Nel tempo ci siamo adoperati per vivere più a lungo e ci siamo riusciti grazie ai progressi registrati in campo medico, tecnologico e sociale. L’invecchiamento rimane comunque un processo ineluttabile, che può essere contrastato e rallentato, ma non bloccato.
Eppure ognuno di noi vorrebbe vivere a lungo e in salute: il concetto della qualità, in questo caso accompagnato anche dal trascorrere lineare del tempo espresso dall’età anagrafica. È questo che intendiamo per età biologica, che, a differenza dell’età cronologica, mira a quantificare la qualità dei processi biologici. In altre parole, viene lasciata a noi la responsabilità di come proteggere la nostra macchina biologica lungo tutta la nostra vita, considerando l’età biologica come un patrimonio personale. A questo si collegano i comportamenti, gli stressors individuali e collettivi, che conducono a quelli che dovrebbero essere i “sani stili di vita” molto semplici ad essere enunciati, ma difficilissimi da praticare. Altrimenti non si spiegherebbe l’aumento costante delle malattie croniche non trasmissibili (NCDs).
I determinanti di buona salute biologica sono tuttavia conosciuti: attività fisica, alimentazione, sfera psico-emotiva, gestione dello stress. Parliamo in realtà di ambiente, inteso come il campo in cui siamo immersi, tutto ciò che ci circonda nel corso della nostra vita e che