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Rubrica di Emanuela Medi
 

Coronavirus: la nuova tendenza lo Yoga Wine

Depressione, solitudine, stress: a grande richiesta e offerta tutto quanto può rilassare. Fioccano le lezioni online,  i video, gli esperti o anche semplici amici che suggeriscono e insegnano le tante e diversificate tecniche antistress. Calma, pace interiore perché non associarle a quel viaggio esperienziale che è il vino in un crescendo di aromi, sensazioni , voluttà cui non sono affatto estranee le vie del sistema nervoso. Non perdiamo la calma, non facciamo un trattato di  scienza ma è sempre più accreditato che dopo l’udito, è la vista il primo organo sensibilizzato dai colori del vino stimolati dal sistema nervoso.

Poi arriva il tatto: si, perché quando  tocchiamo il bicchiere e lo teniamo in mano facendolo ruotare, ci predisponiamo all’olfatto, e anche qui  il nostro cervello lavora e lavora di più quando odoriamo dall’esterno perché oltre alla classica sensazione olfattiva si ha quella che tecnicamente si chiama retro nasale, le molecole odorose non arrivano attraverso le narici ma dalla parte posteriore della bocca al naso, una sorta di secondo olfatto che scatena un gran numero di aree cerebrali in grado di cogliere le molecole volatili, le più interessanti e preziose. Poi certo viene il gusto, dove tutto si mescola anche se entra in gioco il palato.

Ma lo yoga dove è finito? Se lo yoga arriva dall’India ed è una pratica meditativa, il rapporto tra vino e mente  si è sviluppato in Occidente. Eschilo scriveva che il vino è lo specchio della mente, Pindaro che eleva pensiero e animi, Edoardo VII che il vino non solo si beve ma si annusa,, si osserva e si gusta. Ma fermiamoci qui.. “ Per scoprire il vino,  è necessario un percorso meditativo-sensoriale che si realizza attraverso il proprio corpo e la propria mente”.

Lo ha detto un filosofo, un esperto di arti meditative, un giornalista che ha girato il mondo?.. ma siamo più pratici, l’esperimento è stato lanciato, anni fa, dall’azienda Barberis di Coremilla, piccolo centro dell’Alta Langa.. non è una trovata solo pubblicitaria: ora molte aziende vitivinicole lo hanno adottato facendo partecipare a una sessione di yogawine.

Partiamo dal concetto che bisogna predisporsi con la mente e con il corpo.. alla degustazione. Quindi il percorso prevede, visite ai vigneti e terrazzamenti.. con calma,  poi lezione sui ritmi della natura, potatura e gioia della vendemmia. Al termine si rimane sul posto davanti a un calice vuoto messo prima dal titolare.

E allora , dicono gli yoga wine, tutto diventa armonico e equilibrato: vista, udito, olfatto e gusto, CORONAVIRUS alle spalle!

Monica Assanta, Giornalista

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Emanuela Medi giornalista professionista, ha svolto la sua attività professionale in RAI presso le testate radiofoniche GR3 e GR1. Vice-Caporedattore della redazione tematica del GR1 “Le Scienze”- Direttore Livio Zanetti- ha curato la rubrica ”La Medicina”. Ha avuto numerosi incarichi come il coordinamento della prima Campagna Europea per la lotta ai tumori, affidatole dalla Commissione della Comunità Europea. Per il suo impegno nella divulgazione scientifica ha ottenuto numerosi riconoscimenti: Premio ASMI, Premio Ippocrate UNAMSI, premio prevenzione degli handicap della Presidenza della Repubblica. Nel 2014 ha scritto ”Vivere frizzante” edito Diabasis. Un saggio sul rapporto vino e salute. Nello steso anno ha creato il sito ”VINOSANO” con particolare attenzione agli aspetti scientifici e salutistici del vino. Nel 2016 ha conseguito il diploma di Sommelier presso la Fondazione Italiana Sommelier di Roma.. Attualmente segue il corso di Bibenda Executive Wine Master (BEM) della durata di due anni.