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Rubrica di Emanuela Medi
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Salute

 Tra gli alimenti troppo spesso incolpati di favorire l’obesità  infantile troviamo il latte intero: a sfatare questo che si è rivelato un pregiudizio, uno studio internazionale svolto su ben 28 studi osservazionali per un totale di 20.000 bambini di 7 paesi compresa l’Italia (Stati Uniti, Inghiterra, Canada Svezia e  Nuova Zelanda). Ma andiamo per gradi: nonostante la scrematura del latte elimini più o meno completamente la quota dei grassi saturi ad azione ipercolesterlemizzante, e riduca il contenuto calorico del latte stesso, gli studi più recenti non hanno infatti osservato alcun beneficio  al consumo preferenziale di latte scremato rispetto al latte intero, in particolare per quanto concerne il rischio cardiovascolare. Gli autori di questo lavoro- hanno  confrontato inoltre gli effetti del consumo di latte intero con quello di latte parzialmente scremato o scremato sul sovrappeso in età pediatruca: i dati raccolti non evidenziano alcun effetto negativo del consumo di latte intero sul peso o sulla composizione corporea infantile, mettendo invece in luce una relazione favorevole tra il contenuto di lipidi nel latte regolarmente consumato e la riduzione del rischio obesità nei bambini. La riduzione del rischio di sovrappeso e obesità associata al consumo di latte intero, rispetto a quello di latte a ridotto

Siddarth P, Li Z, Miller KJ, Ercoli LM, Merril DA, Henning SM, Heber D, Small GW Am J Clin Nutr 2019 Nov 12 Che la memoria subisca un rallentamento fisiologico con il passare dell’età, in particolare dopo i 45 anni  è cosa nota e scientificamente dimostrata. Per la maggior parte delle persone, questa perdita resta relativamente stabile nel tempo, anche se viene percepita in grado di interferire con le normali attività quotidiane. Gli interventi maggiormente accreditati si basano sull’allenamento mentale e su quello fisico, su un’alimentazione equilibrata e su uno stile di vita complessivamente corretto.  Dal punto di vista nutrizionale gli alimenti che più concorrono a “ rafforzare “ la memoria sono dalla vitamina D agli omega-3 del pesce, dalla curcumina alla salvia. Alcuni gruppi stanno approfondendo anche gli effetti del succo di melograno, bevanda tra le più ricche di ellegitannini, polifenoli dotati di proprietà antiossidanti e antinfiammatorie. Ma veniamo allo studio dove sono stati messi a confronto gli effetti dell’assunzione quotidiana, per 12 mesi, di succo di melograno (236,5 mL) oppure di una bevanda placebo (simile per colore e sapore al succo di melograno, ma priva di polifenoli). I risultati sono stati valutati in tempi diversi con l’ausilio di  test mnemonici: prima dell’inizio

Sembra un paradosso che gli italiani l’abbiano scoperta per un turismo in grado di migliorare il benessere psico fisico, quando dovrebbe essere una priorità, ma dati alla mano la vacanza non è più solo enogastronomia, arte, cultura ma il piacere di ritrovare una forma logorata nel corso dell’anno e il” sentirsi bene. “L’Italia è  prescelta, sotto questo aspetto, dai turisti stranieri che la mettono avanti agli Usa e Francia ,lo è anche per i giovani cui non dispiace qualche giorno in alberghi con SPA per una remise en forme. E se i soldi non sono un marcatore certo che le preferenze vanno agli alberghi di lusso : tra italiani e stranieri nel 2019 vi sono stati   ben 11 milioni di pernottamenti. Una vera e propria industria che non conosce crisi stando alle previsioni di un +6,2% nel 2025 ( dati ENIT Agenzia Nazionale per il Turismo). Traina lo shopping del lusso e visto che parliamo di traino ancora una volta tutta la filiera legata al cibo cibo si conferma la prima ricchezza nazionale (Coldiretti) con 538 miliardi di fatturato e oltre 3 milioni di posti di lavoro. Precisa Coldiretti che mai tanto cibo e vini italiano sono stati consumati all’estero con

Sono questi alcuni tra i primi risultati del Sistema di sorveglianza sui determinanti di salute nella prima infanzia, coordinato dall’ISS (Istituto Superiore di Sanità), a cui partecipano 11 regioni, promosso e finanziato dal Ministero della Salute. Lo studio ha coinvolto circa 30.000 mamme intervistate nei centri vaccinali tra dicembre 2018 ed aprile 2019. “Nel periodo compreso tra il concepimento e il compimento del secondo anno di vita si pongono le basi per lo sviluppo psico-fisico del bambino – dichiara Angela Spinelli, Direttrice del Centro Nazionale Prevenzione delle Malattie e Promozione della Salute dell’ISS. I risultati, se evidenziano che ormai molti genitori hanno compreso l’importanza di mettere a dormire i neonati a pancia in su  per prevenire la morte improvvisa in culla , è diminuita la percentuale di mamme che non allattano:  solo una mamma su 4 allatta il proprio bambino in maniera esclusiva a 4-5 mesi di vita e ancora molte non assumono l’acido folico prima dell’inizio della gravidanza”.  Non solo, lo studio evidenzia che la quasi totalità (93,8%) delle mamme riferisce di non aver fumato in gravidanza, buona pratica importante per evitare basso peso alla nascita del bambino con la conseguenza di alto rischio di asma e infezioni dell'apparato respiratorio.

Ancora una volta la sugar tax, che puntualmente rientra come ipotesi della manovra di bilancio, salvo poi essere smentita, riapre il dibattito sul consumo di zuccheri come causa di sovrappeso e obesità soprattutto nella popolazione infantile. Tutti d’accordo nel sostenere che questa misura sarà tanto più efficace quanto non verrà usata come strumento per fare cassa ma per attuare quella educazione alimentare di cui si parla da decenni. Ma l’assunzione di zuccheri è veramente il problema principale dei bambini italiani? Partiamo da un dato: non esistono al momento studi scientifici definitivi (dice EFSA)che consentano di indicare il limite di zucchero oltre il quale non è opportuno andare per non sovraccaricare il nostro organismo. La stessa Organizzazione Mondiale di Sanità (OMS) pur indicando il dato del 10% delle calorie che non deve essere superato giornalmente da un individuo(su 2000 calorie il 10% equivale a circa 50 gr di zuccheri)fa presente che le evidenze su cui la scelta del valore limite del 10% è stata basata sono di qualità modesta o scarsa, e correlano il consumo di zuccheri alle carie dentali (e non al sovrappeso o all’obesità). C’è poi un altro dato interessante: i bambini italiani - è vero - sono in

Che la vitamina C sia un potente antiossidante in grado anche di aumentare le difese immunitarie è ormai un dato consolidato dalla comunità scientifica ma come molte altre vitamine , la D, ha sempre qualcosa in più e lo dimostra una ricerca presentata al 13° congresso della FENS, Federation of EuropeanNutrition Societies, conclusosi recentemente a Dublino che conferma l l’effetto positivo del succo d’arancia al 100% sull’obesità e sulla salute cardiovascolare. In particolare è l’esperidina, un polifenolo degli agrumi poco conosciuto e presente nel succo 100% arancia che sta attirando l’attenzione della comunità scientifica, visti gli studi che ne confermano i possibili effetti benefici.   Ma andiamo per gradi:  i nuovi dati rivelano che un bicchiere di succo di arancia è ricco di esperidina, un polifenolo naturalmente presente negli agrumi,  in grado di aiutare a mantenere la pressione sanguigna entro valori normali. probabilmente migliorando la capacità di distendersi dei vasi sanguigni Il succo di frutta fa ingrassare?  Tra le tante ricerche presentate al congresso, si evidenzia una meta-analisi che ha indagato la connessione tra il consumo quotidiano di succo d’arancia e il rischio di aumento del peso negli adulti. In letteratura sono stati identificati diciassette studi clinici controllati, che hanno arruolato oltre 200

In genere vi è un effetto  lineare tra l’apporto di alcool e valori pressori sia che si tratti di un soggetto normoteso che iperteso, ma è anche dimostrato  che questa associazione è reversibile. Lo comprova uno studio effettuato su ottantamila persone tra uomini e donne, dove l’assunzione di tre drinks al giorno, rispetto i non bevitori, aveva comportato un aumento di pressione arteriosa sia sistolica che diastolica. Questa correlazione è stata peraltro evidenziata sia in bevitori serali che in bevitori compulsivi; in questi   ultimi l’assunzione di alcool mattutino potrebbe spiegare l’aumentato rischio di ictus mattutino che si verifica nelle prime ore della giornata. Stesse conclusioni se l’assunzione è di tipo lieve ma con una diversificazione uomo-donna. Il Physician’s Health Study e il Women’s Health Study( rispettivamente 13.455 uomini e 28.848 donne, senza malattia) evidenziano come negli uomini e nelle donne vi sia un aumentato rischio di ipertensione che si riduce-dato significativo- per le donne bevitrici, rispetto le astemie. Quindi, globalmente, solo una assunzione molto moderata può esercitare un effetto protettivo sui valori pressori e poiché  il consumo moderato si associa a una riduzione del rischio  cardiovascolare anche negli ipertesi, gli esperti suggeriscono una assunzione meno di 30 grammi per giorno nell’uomo

E’ vero non si dovrebbe fumare, ma per le accanite ogni tanto qualche notizia buona c’è anche per loro! E’ stato dimostrato che l’alimentazione ha un ruolo insostituibile nel ridurre lo stress ossidativo cellulare, noto fattore di rischio di molte malattie croniche. Nella continua e devastante battaglia tra gli antiossidanti (sostanze buone) e i radicali liberi (sostanze cattive prodotte dal nostro organismo) si può sviluppare, un processo ossidativo che induce danni a livello cellulare di molti organi, cuore, cervello, pancreas ecc. Alcuni alimenti sono in grado di promuovere la fisiologica attività antiossidante del’organismo: tra questi alimenti il vino, caffè, cioccolata, frutta, verdura e  frutta a guscio.  Una conferma viene dai risultati dello studio E3N/ EPIC, che ha coinvolto 74.508 donne francesi, nate tra il 1925 e il 1950, le cui abitudini alimentari e stili di vita sono stati seguiti per circa 16 anni con questionari bi-triennali. Si è quindi studiata la correlazione tra la potenziale efficacia antiossidante della dieta e lo sviluppo di malattie croniche o la mortalità. Nella analisi finale è emersa la riduzione lineare della mortalità totale, parallela all’aumento dl consumo di vitamina C ed E, betacarotene e Polifenoli. Il rischio minore di malattie croniche e di morte è

  Si allontana il rischio di ricorrere alla pillola blu? Forse si ,almeno secondo una ricerca realizzata dalla Università di Harvard e pubblicata sula rivista dell’American Journal Clinical Nutrition. Benedette ricerche, prendiamole per buone: gli alimenti ricchi di flavonoidi come i frutti di bosco, le ciliegie e il vino rosso associati allo sport aiutano a conservare la virilità per lungo tempo e  addirittura  a ridurre del 10% la disfunzione erettile. Percentuale che sale al 14% con un consumo elevato di frutta rossa. Aggiungendo sport praticato regolarmente, il rischio si abbassa del 21%. La dieta è raccomandata agli  “under 70” “ non solo per il beneficio sessuale- dice Eric Rimm dell’Università di Harvard- ma soprattutto per un migliore benessere generale psico-fisico”.