L’uso efficiente della risorsa idrica è alla base della produzione vitivinicola di qualità. Con il progetto ACQUAVITIS finanziato dalla Comunità Europea attraverso il programma interregionale Italia Solvenia , un team di ricercatori ed esperti studierà lo stato e le possibili strategie di miglioramento dell’irrigazione dei vigneti a partire da tre aree vocate alla produzione vinicola ma con contesti geomorfologici e climatici diversi: il Carso, l’area isontina del Collio e la Valle del Vipacco in Slovenia.
“Uno degli obiettivi della ricerca – spiega Barbara Stenni, professoressa di Geochimica e coordinatrice del team dell’Università Ca’ Foscari Venezia – è la valutazione dello stato idrico dei vigneti e la stima della quantità d’acqua accessibile alle viti. Analizzeremo la composizione a livello molecolare dell’acqua estratta dalla linfa dalle viti e da altre matrici ambientali per valutare l’origine dell’acqua assorbita dalle piante e stimare la profondità a cui attingono le radici” .
“L’acqua subisce molteplici processi fisici durante tutte le fasi del ciclo idrologico – spiega Mauro Masiol, ricercatore di Geochimica e membro del team che si occuperà delle analisi – Questi processi portano al frazionamento delle molecole dell’acqua che saranno utilizzati come traccianti per ricostruirne l’origine e per identificare le aree di ricarica di bacini idrografici, fiumi, acquiferi e sorgenti”.
Per questo nei sei vigneti sperimentali coinvolti dal progetto, gli scienziati raccoglieranno l’acqua da diverse sorgenti da cui attingono le viti, come le precipitazioni meteoriche, acqua superficiale, acqua nel suolo a diverse profondità, acqua di infiltrazione in regioni carsiche e acqua d’irrigazione. I dati saranno analizzati nei laboratori del Campus Scientifico di Ca’ Foscari .Sarà dunque possibile definire sia la quantità d’acqua che arriva alla vite in un determinato momento, sia la sua provenienza. In seguito, i risultati raccolti serviranno a elaborare modelli di circolazione idrica.
Il progetto è stato finanziato per 2 anni (2020-2021) con 878mila euro e vede la partecipazione di 6 partner tra università ed istituti di ricerca italiani e sloveni: il Kmetijski inštitut Slovenije (coordinatore), l’Università di Trieste, l’Università di Udine, il Geodetski Inštitut Slovenije, il Zavod Nova Gorica e Ca’ Foscari.
Fonte: Università Ca’ Foscari-Venezia