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Rubrica di Emanuela Medi
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Enogastronomia

La Cucina Mediterranea fin dalle origini mostra chiara la sua appartenenza, da un lato alle due sponde del mare che, proprio dal suo stare stretto tra le terre che lo circondano è detto “Mediterraneo”, dall’altra all’opera delle donne che quelle sponde hanno abitato. E che queste terre -quella europea e quella afroasiatica- che oggi ci appaiono spesso contrapposte e profondamente diverse, abbiano avuto nella lunga durata una storia comune, è visibile da tanti punti di vista. Oggi ci soffermeremo su una piccola storia dei dolci, che, più di tante cose, testimoniano questa comunanza delle culture. Ciò accade soprattutto in Sicilia. a cominciare dai dolci, perché fu lì che gli arabi importarono lo zucchero di canna, i pistacchi, le arance, senza le cui bucce candite molti dolci non esisterebbero, e le mandorle che nelle mani delle donne, soprattutto delle monache, diventarono quella pasta di mandorle, detta anche, dal nome di un convento «Martorana» componente tra le più ricercate nelle tavole aristocratiche. Infiniti, dunque, i dolci inventati o perfezionati dalle donne, che partiti dalla Sicilia e più tardi anche dalla Spagna o da altri paesi “di mare”si sono diffusi. Anche le tristi diaspore ebraiche provocate dalle varie “espulsioni”, a partire da quella celebre del

Poteva Hans Terzer, il mago dei vini bianchi, non produrre un vino dolce per la sua linea Sant Valentin? “A me piacciono i dolci - mi confessa Terzer al termine di una bellissima visita per vedere le sue uve di Gewuzstraminer collocate sotto il Castello di Sanct Valentin - specialmente quelli al sapore di albicocca e mele, in particolare adoro le mele fritte, il mio piatto preferito”. Nasce così, Comtess dal forte sentore di albicocca ma anche di frutta surmatura, cedro candito, miele, note speziate con una leggera traccia di fumè. Un profilo olfattivo ricchissimo cui si accompagna un colore giallo dorato quasi ambra. Ma è la mineralità, assente nei passiti, che costituisce il grande segreto di questo fresco e suadente vino dolce dalla lunga persistenza e dall’ancora più lungo invecchiamento e diciamolo pure dal corpo cremoso e morbido. Un dono di Natale perchè è proprio sotto Natale che si raccolgono queste uve lasciate a seccare all’aria e al sole sulla pianta, fino alla fine dell’anno. Emanuela Medi, giornalista

Un matrimonio di descrittori aromatici e di territorialità: le bollicine dell’Alta Langa e il più famoso tubero  del mondo, il tartufo bianco di Alba. L’incontro è avvenuto di recente a Milano per “ La Prima di Alta Langa”  con la partecipazione di ben 67 diverse cuvee dei produttori del Consorzio  in tutte le declinazioni: bianco, rosato, brut, pas dose, riserva, grandi formati. Come ha dichiarato il presidente del Consorzio Giulio Bava” Con la prima dell’Alta langa di Milano vogliamo consolidare e allargare  la conoscenza della denominazione nella ristorazione nazionale”. Due Masterclass di cui una in cinque calici guidata da Sandro Minnella: un Pinot Nero 100%, uno Chardonnay 100%, una cuvee i Pinot Nero e Chardonnay, un Rosato e una Riserva .” Cinque piccoli mondi diversi per stile, gusto e eleganza.- sorrido alla degustazione del mio compagno di banco Max Caser di Vini 45- Affascinanti gli estremi delle due cuvee in purezza,l’avvolgente e fresco Pinot Nero ed il  contemporaneo e seducente Chardonnay, entrambe favolose per tipicità e carattere. Grande aspettativa, pienamente ricompensata, per la Riserva 60 mesi di Gancia con una personalità da vendere” Masterclass seguita  da una professionale e intrigante analisi sensoriale del Tartufo Bianco d’Alba realizzata in collaborazione con Ente Fiera

Proibitivi per i costi, unici per profumi e sapori e dalla provenienza geografia non proprio vicina: il lusso lo impone e ogni tanto ci piace saperlo e sorridere. Eccoli Hida-Wagyu, manzo giapponese da 1.000 dollari il kg. Allevato con fieno di riso e mangimi rigorosamente vegetali la sua caratteristica è nella percentuale di grasso  interno alla fibra riscontrabile a occhio nudo. Maggiore è la presenza di grasso nelle fibre più è pregiato e salutare il pezzo. Miele Elvish venduto a 45.000  euro il kg. Nemmeno a dirlo, proviene dal nord-est della Turchia, da una grotta scavata a 1800 metri di profondità. Ma di cosa sa? oltre che di miele ovviamente spicca il sapore di sali minerali della grotta da cui viene estratto e che giustificano le 5000 euro al kg di oggi Tartufo bianco di Alba, il tubero che arriva a costare fini a 160.406 dollari il kg, il prezzo record per un tartufo di 1,51 Kg venduto all’asta. Il suo pregio? Nessuno è mai riuscito a coltivare questo tubero al di fuori della zona, dalla polpa interna gallastra e dal sapore leggermente piccante che può ricordare il formaggio grana. Anche noi tra i lussuosi! Melone Yubari King, costa 20.00 euro il pezzo. Certo

Certo non ha pace il Parmigiano Reggiano contro l’uso illegittimo del termine “ parmesan”. La lotta di uno dei nostri prodotti più famosi nel mondo  è serrata: è infatti di pochi giorni fa la notizia che i  Consorzio  ha depositato il ricorso contro la multinazionale Kraft Foods Group Brands LLC che vorrebbe ottenere la licenza del FRAFT PARMESAN CHEESE come marchio ufficiale in Nuova Zelanda” Il Consorzio del Parmigiano Reggiano- ha detto il presedente Nicola Bertinelli- già  da 20 anni ha registrato il marchio in quel Paese a tutela dell’interesse dei produttori della Dop . Certo- ha ribadito il presidente- non sarà facile competere con una multinazionale da 20 miliardi di euro, ma questo verrà fatto  in tutte le fasi a difesa del diritto di trasparenza sacrosanto per i consumatori” Il Consorzio stima che il giro di affari del falso parmesan fuori dalla UE sia di 2 miliardi di euro per circa 200mila tonnellate di prodotto, 15 volte il volume  del Parmigiano regino esportato. “ per questo sostiene Nicola Bertinelli stiamo cercando di ottenere al’estero lo stesso riconoscimento e le medesime tutele  delle Dop all’interno dell’Unione Europea”

Certo che di incontri, manifestazioni,  degustazioni, giurie , premi ne segnaleremo tante forse troppe ma le eccellenze nel nostro paese sono molte e perché non citarle soprattutto quando sono prodotti importanti frutto di lavoro e passione. Iniziamo da questa triplice alleanza ASTI DOCG, CHIANTI DOCG e PROVOLONE LALPADANA DOP che si incontrano  per fare conoscere al grande pubblico il mondo delle Indicazioni geografiche del Food and Wine. 10 appuntamenti dal 17 settembre presso il Ristorante il Violino in Via Siccardo 3 a Cremona, alle ore 18.. “E’ il primo anno in cui, grazie alla possibilità offerta dal MIPAFT con il finanziamento di un progetto di promozione delle DOP del territorio piemontese (Consorzio per la Tutela dell’Asti Docg), toscano (Consorzio Chianti Docg) e lombardo (Consorzio Tutela Provolone Valpadana), si avrà la possibilità di degustare e conoscere, nelle loro principali peculiarità, questi tre importanti prodotti del wine e food, conosciuti non solo a livello nazionale, ma che hanno conquistato il palato di consumatori internazionali. – ha dichiarato Romano Dogliotti, Presidente del Consorzio per la Tutela dell’Asti DOCG -    Saranno organizzati momenti di degustazione attraverso i quali alcuni professionisti del settore enogastronomico guideranno gli ospiti in un mondo di gusti e profumi tipici

Lo voglio proprio vedere se a un fallo non dato , un gol sospirato, una sgambetto di troppo non volano piatti e bicchieri! Certo che se lo aspettano, fa parte del gioco, i proprietari,i commensali,camerieri, sommelier, che servono a a tavola  durante una partita  e sono dolori se il tavolo è quello sbagliato . , meglio qualche bicchiere rotto in più., che perdere! E’ ripartito il campionato con la Juventus da anni imbattibile e con una folta schiera di inseguitrici pronti a scalzarla.. ..aspettiamo. Ma cosa c’è di nuovo negli stadi? C’è che almeno i più importanti hanno veri e propri ristoranti di livello, skybox e skylomqgue con vista privilegiata e chef di alto livello. Ad inaugurare la tendenza, ormai diversi anni fa, è stato il Real Madrid, che, al Santiago Bernabeu,  che aprì il Puerta 57, nell’anello superiore dello stadio: un business, arrivato  anche in Italia, con il Chianti Classico che nel 2014 dette vita alla partnership con la Fiorentina da cui scaturì il Crystal Lounge Gallo Nero: cucina toscana, vini esclusivamente Chianti Classico e tifo viola. Lazio, Sampdoria  e la fiorentina si servono per  l’hospitality da  Infront, che la scorsa stagione portò al Franchi, all’Olimpico ed al Ferraris i piatti