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Rubrica di Emanuela Medi
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Enologia

Quando riceviamo notizia da una celebra cantina toscana come Villa Bibbiani di un vitigno importante come il Cabernet Sauvignon e di un vino in purezza come il Montereggi, ci piace approfondire alcune caratteristiche di questo vitigno compagno inseparabile del famoso taglio bordolese, fortunata triade che assieme al Merlot e al Cabernet Franc ha fatto la fortuna di Bordeaux e dei vini prodotti nel Medoc, Graves e Entre-Deeux-Mers, complice il “ naso” e la lungimiranza di un certo Robert Parker che li ha fatti conoscere in America decretandone il successo planetario a suon di soldoni. Taglio peraltro che ha fatto la fortuna di molti vini italiani, costituendone la base principale , come insegna il Sassicaia( all’80% per cento Cabernet Sauvignon) che nel tempo e ancora oggi ha fatto incetta di prestigiosi premi , le cui barbatelle furono furtivamente portate in Italia dal marchese Mario Incisa della Rocchetta che le piantò nella Tenuta San Guido, in quel di Bolgheri , tanto importante da essere il primo Super Tuscan e percorrere una strada tutta sua. SCHEDA:Certo è il più famoso vitigno rosso al mondo e il più piantato in assoluto. A maturazione tardiva, predilige un ambiente caldo e secco. Di colore porpora profondo, non

Non capita tutti i giorni di avere due esperti del calibro di Dora Marchi Direttore Tecnico del Laboratorio ENOSIS MERAVIGLIA di Donato Lanati e dello stesso LANATI enologo con un curriculum di competenze come pochi, che si pronunciano su vendemmia e qualità. Onestamente ci voleva perché aldilà delle belle parole “ uva di qualità e vendemmia promettente”  in pochi sono andati oltre per spiegare con termini chiari e scientifici il significato di questi termini. Loro lo hanno fatto: "Questa vendemmia 2020, a dir poco particolare, è un'occasione di rinnovamento per tutti coloro che lavorano nel mondo del vino- dice Dora Marchi -La differenza la faranno i bravi viticoltori, quelli che producono medie quantità e sono disposti a fare delle scelte in vigneto, non raccogliendo o facendo comunque un diradamento, diciamo sanitario; diversamente andrà per coloro che sceglieranno di raccogliere tutto.  Le varietà precoci si sono dimostrate leggermente in anticipo e le abbondanti piogge hanno fatto aumentare la dimensione degli acini. L'ultimo mese sarà determinante, soprattutto per i vini che non hanno elementi di invecchiamento". Continua l’enologa"In Piemonte, l'annata non è da considerarsi siccitosa e l'uva sta maturando bene. Buono l'accumulo zuccherino a fronte di acidità basse e, quindi, di pH elevati. I pH più

Ormai c’è certezza, meno uva ma di ottima qualità. Sarà un’annata da ricordare? Lo speriamo non fosse altro per rincuorare i tanti produttori  decisamente “ provati”. E’ contento Angelo Gaja per il suo già famoso Barbaresco, soddisfatto Hans Terzer per lo Chardonnay  cavallo di battaglia del non meno celebre Appius, Elisabetta Gnudi Angelini che torna a sorridere anche per il Morellino uscito batostato da un’annata il 2019 decisamente negativa. Insomma lungo lo stivale la vendemmia se di minore quantità offre grappoli pressoche perfetti e sani. Vendemmia quindi in corso e vendemmia già terminata almeno per il Pinot Grigio, vino di punta nelle  Venezie dove è diffusissimo, di ottima qualità, maggiore rispetto il 2019 segnata da un’ottima acidità e di buona gradazione, con listini in crescita (+20%) insieme agli imbottigliamenti che, nel periodo gennaio-agosto 2020, segnano un rialzo (+6,35%) sul 2019. Terminata ormai in quasi tutte le aree del Veneto, la vendemmia proseguirà ancora per qualche giorno in Friuli Venezia Giulia e in Trentino. Il presidente del Consorzio Doc delle Venezie ha sottolineato che “ci sono tutti i presupposti per trovare nel calice vini ottimi, dal grande potenziale già evidente dopo le prime fermentazioni di inizio settembre. E il merito va soprattutto ai

Scavare nel passato per riscoprire vitigni dimenticati non è la passione di qualche nostalgico ma progetti di recupero importanti perché è sugli autoctoni che si basa la ricchezza e la biodiversità vitivinicola del nostro paese . Di molte è iniziata la riscoperta e la coltivazione, di altre si scoprono ceppi che sembravano perduti e che, con fatica e passione, si cerca di riportare alla vita per produrre vini che sembravano non dover esser più gustati  e che invece sono pronti a vivere la loro seconda vita..” archeologica”. Parliamo del Sauvignon-Blanc e di alcuni vitigni presenti in Francia e in Svizzera che sembra abbiano proprio 900 anni e che siano arrivati li grazie ai romani. [caption id="attachment_15236" align="alignleft" width="225"] Un grappolo di Sauvignon blanc[/caption] E’ quanto sostiene un gruppo di ricercatori  dell’Università di York con uno studio  pubblicato su Nature Plants. Una ricerca genomica condotta su 28 semi d’uva “archeologica”  ha portato alla scoperta , sostengono gli autori, che “sono strettamente legati ai vitigni dell’Europa occidentale utilizzati nella vinificazione“. Tra questi a sorprendere di più è stato quello trovato a Orléans. Un seme datato 1100 d.C. che corrisponde geneticamente, asseriscono con convinzione, al Savagnin Blanc “e rappresenta quindi la dimostrazione di 900 anni di riproduzione vegetativa

I mesi estivi si sa sono i più caldi dell’anno e a, volte, la canicola non concede tregua. Cosa bere dunque quando al termine della giornata si incontrano amici o familiari per un happy hour o per una cena in terrazza ma la temperatura non consente di sorseggiare vini rossi o bianchi fermi? Le bollicine possano essere senza dubbio un’ottima alternativa ma non tutti le gradiscono. Una scelta differente può essere quella dei vini aromatizzati sia a livello olfattivo che gustativo. Il loro uso risale all’epoca degli antichi Greci e degli antichi Romani, che sembra facessero fermentare con acqua di mare o piante aromatiche il vino in grosse anfore allo scopo di conferirgli un sapore particolare. Oggi la produzione consiste nel fare fermentare un vino base in botti di rovere, aggiungendo zuccheri e piante o erbe aromatiche Successivamente si aggiunge alcool purissimo, che legandosi con gli zuccheri esalta l’essenza degli aromi.. Il processo dura almeno 15 giorni al termine del quale si otterrà un vino dal sapore intenso e gradazione alcolica superiore ai 16°.I vini nazionali più famosi sono il Vermouth, il Barolo chinato e il Retsina greco. Il primo deriva il suo nome dal tedesco Wermut, col quale viene

Bella è proprio bella la Toscana tutta, ma  quel pezzo in cui è inserito il territorio Orcia, Patrimonio dell’Unesco – primo territorio rurale  premiato con questo riconoscimento dal 2004, non è un caso che sia diventato tra i paesaggi più famosi in tutto i mondo. Raccontarlo non basta, è importante viverlo per farlo diventare un’esperienza  unica ..che lascia il segno , e in positivo ..   La bellezza del paesaggio caratterizza tutto il territorio di produzione del vino Orcia che varia da quello lunare delle Crete Senesi alle dolci colline con file di cipressi, castelli, abbazie, poderi e borghi medievali della Val d’Orcia. Un territorio di artigianato artistico e di eccellenze alimentari: vino DOC Orcia, olio extravergine, tartufi bianchi, salumi, zafferano, allevamenti bradi di maiali medioevali “Cinta senese”, di buoi chianini - il “gigante bianco” amato anche dagli antichi romani, pecore per la produzione di cacio pecorino. I campi di cereali dominano il panorama alternandosi con pascoli, piante di ulivo secolari e vigne. Oggi i 12 comuni dell’Orcia sono fra le destinazioni turistiche più esclusive anche grazie alla presenza di centri termali d’eccellenza. Il vino Orcia DOC   La denominazione Orcia è nata il 14 febbraio 2000 e comprende le varietà Orcia ottenuto da uve rosse con almeno il 60% di Sangiovese e Orcia “Sangiovese”

Dopo la comprensione del valore  del portainnesti di vite americana , la filossera che aveva praticamente distrutto a metà ottocento  gran parte della viticoltura europea,, ora ritorna e in grande stile . Ricordiamo come il problema allora fu superato innestando le varietà autoctone europee su vite americana, tollerante agli attacchi di questo afide. Si pensava debellata e invece come riporta in un ampio articolo Tommaso Cinquemani su AgroNotizie “in numerose regioni  si segnalano casi di attacchi di fillossera sulle foglie di vite con la formazione di galle che indeboliscono le piante e hanno ripercussioni, anche pesanti, sulla produttività e sulla qualità delle uve.” Fu necessario ai tempi della pandemia da fillossera  rinnovare tutte le vigne con portainnesti di vite americana, resistente alle punture dell’insetto.  Cosa sta succedendo in molte regioni italiane? "Ultimamente  si sono moltiplicate le segnalazioni di agricoltori che lamentano attacchi più o meno severi all'apparato fogliare delle viti con la formazione di galle e lo sviluppo di diverse generazioni di fillossera che interessano la chioma delle viti", spiega  Patrizia Sacchetti, professoressa di Entomologia presso l'Università di Firenze, che dal 2017 lavora su questo argomento anche dietro richiesta del Servizio fitosanitario della Regione Toscana.( Fonte Agronotizie)"La nostra ricerca è volta prima di tutto a comprendere perché la