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Rubrica di Emanuela Medi
 

Col Vetoraz e quell’amore  per Cartizze

Senza scomodare troppo Virgilio, Livia la moglie di Augusto, il sempre citato Plinio il Vecchio,  S. Venanzio Fortunato Vescovo di Poitiers (535-603) e saltando qualche secolo, i periodi d’oro del territorio  Valdobbiadene e Conegliano sono stati   il XV-XVI sec., a testimonianza di quanto fosse importante e apprezzata la produzione enologica di quei territori e del commercio da questi derivanti.

Alterne vicende storiche non favorirono la viticoltura ma è interessante leggere come dopo il  Congresso di Vienna il governo Austriaco del Lombardo Veneto incarica di censire i vitigni, ma quali? Compaiono i nomi di Pevera, Peverella ,Pignoleta, Verisa, Marzemina nera, Prosecca e Bianchetta.. . alcune scompaiono, altre meno ma le uve di Valdobbiadene continuano nella  loro storia di qualità … più che mai..
COL VETORAZ   tra le aziende più rappresentative e maggiormente radicate sul territorio  e di quello che Loris Dall’Acqua enologo e socio ama dire: ”La vera cultura del bere è bere con piacevolezza”.

“Nata nel 1838- dice l’enologo- da una famiglia di viticoltori che si era insediata sul colle  dove ha sempre coltivato e vinificato. Nel 1993 l’ultimo discendente della famiglia  Francesco, ha deciso di costituire l’attuale Col Vetoraz con altri due soci con l’obiettivo di diventare punto di riferimento  dal punto di vista qualitativo per la denominazione Conegliano-Valdobbiadene.
Raccogliamo circa due milioni 300 mila chili di uva  l’anno, parliamo di Glera Docg Valdobiadene,per fare grande selezione  e questo ci consentirebbe di produrre circa 2 milioni di bottiglie anche se la nostra produzione è di 1 milione  250 mila bottiglie l’anno. Raccogliamo uve dalla fascia pedemontana della denominazione Conegliano Valdobbiadene, interessante dal punto  pedologico  risalente all’epoca terziaria con terreni ricchi di silicio e calcarei  i più favorevoli a produrre vini ricchi di mineralità. L’altro motivo importante è  la posizione a ridosso della montagna che sale fino a 1600 metri ,tale da favorire un clima con  forti escursioni termiche d’estate    determinante per la conservazione del patrimonio aromatico e dell’acidità. Ultima osservazione- continua l’enologo- raccogliamo le uve da circa 120 ettari di cui il 20% sono di proprietà e i rimanenti provengono da 68 piccoli viticoltori della denominazione Valdobbiadene che seguiamo dal punto di vista agronomico”

DEGUSTAZIONE

VALDOBBIADENE DOCG  DOSAGGIO ZERO:

Vino senza residuo zuccherino, uve  Glera 100% . Una sfida per Loris Dell’Acqua che voleva dimostrare come anche in assenza di zuccheri  si poteva ottenere un prosecco con indici di rotondità e di espressione aromatica.  Ci è riuscito. Come?
“Rispettando – dice – le caratteristiche chimico  fisiche del frutto di partenza, senza trattamenti nemmeno chiarificante al mosto e al vino per mantenere l’integrità  proteica che è poi quella che conferisce la rotondità. Inoltre l’anidride carbonica derivante dalla seconda fermentazione conferisce al prodotto setosità e avvolgenza”.

Al naso sentori di pesca bianca, pera, leggerissima mela, agrume e il profumo bianco  del fiore della vite, tipiche del Valdobbiadene della zona pedemontana. In bocca, asciutto, morbido, avvolgente in equilibrio con la parte minerale. Un vino armonico, equilibrato  elegante; la chiave della piacevolezza.


VALDOBBIADENE SUPERIORE DI CARTIZZE

Proviene dalle colline di Col Vetoraz e Mont della rinomata zona del  Cartizze che è il gran Cru  del Conegliano Valdobbiadene con 106 ettari collocati in un anfiteatro naturale riparato dai venti settentrionali ad una altezza tra i 300-400 m s.l.m. e suoli dotati di grande mineralità.  Raccolta manuale, vinificato in bianco, pressatura soffice, decantazione statica e fermentazione a temperatura controllata segue poi tutti i processi della spumantizzazione. Al naso i  sentori non si discostano dal Valdobbiadene DOCG: pera, pesca bianca, mela, leggero profumo agrumato. In bocca  la verticalità  e la sapidità rendono questo Cartizze particolare e avvincente nella sua indiscutibile eleganza.

Un successo indiscusso da ricercare nella leggerezza, piacevolezza e adattabilità del Valdobiadene DOCG  e del Superiore Cartizze.
“Sono vini trasversali- dice Loris Dell’Acqua- perché piacciono ai neofiti come agli intenditori. Sono prodotti di nicchia  molto amati dai locali. L’estero è appannaggio della denominazione inferiore che vende numeri da capogiro”.

Emanuela Medi, sommelier

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