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Rubrica di Emanuela Medi
 

Cinque assaggi sorprendenti dall’Anteprima Merano Wine Festival

Dall’Oltrepó di Prime Alture alla Sicilia di Valle delle Ferle e Kazzen, i cinque produttori più sorprendenti dell’Anteprima Mwf 2018 di Roma, evento che ha permesso al pubblico capitolino di pregustare la grande manifestazione che si terrà a Novembre nella nota località altoatesina.

Prime Alture

Le prime colline dell’ Oltrepó Pavese spezzano la monotonia della Pianura Padana ed offrono un nobile ma bistrattato avamposto viticolo, purtroppo flagellato da produzioni approssimative che ne hanno compromesso l’immagine.

Sprazzi di resistenza sono quelli offerti da aziende come Prime Alture, che a Merano presenterà il suo ultimo spumante Blanc de Noirs.

Apprezzabile per cremosità e spessore, questo varietalissimo Pinot Nero non millesimato sfoggia ammiccanti tratti terrosi e fungini, cenni di frutti rossi e soffi balsamici. All’assaggio spicca per tensione salina e gradevole vinositá, risultando corposo ma mai stancante. È ideale per il convivio e per le grigliate in giardino. Punteggio: 88

In carrozza

Questa piccola stella nascente della Sicilia Orientale fa perno sui vitigni internazionali per interpretare l’insolito terroir di Misterbianco, paese posto alle pendici dell’ Etna e a due passi dal mare. Distinto per carattere e finezza é l’agile ed aromatico Uve d’ Agosto, assemblaggio di Grillo e Petit Manseng coltivati a due passi dal mare (86 punti). Appagante ed avvolgente il San Nicola, Syrah da singolo appezzamento che profuma di more di rovo, spezie fini, salamoia d’olive ed erbe di macchia. Al palato è ricco ma ben sostenuto da doppia sapidità vulcanica e marina. Chiude su ricordi speziati e salmastri. Abbinamento: guancia di Nero dei Nebrodi. Punteggio: 89

Ciavolich

É situata nel cuore dell’entroterra pescarese la ben consolidata realtà di Chiara Ciavolich, produttrice indipendente che a Merano esordirà con i tre vini della linea “Fosso Cancelli”.

Frutto di vinificazioni spontanee con lieviti indigeni, questa territorialissima triade spicca già per spessore e personalità. A fare da apripista è sicuramente il prezioso Montepulciano, frutto di un lunghissimo affinamento in botte grande. Non sfigurano, tuttavia, il sapido e solare Pecorino e lo sfaccettato Cerasuolo affinato in anfora. Quest’ultimo farà breccia nel cuore di molti con il suo bel connubio di frutto di bosco fresco e verace mineralità ferrosa. Abbinamento: pallotte cacio e uova. Punteggio: 90

Valle delle Ferle

Rosso e non rosato é il Cerasuolo di Vittoria, prodotto del ragusano che Valle della Ferle interpreta con grande dovizia. L’ultima limitatissima versione – solo 2.000 bottiglie prodotte – svela aromi classici di rose appassite, confettura di visciole, tabacco e cannella, quindi cenni terrosi che richiamano certe eccellenze peninsulari. Caldo e soffice ma di discreta tannicità, volge a ricordi salmastri nella lunga chiusura. Abbinamento: bistecca di tonno. Punteggio: 91

Kazzen 

Esotico ed onirico il Passito di Pantelleria Nesos di Kazzen, nettare che rappresenta al meglio l’ultimo baluardo della viticoltura italiana a due passi dalle coste africane. Datteri, fichi secchi e mandorle tostate si rincorrono un uno sviluppo caldo e viscoso, culminando tra ricordi di erbe spontanee e brezze salmastre. Si sorseggia bene da solo o con la pasta di mandorle, preferibilmente in un quieto momento di distensione e meditazione. Punteggio: 90

Ci vediamo a Merano!

Raffaele Mosca, Master Sommelier

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