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Rubrica di Emanuela Medi
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Enologia

C’è il Brut Rosé Edoardo Miroglio, dell’omonima azienda bulgara, firmato dall’enologo Donato Lanati sul podio alla XIX Competizione annuale dei Best Sparkling Wine in the World, celebrata allo Château de Pierreclos in Bourgogne lo scorso dicembre. Si tratta di un Brut Rosé del 2016 Metodo Classico ottenuto in purezza da uve 100% Pinot Nero coltivate e vinificate in Bulgaria, nella storica regione della Tracia, posta nell’estrema punta sub-orientale della penisola balcanica ai confini con Turchia e Grecia. Più precisamente, l’area di coltivazione del vigneto è nel villaggio di Elenovo (a circa 15 chilometri dalla città di Nova Zagora) ed è posta su un lieve rilievo collinare disegnato da pettinati filari (prevalentemente dagli autoctoni Mavrud e Ruben) e ordinati coltivi, caratterizzata da una buona escursione termica tra notte e giorno. Grazie alla grande esperienza dell’enologo  Donato Lanati, da circa 10 anni consulente della Miroglio, l’eccellenza sparkling di cantina ha conquistato il terzo posto nella classifica internazionale. Dal colore rosa tenue con bollicine fini e persistenti, l’Edoardo Miroglio Brut Rosé ha un profumo elegante e fine all’olfatto con leggere note floreali, che ricordano la rosa selvatica e la fragola, e con un lieve sentore di crosta di pane. Il gusto è quello di

Grande festa per le bollicine tricolori visto che nel mondo  saranno non meno due miliardi di brindisi pr un valore di 236 milioni di euro. La stima è di UIV ( Unione Italiana Vini-Ismea) che come di consueto ogni anno effettua il rapporto degli sparkling italiani. Si berranno 316 milioni di bottiglie del Belpaese  il 18,39 in più rispetto lo scorso anno e ben 3 su 4 all’estero.  Siamo sicuri  che tra uno zoom e uno skype, alla fine sulla tavola degli italiani non mancherà la  bottiglia o i bicchieri per buttarsi alle spalle un 2021 da dimenticare.  Ma per molti lo Champagne  è sempre lo Champagne forte del fascino e della qualità conquistata nel tempo e nel tempo  rimasta inalterata  con il suo  grande e speciale segreto Il silicio -uno degli elementi più importanti in natura- secondo solo all’ossigeno nella costituzione della crosta terrestre -è considerato- dagli esperti- la vera ricchezza del territorio dello Champagne. Una ricchezza che trova molteplici risposte: Lo spessore del calcare (gesso), quindi la sua profondità nel terreno che lo configura, determina la differenza tra una zona e l’altra  tale da indurrei produttori a lavorare su un vitigno piuttosto che su di un altro. Costituisce una importante riserva idrica soprattutto quando

Correva l’anno 1896, quando Svante August Arrhenius, Premio Nobel per la Chimica (1903), avanzò l’ipotesi che l’anidride carbonica “intrappolasse” la radiazione infrarossa e che questo fenomeno avrebbe portato ad un aumento della temperatura atmosferica. Interessato alla chimica dell’atmosfera, il chimico e fisico svedese studiò lungamente l'incidenza della CO2 sul clima, producendo ipotesi che, presto, avrebbero trovato conferma. A distanza di 125 anni, cause ed effetti dei cambiamenti climatici sono divenuti un’emergenza mondiale, nessun settore escluso.  Clima e Viticoltura  è stato il tema affrontato dall’enologa e biologa Dora Marchi,  Direttore del Laboratorio Tecnico e Responsabile del Controllo Qualità nel Laboratorio di Ricerca Applicata Enosis Meraviglia di Donato Lanati al XLVI Incontro Fitoiatrico svoltosi nelle scorse settimane al Castello di Grinzane Cavour,  CLIMA E VITICOLTURA “Il cambiamento climatico, in ambito vitivinicolo,- dice Dora Marchi- riguarda l’incremento generalizzato della temperatura ambiente (periodi molto lunghi con temperature elevate e con scarse precipitazioni prima dell’invaiatura e durante la maturazione dell’uva) nonché l’incremento del contenuto in CO2 dell’atmosfera e della luminosità, dovuto alla scarsa presenza di nuvole e, in genere, gli eventi meteorologici estremi. Sono stati fatti numerosi studi  per determinare l’influenza di questi fattori sul metabolismo della vite I risultati, tuttavia, sono in parte contraddittori e suggeriscono che gli effetti del cambiamento

C’era già prima che nascessero il Sommo Poeta e il più celebre viaggiatore europeo del Medioevo quale fu Marco Polo. La sua storia è tanto antica quanto preziosa. Ricerche storiche lo ascrivono al 1249. L’origine genetica del vitigno del Grignolino, ricostruita attraverso le analisi del DNA, ne sanciscono l’inizio di un percorso di conoscenza e non la fine. Se n’è parlato lunedì 22 novembre con Anna Schneider del Cnr, nella Hic et Nunch di Vignale Monferrato, in compagnia di Paolo Massobrio e dell’enologo Cristiano Garella. Secondo fonti solide, nel 1249 si parlava già di “de bonis vitibus berbexinis” (archivio capitolare di Casale, da De Ricaldone 1972); poi, nel 1263  veniva citato “de bonis plantis berbexinis” (affitto di un terreno a Levantino, frazione di Coniolo, da De Ricaldone 1972) e, infine, nel 1614 “vini di Grignolino nella fortezza di Casale” (Mainardi 2006). Il 1249, ad oggi, risulterebbe, dunque, la prima data in cui emerge il nome Barbesino/Grignolino. Che il Barbersino fosse il nome storico del Grignolino, lo afferma, senza dubbi, anche la Schneider, così come citato da più autori, quali: Giorgio Gallesio (inizio 1800), De Cardenas (Acerbi – 1825); De Maria e Leardi (1875), Di Rovasenda (1877).  La sua diffusione fu larga nel

“Il vino è l’unica bevanda alcolica mono ingrediente, basta un grappolo d’uva per farla”, dice Luigi Moio presidente OIV. “Ma questo grappolo d’uva deve avere tutti i componenti in perfetto equilibrio, e questo accade se si verifica una perfetta sintonia tra la pianta e il contesto ambientale in cui vive. Negli ultimi anni per via del riscaldamento climatico, abbiamo avuto aumenti di pH e crolli delle acidità in varietà importanti, come Merlot, Cabernet e Chardonnay, vitigni molto diffusi in tutto il mondo e in sofferenza. Ci sono dati  che mostrano come a Bordeaux il pH in vent’anni è salito a 3,65, e quindi diventa difficile gestire i processi di vinificazione senza intervenire e per intervenire il meno possibile bisogna risolvere questi problemi a monte, rilanciando una serie di attività storiche, a partire dal vivaismo degli anni Trenta, Quaranta e Cinquanta, per produrre nuove varietà più adatte e ovviamente resistenti alla pressione delle malattie, in modo da ridurre gli interventi di difesa e tutto ciò che può contaminare il sistema”. E’ chiaro che causa la biodiversità il nostro paese segna un punto a suo favore“L’Italia del vino – dice l’ordinario di enologia all’Università Federico II di Napoli-diventa un modello planetario di diversità e biodiversità, e non

E’ un appuntamento  affascinante perché “loro le uve congelate” devono essere lasciate  sulla vite fino all’inizio del gelo il che coincide con la fine novembre al massimo a gennaio dell’anno successivo per evitare la botrite ma soprattutto perché il requisito principale per la vendemmia è il gelo che significa avere una temperatura esterna ad almeno meno 7° C possibilmente anche più . STORIA E’ probabile ci sia stato un vino di ghiaccio  nell’antichità  con una produzione limitata ma molto spontanea : ne parla il poeta romano Marziale (40-102) che  racconta di vignaioli che portavano uva  gelata in novembre. Lo stesso lo studioso Plinio il Vecchio (23-79)  che così descrisse di certi vitigni: "Non si raccolgono finché non si è congelato".  Dopo un lunghissimo periodo durato secoli di questo metodo di raccolta bisogna arrivare  in Francia verso la fine del XVIII secolo quando il fenomeno dell’uva gelata fu notato proprio durante le vendemmie tradizionali in contemporanea a gelate non previste  Come per il Trockenbeerenauslese,  Ma veniamo al paese principe dei vini di ghiaccio; la Germania dove le prime vendemmie , si dice ,abbiano avuto luogo in Franconia nel 1794. Il primo vino di ghiaccio documentato fu raccolto l'11 febbraio 1830 da uve della vendemmia 1829 a Dromersheim vicino a Bingen nella regione

Ci sono testa, mani, cuore e la prestigiosa firma dell’enologo Donato Lanati dietro la produzione speciale del Barolo “en primeur”, proveniente dalla vigna Gustava di Camillo Benso Conte di Cavour, battuta all’asta per 600mila euro, sabato 30 ottobre, al Castello di Grinzane. Tra generosi rilanci e colpi di scena, le 14 barrique e il tonneau da 500 litri di Barolo hanno fruttato l’ingente somma che verrà interamente devoluta al sostegno di progetti sociali. Un grande evento internazionale, primo nel suo genere, promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo e Fondazione CrC Donare, in collaborazione col Consorzio di Tutela Barolo, Barbaresco, Alba, Langhe e Dogliani e la Scuola Enologica di Alba, con madrina Evelina Christillin. “Per un progetto di altissimo livello non potevano, dunque, mancare le conoscenze scientifiche, l’esperienza e la sensibilità del top dell’enologia a livello internazionale. “Quando mi fu chiesto d’interessarmi di questo progetto che, in un’unica occasione, avrebbe coniugato solidarietà ed educazione enoica, istintivamente, posi a confronto prospettive e impegni ma, immediatamente dopo, me ne convinsi senza esitazioni “– ha spiegato Lanati.“ A poco a poco, fui pervaso da una suggestione ancestrale nell’immaginare che, tra i vibranti e storici filari di quella vigna di Nebbiolo, avrei percepito, ora

Grazie alle numerose piattaforme di e-commerce, ogni giorno è possibile acquistare migliaia di vini diversi per tipologia, annata o produttore in pochi click. Navigare tra le tante  offerte, però, non è sempre semplice, soprattutto se ci si affaccia per la prima volta al mondo del vino. COME? I cinque consigli di Etilika, l’enoteca online specializzata nella ricerca, selezione e venditadi vini, liquori e distillati made in Italy Imparare a leggere l’etichetta L’etichetta è la carta d’identità di un vino e riporta alcune informazioni fondamentali al momento della scelta. Tra queste non ci sono solo il nome del prodotto o del produttore, il volume espresso in ml o il grado alcolico, ma anche la provenienza delle uve, la denominazione di origine (DOC, DOCG, IGT) e, nel caso degli spumanti, l’indicazione della quantità di zucchero (“brut”, “extra dry”, “nature”

“Il vino è l’unica bevanda alcolica mono ingrediente, basta un grappolo d’uva per farla”, dice Luigi Moio presidente OIV  “Ma questo grappolo d’uva deve avere tutti i componenti in perfetto equilibrio, e questo accade se si verifica una perfetta sintonia tra la pianta e il contesto ambientale in cui vive. Negli ultimi anni per via del riscaldamento climatico, abbiamo avuto aumenti di pH e crolli delle acidità in varietà importanti, come Merlot, Cabernet e Chardonnay, vitigni molto diffusi in tutto il mondo e in sofferenza. Ci sono dati  che mostrano come a Bordeaux il pH in vent’anni è salito a 3,65, e quindi diventa difficile gestire i processi di vinificazione senza intervenire e per intervenire il meno possibile bisogna risolvere questi problemi a monte, rilanciando una serie di attività storiche, a partire dal vivaismo degli anni Trenta, Quaranta e Cinquanta, per produrre nuove varietà più adatte e ovviamente resistenti alla pressione delle malattie, in modo da ridurre gli interventi di difesa e tutto ciò che può contaminare il sistema”. E’ chiaro che causa la biodiversità il nostro paese segna un punto a suo favore“L’Italia del vino – dice l’ordinario di enologia all’Università Federico II di Napoli-diventa un modello planetario di diversità e

Comprendere meglio le caratteristiche dei vini bianchi e come acquisire strumenti di gestione per assicurare loro la longevità: tema fortemente sentito dai professionisti del settore che a Beaume, Borgogna hanno lanciato già da tempo un piano di azione tecnico e scientifico sul tema. In particolare lo ha fatto  il Bureau Inter professionnel des Vins de Bourgogne (BIVB), che con  il team del Polo Tecnico e Qualità del BIVB e le strutture di ricerca partner dell'interprofessionel si sono  dati  recentemente appuntamento con un obiettivo comune: creare uno strumento di diagnosi precoce per gestire il potenziale di longevità dei vini bianchi durante tutto il processo di produzione.  Sebbene infatti attualmente vi siano conoscenze sultema della longevità dei vini bianchi, ciò che rende ogni vino specifico è ancora difficile da capire. “Perché un vino di una data annata avrà un potenziale di invecchiamento migliore di un altro? "Il metodo utilizzato per questo programma,  si basa sul coinvolgimento di professionisti( nel caso) borgognoni nella ricerca e nella sperimentazione attraverso le reti sia nel breve che nel lungo periodo.  Christine Pascal ed Emmanuel Brenon, del team Vinventions , sono intervenuti durante la prima parte della conferenza. Vinventions è un'azienda specializzata in soluzioni di tappi e nello sviluppo di strumenti di supporto