Proprio DI TUTTO DI PIU! Oltre agli effetti diretti del virus, la pandemia non ha risparmiato i fumatori che per far fronte allo stress, hanno aumentato il loro consumo di tabacco. C’era da aspettarselo visto che per far fronte all’ansia, la solitudine, le norme restrittive gli italiani e non solo, sono ingrassati( in media 2kg), hanno fatto maggiore ricorso a ansiolitici e benzodiazepine per il sonno, associato ad un impatto negativo sulla loro vita quotidiana.
In occasione della Giornata Mondiale senza tabacco indetta per il 31 di Maggio ,una ricerca condotta da Nielsen in 5 Paesi( Usa, Regno Unito, Italia, Sudafrica e India), commissionata da Foundation for a Smoke Free World tra il 4-14 Aprile, ha evidenziato come oltre i due terzi degli intervistati ricorra al tabacco e alla nicotina come strumento principale contro l’ansia e di questi il 40% ne abbia aumentato il consumo.
Se l’aumento maggiore( 43%) è stato in America, il nostro paese non è tra i più virtuosi collocandosi al terzo posto( 29%), ma il dato che rende ancora più negativo l’impatto del coronavirus sui fumatori sono le percentuali raddoppiate se si prendono in analisi gli intervistati che sono risultati positivi al COVID-19 o che vivono con qualcuno che ha contratto il virus.
E tanto per gradire “ se prima del Covid -dichiara il Dott. Derek Yach, Presidente della fondazione, i fumatori dovevano fare i conti con un alto rischio di sviluppare tumori ai polmoni, malattie polmonari croniche, nonché di attacchi di cuore. Sarà di più anche dopo. “
Per fortuna a bilanciare tanta negatività, l’indagine rivela alcune nuove abitudini ben più sane. Con la chiusura di bar e ristoranti, quasi la metà degli intervistati in Italia e nel Regno Unito ha riferito di aver ridotto l’assunzione di alcolici. In tutti i Paesi, circa il 45% degli intervistati ha riferito di ricorrere normalmente all’attività fisica per affrontare stress e ansia, esercizi di respirazione, meditazione e yoga
Bicchiere mezzo pieno anche sulla volontà di abbandonare la sigaretta , (Italia, 37% ) ma in pochissimi lo hanno fatto. La discrepanza evidente tra i propositi di smettere e gli effettivi tentativi evidenzia il bisogno di opzioni più efficaci da mettere a disposizione dei fumatori.