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Rubrica di Emanuela Medi
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Ci voleva in insetto maschio  e per giunta sterile sparato da droni per combattere la mosca mediterranea micidiale in buona parte del   Trentino per pesche e mele. La Fondazione Edmund Mach sta sperimentando la tecnica del maschio sterile, rilasciando gli insetti sterili importati dalla Spagna attraverso l’uso dei droni. Un sistema che riduce le popolazioni di questo insetto consentendo a sua volta la riduzione dell'uso di insetticidi, come ad esempio in Spagna dove questo metodo è ampiamente utilizzato. Il progetto FEM ha evidenziato che questa tecnica è applicabile anche nel territorio trentino. La mosca mediterranea della frutta. Ceratitis capitata Wiedemann (Diptera: Tephritidae) è un parassita originario dell'Africa orientale, diffuso attualmente in tutte aree frutticole della costa mediterranea, che attacca più di 300 diversi ospiti.   E’ storicamente presente nelle regioni meridionali e centrali italiane ma recentemente, a causa dei cambiamenti climatici, ha causato danni alla frutta anche nelle regioni settentrionali. Allo stato attuale, la mosca mediterranea della frutta è stabilita nell’area dell’Alto Garda e a macchia di leopardo nella Valle dell'Adige, dove provoca danni soprattutto su mela. Per mantenere il danno al di sotto della soglia economica, in alcuni anni sono necessari specifici trattamenti con insetticidi ovo-larvicidi. C. capitata attacca le

Con la tecnologia non si scherza ..anche in vigna. Lo sa bene il  gruppo CAVIT che ha  messo a punto un WhatsApp  in grado di indicare quando è il momento   di raccogliere l’uva. Questo sistema di messaggistica istantanea è anche in grado di monitorare la maturazione dei grappoli attraverso un sistema di sensori collegati a spettometri portatili di cui sono dotati i vigneti. In questo modo gli agronomi valutano il livello di zuccheri, la base acida fino al grado di maturazione ottimale .Una tecnologia che gioca in favore degli oltre 5.200 viticoltori della cooperativa trentina che rappresentano più del 60% della superficie vitata del Trentino. “Tutte le informazioni raccolte – spiega Andrea Faustini, enologo e responsabile scientifico del team agronomico Cavit – vengono elaborate e messe a disposizione dei viticoltori in modo immediato e semplice, tramite messaggio WhatsApp sul cellulare o via email, avvisando ciascuno in tempo reale sui modi migliori per procedere nel lavoro quotidiano sia in fase di vendemmia che tutto l’anno. Questo perchè- sottolinea l’agronomo- sono molteplici le situazionicome: controllare le condizioni meteoclimatiche, pianificare le tecniche agronomiche, monitorare lo stato di idratazione del suolo o la presenza di patologie fungine e insetti per effettuare in modo mirato i trattamenti

Fare leva sulla bioeconomia per una ripartenza sostenibile, di cui le biotecnologie sono un insostituibile motore strategico; produrre cibo sempre più sano, affrontando il problema della diminuzione delle risorse e i cambiamenti climatici; incentivare una collaborazione tra chimica tradizionale e biochimica e tra pubblico e privato. Di questo e di tanto altro si è parlato in occasione del terzo gruppo di lavoro, questa volta dedicato al tema della Bioeconomia organizzato da Assobiotec-Federchimica. Il biotech rappresenta oggi un settore importantissimo che, secondo le stime dell’OCSE, nel 2030 avrà un peso enorme nell’economia mondiale: saranno, infatti, biotech l’80% dei prodotti farmaceutici, il 50% dei prodotti agricoli, il 35% dei prodotti chimici e industriali. Nonostante l’Italia sia sul podio per il numero di progetti di qualità nel settore delle biotecnologie, è importante interconnettere settori e attori, coinvolgendo, ad esempio, per quanto riguarda la filiera agroalimentare, gli  agricoltori in prima persona.“Tra le numerose sfide della società nel nostro tempo c’è sicuramente l’urgenza di produrre cibo in modo sostenibile, sia per l’economia che per l’ambiente - afferma Deborah Piovan, Portavoce di Cibo per la mente - L’innovazione è un fattore importante per raggiungere questo obiettivo ed è quindi necessario liberare le biotecnologie da vincoli normativi ormai obsoleti.. Siamo giunti ad

Oltre le aspettative: questa la vendemmia dell’Azienda Agricola situata  nell’ Oltrepo’ Pavese, che ha scelto la raccolta anticipata e scalare del pinot nero per le basi spumante. In questo 2020, arduo e difficoltoso, Castello di Cigognola ha rinnovato e potenziato un approccio alla vendemmia all’insegna della sperimentazione e della ricerca ma soprattutto dell’ottimismo. L’Azienda Agricola di proprietà della famiglia Moratti ha posto la massima attenzione nella scelta delle date e delle modalità di vendemmia, cominciando la raccolta a inizio agosto in Oltrepo’, territorio in cui la vendemmia anticipata è stata decisione diffusa qualche giorno più tardi. L’avvio è avvenuto in seguito a una valutazione della maturità tecnologica, sensoriale e della qualità delle uve pinot nero attraverso un’analisi degustativa direttamente in vigna. Il metodo è stato messo a punto grazie anche alla collaborazione con Giovanni Bigot, titolare della società Perleuve e consulente agronomo di Castello di Cigognola. In particolare è stato applicato l’Indice Bigot, metodo scientifico elaborato dallo stesso professionista per conoscere il potenziale qualitativo di ogni singolo vigneto, monitorando 9 parametri attraverso l’applicazione 4Grapes. A seguito degli idonei parametri di maturazione sensoriale e della previsione di un’annata calda, si è quindi scelto di procedere con una vendemmia anticipata e scalare su singoli appezzamenti, in base alle caratteristiche tecnologiche delle bacche. L’obiettivo è preservare la complessità acidica e il pH delle uve

Riproponiamo volentieri il report di Fabio Miletto primo ricercatore CNR del Marzo 2020 sull l’andamento Covid 19 in Italia e nel mondo Dott. Fabio Miletto Granozio, primo ricercatore Istituto Superconduttori, Materiali innovativi e Dispositivi (Cnr-Spin) del Consiglio Nazionale delle Ricerche Introduzione La diffusione del Covid-19 nel mondo ha indotto l’undici marzo scorso l’Organizzazione Mondiale per la Sanità a dichiarare lo stato di pandemia. Di tale pandemia l’Italia è in questi giorni il paese più colpito. Il superamento della Cina in termini di numero ufficiale di decessi appare imminente. Altri paesi, soprattutto in occidente, sembrano avviati sulla stessa strada. L’analisi dati che mostreremo, pur abbastanza elementare, permetterà di mettere in luce molte straordinarie somiglianze ed alcune importanti differenze nelle curve di diffusione dei contagi nei vari paesi. Partiamo dall’analisi della situazione italiana. La figura 1 mostra la curva dei contagi complessivi. Il grafico è in scala logaritmica. Su questa scala, com’è noto, un esponenziale viene graficato come una retta. La curva ha mostrato fino al 1° marzo un andamento ben interpolato da una crescita esponenziale con tempo di raddoppio di circa 2 giorni (curva rossa). Si tratta di un ritmo insostenibile, che avrebbe portato in soli 20 giorni il numero dei contagiati a moltiplicarsi di

IL LUNGO LAVORO DEI RICERCATORI DI FONDAZIONE EDMUND MACH, IN TRENTINO, È GIUNTO A COMPIMENTO E non poteva  essere che il Trentino a regalarci  quattro nuove varietà di PIWI  ITALIANI le viti che maggiormente giocano in difesa di peronospora e oidio, patologie fungine che devastano i vigneti . L’importante risultato si deve alla selezione effettuata dalla Fondazione Edmund Mach. È di questi giorni, infatti, la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale di “F22P9”, “F22P10”, “F23P65”, “F26P92”, nate dai genitori Vitis vinifera e varietà portatrici di geni di resistenza naturali. “Il materiale – spiegano i ricercatori – frutto di 12 anni di paziente e costante attività incrocio nell’ambito del programma di miglioramento genetico della vite, sarà presto messo a disposizione degli operatori dal Consorzio Innovazione Vite, che gestirà il brevetto delle varietà. Ed ora questi incroci, identificati con semplici sigle, sono in attesa di ricevere un nome”.Accanto a queste 4 varietà il Consorzio Civit ha ottenuto l’iscrizione di un’altra variet, il Pinot Regina, dall’Istituto di Pècs in Ungheria. Inserito anche il portinnesto Georgikon 28 che mostra una buona tolleranza alla siccità e al calcare. LE CARATTERISTICHE DEI NUOVI PIWI Le varietà a bacca rossa F22P9 (Incrocio Teroldego x Merzling) e F22P10 (Incrocio Teroldego x Merzling) presentano caratteristiche di buona tolleranza nei confronti dei funghi peronospora e

Una recente ricerca coreana ha esaminato la correlazione tra il consumo di alcool e la presenza nel cervello della beta-amiloide, una proteina che sembra avere un effetto tossico sui neuroni cerebrali e che potrebbe essere coinvolta nello sviluppo delle demenze e della malattia di Alzheimer.  Lo studio in questione fa parte di un progetto molto più ampio, finalizzato a identificare i determinanti di comparsa e di progressione del declino cognitivo. La popolazione oggetto di questo specifico studio era costituita da circa 400 soggetti, con un’età media di 71 anni, privi di segni di demenza al momento dell’indagine.  Gli autori, impiegando una combinazione di tecniche di imaging piuttosto raffinata (PET+MRI), hanno rilevato una significativa presenza cerebrale della beta-amiloide nel 35% dei soggetti che dichiaravano di non avere mai consumato alcolici e nel 19% di quelli che avevano invece dichiarato di consumare alcool moderatamente (da 1 a 13 drink settimanali): una differenza rilevante, e statisticamente significativa. Tale differenza risultava invece minore, e non più significativa sul piano statistico, confrontando gli astemi con i consumatori di più di 14 drink settimanali; è probabile che in  questo gruppo fossero presenti anche consumatori eccessivi, che potrebbero aver influenzato negativamente il risultato finale del confronto. “Nonostante sul reale ruolo della

Se nel contesto religioso la valenza simbolica  delle ceneri è evidente, meno lo è l'interesse crescente che la cenere suscita nella comunità scientifica per i suoi numerosi utilizzi applicativi potenziali: ceneri prodotte dalle centrali a carbone sono, per esempio, utilizzate per la realizzazione di polimeri sintetici impiegati in settori che spaziano dall'edilizia ai beni culturali, fino alle tecnologie ambientali. Anche in ambito agronomico le ceneri ottenute da biomasse, opportunamente trattate, possono rivelarsi un'importante risorsa: Uno studio è stato condotto nell'ambito di un progetto di sviluppo regionale che ha coinvolto l'Istituto per la bioeconomia (Cnr-Ibe). “In Italia e in molti altri Paesi d'Europa c'è un forte interesse per la valorizzazione agronomica delle ceneri, in considerazione dell'importanza strategica che le biomasse - da bosco, colture o agricole - rivestono come potenziale risorsa energetica”, spiega Carla Nati del Cnr-Ibe. “Oggi sono considerate un rifiuto e condotte in discarica, rappresentando un problema e un costo non indifferenti. Invece il loro spandimento in campo consentirebbe di restituire al suolo importanti elementi minerali sottratti dalle pratiche colturali. Le ceneri possono agire da concime, apportando elementi nutritivi utili all'accrescimento delle piante, come potassio, fosforo, magnesio, calcio e riducendo l'utilizzo di concimi artificiali. Ma possono fare anche da correttivo,

Le foreste coprono il 31% delle terre emerse e garantiscono la vita sul pianeta, producendo oltre il 40% dell’ossigeno atmosferico. Sono habitat per l’80% della biodiversità terrestre, in cui abitano milioni di specie in gran parte ignote alla scienza, compresi virus, batteri, funghi e molti altri organismi, anche parassiti, che vivono in equilibrio con l’ambiente e le specie con le quali si sono evoluti.  Le foreste forniscono un’infinità di servizi alla vita sul pianeta, fra cui non ultimo la protezione della nostra salute. Agiscono, infatti, come un vero e proprio antivirus ma   come denuncia nel suo ultimo report il WWF , i cambiamenti di uso del suolo e la distruzione di habitat naturali come le foreste sono infatti responsabili dell’insorgenza di almeno la metà delle zoonosi emergenti, ovvero nuove patologie trasmesse dagli animali all’uomo.  La distruzione delle foreste espone infatti l’uomo a forme di contatto con nuovi microbi tramite le specie selvatiche che li ospitano.  Il cambiamento di uso del territorio come le strade di accesso alla foresta, l’espansione di territori di caccia e la raccolta di carne di animali selvatici (bushmeat), oppure lo sviluppo di villaggi in territori prima selvaggi, hanno portato la popolazione umana a un contatto più stretto con nuovi virus, che

Dott. Fabio Miletto Granozio, primo ricercatore Istituto Superconduttori, Materiali innovativi e Dispositivi (Cnr-Spin) del Consiglio Nazionale delle Ricerche Introduzione La diffusione del Covid-19 nel mondo ha indotto l’undici marzo scorso l’Organizzazione Mondiale per la Sanità a dichiarare lo stato di pandemia. Di tale pandemia l’Italia è in questi giorni il paese più colpito. Il superamento della Cina in termini di numero ufficiale di decessi appare imminente. Altri paesi, soprattutto in occidente, sembrano avviati sulla stessa strada. L’analisi dati che mostreremo, pur abbastanza elementare, permetterà di mettere in luce molte straordinarie somiglianze ed alcune importanti differenze nelle curve di diffusione dei contagi nei vari paesi. Partiamo dall’analisi della situazione italiana. La figura 1 mostra la curva dei contagi complessivi. Il grafico è in scala logaritmica. Su questa scala, com’è noto, un esponenziale viene graficato come una retta. La curva ha mostrato fino al 1° marzo un andamento ben interpolato da una crescita esponenziale con tempo di raddoppio di circa 2 giorni (curva rossa). Si tratta di un ritmo insostenibile, che avrebbe portato in soli 20 giorni il numero dei contagiati a moltiplicarsi di un fattore 1000. A partire dal primo marzo, tuttavia, la crescita, pur restando esponenziale, è passata ad un tempo di raddoppio