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Rubrica di Emanuela Medi
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E’ il record di top buyer selezionati e ospitati anche in collaborazione con Ice Agenzia per la 55° edizione di Vinitaly. Ad oggi, infatti, sono oltre 1000 i “superacquirenti” esteri di vino italiano da 68 Paesi già accreditati: +43% rispetto al 2022, dagli Usa all’Africa, dall’Asia - con il grande ritorno della Cina e Giappone - al Centro e Sud America fino al Vecchio Continente tutto rappresentato e alle Repubbliche eurasiatiche. Un dato, questo, che, secondo le proiezioni, dovrebbe superare il consuntivo 2022 di Vinitaly che si chiuse con 25mila buyer stranieri da 139 Paesi, il 28% degli 88mila operatori totali arrivati a Verona, facendo registrare la più alta incidenza estera di sempre. “Si tratta di un risultato storico, frutto di un roadshow globale senza precedenti che ha coinvolto i principali player istituzionali della promozione del made in Italy - commenta il presidente di Veronafiere SpA, Federico Bricolo -. Un deciso cambio di passo, in termini di investimenti e organizzazione, fortemente voluto dalla nuova governance con l’obiettivo di accrescere la competitività di Vinitaly in Italia e nel mondo”. Tra i 68 Paesi rappresentati a Vinitaly 55, spiccano per numerosità le delegazioni di operatori e importatori profilati da Stati Uniti e Canada, a

E’ possibile una carta di identità del vino rosso? L’ha disegnata una  ricerca enologica che ha visto la partecipazione di sei  Università italiane (Torino, Bologna ,Padova, Trento, Verona , Napoli Federico II e la Fondazione Edmund Mach) che ha dato risposte interessanti con lo scopo  di offrire ai produttori e a quanti sono del  settore  tutti i parametri fondamentali di 11 rossi monovarietali prodotti in Italia  definendone le caratteristiche come acidità, pH, colore contenuti di sostanze,  in correlazione con altri elementi organolettici come astringenza, sapidità, aromi. Gli 11 vitigni  sono: Aglianico, Cannonau, Corvina, Montepulciano, Nebbiolo, Nerello Mascalese, Raboso Piave, Primitivo, Sagrantino, Sangiovese e Teroldego presi in esame in questo studio finanziato dal ministero della Ricerca nell’ambito dei PRIN, i progetti di rilevante interesse nazionale. Che cosa ne è emerso? Alcolicità: il Primitivo è il rosso con il contenuto alcolico più elevato del gruppo, mentre la Corvina è il meno alcolico. In media i nostri vini rossi sono” robusti” con un valore del 13,9% in volume. Estratto secco, questi variano notevolmente per i singoli vitigni, tranne che per Nebbiolo, Teroldego e Sangiovese.  Acidità titolabile elevata nel Raboso Piave, Aglianico e Primitivo e altri meno come Cannonau, Corvina o Sagrantino. Tannini e antociani. Per la

Conoscevo da bambina (Emanuela Medi) un famiglia talmente innamorata del panettone  da mangiarne uno al giorno! Certo il nucleo era molto numeroso cui non mancava di affluire amici che li divoravano. Se fossero vissuti oggi( spero alcuni di loro si) non  sarebbero mancati al Panettone day con o senza  lo sconto  speciale su tutti i panettoni e pandori del vasto assortimento di Eataly. Figuriamoci quello del  20% sull’acquisto di almeno due panettoni o pandori fra le oltre 50 varietà e marche dell’assortimento di Eataly. Andiamo alla notizia di Eataly:  l’iniziativa, il cui claim resta “l’unico sconto che ti serve veramente”, consiste in uno sconto speciale su una categoria di prodotti che le persone considerano immancabile sulle tavole di questo periodo dell’anno. Lo sconto rende ancora più accessibile l’acquisto di alcune specialità a firma di storiche aziende e di piccoli artigiani italiani e di alcune novità d’autore. La grande novità del Natale 2021 è il Panettone di Eataly realizzato con una speciale ricetta di Fulvio Marino. Un panettone tradizionale, sempre fresco perché preparato a mano ogni settimana, e fragrante grazie a pochi ingredienti di altissima qualità. Tra le new entry, disponibili solo nei negozi, i panettoni artigianali di Olivieri, tra i più

Secondo l’ultimo report dell’Oiv, sono 63 i Paesi  a coltivazione biologica  con una superficie certificata stimata in 454mila ettari, pari al 6,2% del vigneto totale. In 10 anni (2005-2019)  l’incremento è stato del 13% con una bella posizione del nostro paese  in testa(15%), seguita dalla Francia e dall’Austria (entrambi col 14%), poi la Spagna (12%) mentre nella top 10 il Messico (8%) è l’unico Paese extra europeo. Se si considerano, invece, le superfici biologiche totali, la Spagna guida con 121mila ettari, poi la Francia con 112 e l’Italia con 109mila ettari. Stati Uniti, Turchia e Cina viaggiano tra 16 e 14mila ettari. Nel mondo i Paesi con le maggiori percentuali di crescita nel periodo 2014-2019 troviamo l’Egitto (+36%), seguito dal Sud Africa (+30%), Svizzera (+15%), Francia (+11%), Turchia (+10%), Ungheria, Austria e Italia (tutte col +9%), Portogallo e Spagna (entrambe con +8%).. In Italia, la crescita media annua dal 2005 è stata del 9%. Oggi i suoi 109mila ettari valgono il 24% del totale, con un’incidenza del 15% sul vigneto nazionale. Sicilia, Puglia, Toscana sono le tre regioni più bio (27%, 15% e 14% rispettivi). I prodotti Made in Italy sono destinati per lo più all’export, con percentuali attorno all’85%.Ma quando e

Nonostante la ripresa delle attività a pieno regime, i fatturati di bar e ristoranti sono ancora lontani dal periodo pre crisi. L’estate 2021, con l’Italia in zona bianca e nonostante l’introduzione del vincolo del green pass, ha visto un incremento degli incassi per i pubblici esercizi pari a tre miliardi di euro rispetto a un anno fa, ma ancora non basta. Secondo l’Ufficio Studi di Fipe-Confcommercio, rispetto all’estate 2019, l’ultima prima del Covid, la ristorazione ha incassato circa 2 miliardi di euro in meno. Un dato sul quale pesa in particolare la troppo lenta ripresa dei flussi turistici internazionali che incide negativamente sulle performance delle città d’arte. Anche per questo è necessario stabilizzare la ripartenza, scongiurando in ogni modo nuove chiusure e misure restrittive ai danni delle imprese.