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Rubrica di Emanuela Medi
 

Cerealia: la festa dei Cereali

Cerealia,  è il  Festival dedicato a tutti i cereali, giunto alla XI edizione in corso a Roma dal 6-9 Giugno: un appuntamento interculturale importante tra i paesi del Mediterraneo   in gemellaggio ogni anno con un paese diverso: nazione ospite 2019, la Tunisia  con il tema ”L’etica nl piatto: cibo, salute e ambiente”. Il festival è dedicato ai 60 anni dell’INSOR (Istituto Nazionale di Sociologia Rurale) e al Prof Corrado Barberis, recentemente scomparso, che ha diretto l’Istituto per 40 anni

E’ il Mediterraneo punto di incontro di tante società e  sistemi culturali diversi con un denominatore comune che li caratterizza: il mondo dei cereali. Che abbiano un’importante storia alle spalle nell’antica Roma  è attestato dagli antichi riti delle Vestali e nei ludi di Cerere divinità materna della terra e della fertilità madre tutela dei raccolti ma anche dea della nascita poiché tutti i frutti, i fiori e gli esseri viventi erano suoi doni. Cereali dunque come alimentazione, ambiente, economia, territorio e dimensione sociale perché Cerealia ha un messaggio forte: diffondere il valore  della terra e delle culture autoctone “Il festival nasce  9 anni fa- dice Paola Sarcina direttore artistico di Cerialia– con l’obiettivo  iniziale di far conoscere la cultura del pane  elemento fondamentale della dieta  mediterranea e in seguito allargando il tema ai cereali uno dei primi prodotti  che l’uomo ha coltivato passando da una  uomo raccoglitore e cacciatore a uomo stanziale e quindi protagonista dello sviluppo di molte civiltà.  Quindi il Festival ha anche un valore storico e antropologico importante. Il focus sul Mediterraneo- sottolinea il direttore artistico.- perché le grandi civiltà sono nate intorno al Mediterraneo in cui l’Italia ha una posizione centrale e non solo da un punto di vista geografico”.

Il progetto fin dall’inizio ha avuto un carattere interdisciplinare in cui sono stati coinvolti scienziati, Istituzioni,, le ambasciate, il mondo dell’industria,  realtà locali, comunicatori per farli incontrare e integrare nelle rispettive esperienze e specialità in modo da dare informazioni corrette al consumatore : questa edizione ha come focus il farro su cui se ne parlerà giovedi 8 giugno presso l’Istituto Sturzo a Roma.

FARRO

Ampiamente presente nella regione dei cereali, la cosidetta Mezzaluna fertile (Israele, Libano, Giordania, Siria occidentale, Turchia, lungo le rive del fiume Tigri ed Eufrate fino in Iran e Irak), la stessa area dove ebbe origine l’agricoltura del neolitico 12mila anni fa. Successivamente il farro è stato addomesticato attraverso un processo di selezione genetica che ha trasformato le forme selvatiche in varietà addomesticate più  comode e utili per l’uomo.  Dalla zone della Mezzaluna , il farro arrivò in Egitto , tracce se ne trovano nei reperti provenienti da tombe e insediamenti e tale era la predilezione per i frumenti nudi che lo storico greco Erodoto scrisse che per  gli Egiziani era” l’unico cereale adatto a fare il pane”. Il farro è menzionato anche dalla Bibbia. Nella penisola Italica   il farro fu insieme all’orzo i primi cereali coltivati costituendo alimento base per gli Etruschi  e i Romani, Questi ultimi lo chiamavano  far, da cui il nome farro e il termine farina. Si mangiava tradizionalmente nelle puls( preparazioni che ricordano le nostre farinate), ma anche in gallette, pani e focacce  che si distinguevano per tipologia di farina, ingredienti e modalità di preparazione.. anche in pasta. L’uso del lievito comparve in età repubblicana  permettendo di avere un buon quantitativo di glutine nel farro e di fare pani  lievitati.

La farina di farro veniva usata per focacce da usare nelle cerimonie religiose, come la mola salsa (salata in superficie) la cui preparazione era compito delle vergini Vestali .Tanto importante questo cereale che nelle leggi repubblicane (V sec a.C.) colui che facesse schiavo un debitore doveva comunque corrispondergli una libbra di farro al giorno, circa 300 grammi. Il farro fece parte della dieta dei soldati che ne portavano una piccola scorta in chicchi per ogni evenienza Con l’avvento di varietà di cereali più produttive come il mais e riso, la coltura del farro soprattutto monococco andò diminuendo tanto da sparire anche perché poco adatta  all’agricoltura intensiva. Ora finalmente  è ritornato e a buon diritto in auge.

Proprietà organolettiche

I farri (ne esistono tre tipi) possono avere, rispetto il frumento, un tenore più elevato di proteine, minerali, vitamine soprattutto del gruppo B ma anche antiossidanti di  vario tipo. Fonte di fibre quando non troppo raffinati  hanno  un aroma particolarmente intenso. Per le loro proprietà nutrizionali possono far pare di una sana e moderna alimentazione.

 Emanuela Medi, giornalista

http://www.cerealialudi.org/

 

 

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