generazione.. Nove le Tenute dislocate nelle 7 regioni italiane a più alta vocazione vitivinicola, oltre alla tenuta americana di Barboursville Vineyards in Virginia (USA) ed a quella cilena di Dos Almas. L'azienda ha sede a Gambellara, in Veneto, e conta oltre 500 persone. –  E sono proprio i cambiamenti cimatici  ad aver  influito in modo evidente

Da sempre ispirazione e fonte di grandi capolavori il vino è diventato  il grande protagonista delle etichette. Ma è recente   vedere la superficie di una bottiglia di vetro come supporto artistico, che aumenta il valore del prodotto grazie al suo messaggio   tanto da diventare sponsor de vino. Già gli antichi Egizi usavano apporre sulle anfore, dopo la loro sigillatura con fango e argilla, l’iscrizione che ne descriveva contenuto, provenienza, annata e nome del produttore .Si deve però aspettare la fine del Seicento, con l’introduzione della bottiglia di vetro e del tappo in sughero e in seguito all’invenzione della litografia, per veder comparire prima una pergamena apposta al collo della bottiglia, introdotta dal monaco Pierre Pérignon, seguita poi nel 1840 da vere e proprie etichette illustrate applicate allo champagne della Maison de Venoge. In Italia, a fine Settecento in Piemonte e Sicilia compaiono le prime bottiglie contrassegnate da cartigli descrittivi del prodotto, con immagini araldiche e riproduzione dei riconoscimentiNel 1945 il Barone Philippe de Rothschild decide di celebrare la liberazione e di dedicare il suo vino all’Année de la Victorie, commissionando a Philippe Jullian un’immagine simbolica con la “V” della vittoria. Da quel momento il premiere cru affida ininterrottamente la propria veste grafica