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Rubrica di Emanuela Medi
 

Dalla Vigna Gustava del Conte di Cavour al Barolo en primeur: il progetto firmato Donato Lanati

Ci sono testa, mani, cuore e la prestigiosa firma dell’enologo Donato Lanati dietro la produzione speciale del Barolo “en primeur”, proveniente dalla vigna Gustava di Camillo Benso Conte di Cavour, battuta all’asta per 600mila euro, sabato 30 ottobre, al Castello di Grinzane.

Potrebbe essere un'immagine raffigurante attività all'aperto, monumento e castello

Tra generosi rilanci e colpi di scena, le 14 barrique e il tonneau da 500 litri di Barolo hanno fruttato l’ingente somma che verrà interamente devoluta al sostegno di progetti sociali. Un grande evento internazionale, primo nel suo genere, promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo e Fondazione CrC Donare, in collaborazione col Consorzio di Tutela Barolo, Barbaresco, Alba, Langhe e Dogliani e la Scuola Enologica di Alba, con madrina Evelina Christillin.

“Per un progetto di altissimo livello non potevano, dunque, mancare le conoscenze scientifiche, l’esperienza e la sensibilità del top dell’enologia a livello internazionale. “Quando mi fu chiesto d’interessarmi di questo progetto che, in un’unica occasione, avrebbe coniugato solidarietà ed educazione enoica, istintivamente, posi a confronto prospettive e impegni ma, immediatamente dopo, me ne convinsi senza esitazioni “– ha spiegato Lanati.“ A poco a poco, fui pervaso da una suggestione ancestrale nell’immaginare che, tra i vibranti e storici filari di quella vigna di Nebbiolo, avrei percepito, ora compiaciuta ora severa e sempre attenta, la potente presenza dell’immenso Conte di Cavour, non solo grande Ministro dell’Agricoltura del Regno di Sardegna e Presidente del Consiglio, ma anche imprenditore agricolo d’avanguardia e promotore di un importante rinnovamento tecnologico nel settore agricolo. Così, ancor prima di iniziare, mi sentii permeato da una moltitudine di stimoli, con la prospettiva di far riaffiorare, attraverso un calice, reminiscenze di eroica storia enoica. Quale privilegio, poi, la prospettiva di poter sorseggiare un vino esclusivo proveniente da un vigneto che, per lo stesso Cavour, fu banco di prova per avviare quel processo di specializzazione che sarebbe stato il nuovo modo di coltivare la vite”.

 A Lanati, “padre” di alcune delle migliori etichette presenti sul mercato mondiale, la Fondazione CRC aveva affidato l’incarico di guidare l’intero processo produttivo promuovendo, nel contempo, una collaborazione con la Scuola Enologica finalizzata a valorizzare attività didattiche innovative .Il primo step del progetto è consistito nella suddivisione della vigna in particelle, in funzione dell’altitudine e dell’esposizione. A seguire, sono stati definiti due differenti criteri per la raccolta delle uve: il primo è consistito nell’individuazione dei ceppi storici impiantati oltre 50 anni fa (per vinificarne le uve separatamente da quelle dei più giovani); il secondo, invece, nella raccolta, per micro zone, delle restanti uve del vigneto.

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“Il progetto ha racchiuso un’iniziativa di alto valore scientifico, educativo e umano, in grado di coniugare la valorizzazione del territorio viticolo di cui il vigneto è il vero protagonista, la ricerca con la didattica sul campo, e, infine, la finalità sociale – ha concluso Lanati.” “Grazie alla conoscenza e al patrimonio di informazioni raccolte, catalogate e studiate, è stato possibile valorizzare le potenzialità del vigneto storico di Grinzane. La pianta di vite è un traduttore di energia ambientale, della salute della terra e dell’andamento delle stagioni; partendo dalla commistione di queste componenti racchiuse nell’acino, vero e proprio scrigno di informazioni, è stato affrontato un articolato lavoro di squadra, foriero di stimolati esplorazioni e di rinnovata cultura. Dalla vigna Gustava all’acino di Nebbiolo e dalla cantina alla botte ne è nato un Barolo en primeur unico che nel tempo, sempre più, esprimerà i sapori e i profumi di quella terra tanto cara all’avanguardista risorgimentale Camillo Benso conte di Cavour.

Chiara Cane, giornalista ( ENOSIS -Meraviglia)

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Emanuela Medi giornalista professionista, ha svolto la sua attività professionale in RAI presso le testate radiofoniche GR3 e GR1. Vice-Caporedattore della redazione tematica del GR1 “Le Scienze”- Direttore Livio Zanetti- ha curato la rubrica ”La Medicina”. Ha avuto numerosi incarichi come il coordinamento della prima Campagna Europea per la lotta ai tumori, affidatole dalla Commissione della Comunità Europea. Per il suo impegno nella divulgazione scientifica ha ottenuto numerosi riconoscimenti: Premio ASMI, Premio Ippocrate UNAMSI, premio prevenzione degli handicap della Presidenza della Repubblica. Nel 2014 ha scritto ”Vivere frizzante” edito Diabasis. Un saggio sul rapporto vino e salute. Nello steso anno ha creato il sito ”VINOSANO” con particolare attenzione agli aspetti scientifici e salutistici del vino. Nel 2016 ha conseguito il diploma di Sommelier presso la Fondazione Italiana Sommelier di Roma.. Attualmente segue il corso di Bibenda Executive Wine Master (BEM) della durata di due anni.