E’ probabile: i vini- a detta di molti esperti- saranno più alcolici con sentori di frutta matura a volte cotta, meno speziati e probabilmente meno legati al territorio anche se uno dei cavalli vincenti dei produttori punta proprio sulla riconoscibilità territoriale.
Uno degli elementi di maggiore sensorialità dei vini ,non sempre avvertita dai consumatori, è costituita dalla loro speziatura o meglio dalla presenza di note come il pepe, la cannella, lo zenzero,la noce moscata,il cardomomo… una presenza dalla natura più chimica derivante dalle molte molecole del vino, che esotica. Doveroso un breve excursus storico: l’origine del termine spezia viene addebitata al latino species indicante quei prodotti che provenivano dall’Oriente e che sin dall’epoca romana erano considerati importanti e unici per il loro intenso profumo e per le loro capacità non ultima curativa come la cinnaldeide componente dell’olio essenziale di cannella importante antimicrobico e aggiungiamo noi stimolanti il desiderio sessuale come il cardomomo ,speciale contro l’impotenza.
Non è un caso che il vino, specie se rosso è il più antico, naturale ,democratico,” stimolatore” tanto da essere citato nelle Odi di Salomone, formidabile alleato di seduzione di Cleopatra che al vino, tanto per gradire, aggiungeva oppio e sostanze allucinogene come la mandragola e Ovidio che lo cita nella sua Ars Amatoria quale insostituibile presenza nei banchetti, momenti di incontri amorosi
Ma torniamo alle spezie del vino e facciamo nostro un interessante articolo apparso sull’ultimo numero de” Il Corriere Vinicolo” :gli autori(Maurizio Petrozziello, Federica Bonella e Maria Carla Cravero del Centro di Ricerca Viticoltura e Enologia di Asti) hanno puntato l’attenzione sul pepe ,nota aromatica caratteristica dello Syrah la cui molecola responsabile dell’aroma-il rotundone- è stato-individuato nel 2008 da un gruppo di ricerca australiano , grazie alle più recenti tecniche analitiche come la spettometria di massa.
Dal 2010, specificano i ricercatori, questa molecola è stata rintracciata in vini a base di Gamay e Duras e in Italia nei vini ottenuti da Schioppettino, Gruner Vetliner, Vespolina, Corvinone e non da ultimo nel sardo Cagnulari. Non è meno interessante il Gewurztraminer la cui etimologia deriva da Gewerz in tedesco speziato o aromatizzato e Traminer dalla zona di Termeno. In questo caso la speziatura deriva dal vitigno e dal vino da esso ottenuto la cui presenza di terpeni conferiscono l’ intensa aromaticità quali pompelmo, frutto della passione e le caratteristiche note floreali derivanti- anche questi -dalla presenza di vinilfenoli.
E il legno, meglio la barrique? Se di rovere durante l’affinamento i composti più percettibili sono lo speziato e il vanigliato la cui concentrazione è tanto maggiore se il riscaldamento delle toghe è stato importante. Da ultimo segnaliamo che la lunga maturazione in botte, in particolare con affinamenti che espongono il vino a notevole ossidazione fa emergere la nota di curry riconoscibile in alcuni vini come il Marsala ottenuto con metodo Soleras e la Vernaccia di Oristano per la presenza di trigonella componente del curry.
Emanuela Medi, giornalista