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Rubrica di Emanuela Medi
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Salute

Tecniche come la meditazione per migliorare la qualità della propria esistenza è un vero e proprio boom. Basti pensare che, secondo un’indagine americana pubblicata dalla CNBC, questa disciplina viene praticata da oltre il 14% della popolazione, quasi 20 milioni di persone, e che, secondo quanto riferito dal Global Wellness Summit 2019, il mercato della meditazione vale oggi solo negli USA 1,2 miliardi di dollari, cifra destinata a toccare quota 2 miliardi nel 2022.  A contribuire alla popolarità del trend ci sono anche numerose celebrities,: da David Lynch, che ha affermato di meditare almeno due volte al giorno, a Oprah Winfrey, che ne ha fatto un vero e proprio stile di vita, da Michael Jordan a Clint Eastwood, fino ad arrivare a Will Smith, che ha costruito uno spazio appositamente dedicato alla meditazione tra le mura domestiche, e alla campionessa di tennis Bianca Andreescu, reduce dal successo contro Serena Williams. Benessere psico-fisico riconosciuto dal mondo scientifico anche per chi  ha un tumore: minori i sintomi di ansia e stress , riduzione dei livelli di cortisolo nel sangue, conosciuto anche come ormone dello stress. E ancora, secondo una ricerca della Harvard University pubblicata su Washington Post, la meditazione migliora l’attività della corteccia cerebrale

La prevenzione  è il cardine per la riduzione del rischio di molte malattie, meglio se ricorrendo alla alimentazione grande alleato della nostra salute.  Gli autori della ricerca pubblicata sulla rivista Nutr Food Res. hanno valutato ben 96 metanalisi ( gruppi di studi) scelte per qualità tra tutte quelle condotte fino a Novembre 2018. Risultati: per quanto riguarda il cuore il tè verde, per un consumo di due-tre tazze al giorno, protegge dal rischio di infarto e ictus, fatali e non fatali, ma anche di malattia ischemica cardiaca cioè infarto improvviso. Due tazze al giorno di tè migliorano la salute mentale e una riduzione fino al 20% della malattia di Parkinson. Gli effetti sono dovuti all’apporto di polifenoli (potenti antiossidanti) come la tea flavina, la tearubicina (tè nero)e l’epigallocatechina (tè verde)  Il rischio di mortalità totale per tutte le cause  è del 4% per ogni tazza di tè verde consumata in più al giorno, del 3% per il tè nero. A beneficiare di questa bevanda sono anche i tumori: tre tazze al giorno per qualsiasi tè riducono tra il 14-38% il rischio del tumore del fegato, cavo orale, polmonare, gastrico e dei tumori come la leucemia e il glioma. Niente invece per

Il tocco prolungato, simile a una carezza, determina una riduzione dello stress nei neonati prematuri. Lo afferma lo studio “Dynamic touch reduces physiological arousal in preterm infants: A role for c-tactile afferents?” realizzato da un team internazionale (Ospedale Buzzi di Milano, Università di Milano-Bicocca, Fondazione COME Collaboration di Pescara, Istituto Osteopatia Milano e l’Università John Moores di Liverpool) e recentemente pubblicato sulla rivista Developmental Cognitive Neuroscience (https://doi.org/10.1016/j.dcn.2019.100703). I risultati indicano che la carezza produce un miglioramento in diversi parametri fisiologici, quali il livello di ossigenazione sanguigna e il battito cardiaco nei neonati pre-termine tra le 28 e le 37 settimane di gestazione. Lo studio ha preso in esame gli afferenti C-tattili (CT- una classe di fibre nervose non mielinizzate attivate da un tocco continuo a bassa intensità,)del tutto simile ad una carezza. Tali fibre sembrano avere un importante ruolo nel modulare diversi aspetti dell’interazione sociale nell’uomo e in molte specie animali. Il tocco, mirato all'attivazione delle fibre CT, attiva aree cerebrali quali la corteccia insulare posteriore ed è in grado di ridurre l'eccitazione del sistema autonomo(il sistema che controlla gli organi interni) generalmente correlata a stress e dolore. La ricerca, nello specifico, ha confrontato l'effetto di cinque minuti di stimolazioni effettuate sulla schiena alla velocità ottimale delle fibre CT con cinque minuti di tocco statico , sulla frequenza

Diverse ricerche scientifiche hanno dimostrato come un basso stato socioeconomico sia un importante fattore di rischio per la salute. Può apparire una condanna definitiva per chi nasce in una famiglia dalle condizioni svantaggiate. Ma questo non è un destino immutabile: se si riesce a migliorare il proprio stato, non solo economicamente ma anche culturalmente, le prospettive in termini di lunghezza della vita e stato di salute migliorano in modo netto.

In Italia ogni anno vengono colpiti da ictus 196.000 persone (Dati ISTAT). Si tratta dell’interruzione dell’apporto di sangue ossigenato in un’area del cervello, che determina la morte delle cellule cerebrali. Risultato? Nella maggior parte dei casi il danno più comune è a carico del sistema motorio con perdita di controllo di un arto, perdita di coordinazione motoria o di precisione nei movimenti.